Oltre 300 mila neonati sarebbero stati sottratti ai genitori e venduti in Spagna durante la dittatura franchista fino agli anni Novanta. A far emergere lo scandalo dei “bambini rubati” un’inchiesta della Bbc, partita dalla rivelazione fatta in punto di morte di un “padre”, Jean Luis Moreno,che ha raccontato al “figlio” di averlo comprato da un prete a Saragozza. Una confessione che ha avuto effetti a catena e che ha permesso di far emergere dalle nebbie del passato migliaia e migliaia di casi analoghi.
Stando alle prime ricostruzioni, al centro del traffico preti e medici che lavoravano negli ospedali. Sarebbero stati loro a prelevare i bambini appena nati, dicendo alle famiglie naturali che i figli erano morti, per poi “affidarli” ad altri genitori. Questo è quanto teme le sia successo Manoli Pagador, che ha dato alla luce il suo primogenito nel 1971. «Una suora, che era anche un’infermiera, venne ad informarmi che mio figlio era morto», ma nessuno, stando alla sua testimonianza, le avrebbe mai fatto vedere il corpo. Nessuno parlava allora, ha detto la donna per giustificare il proprio silenzio,«non potevo accusarli perchè «eravamo nella Spagna di Franco. Era una dittatura».
Come è accaduto in anni più recenti in Argentina con i figli dei desaparecidos, inizialmente in Spagna i neonati venivano tolti alle famiglie “sgradite” per motivi ideologici, ma col tempo poi iniziò a crearsi un vero e proprio mercato. Dopo mesi di richieste dalla Bbc il governo spagnolo ha concesso all’emittente britannica di parlare con un funzionario del ministero della giustizia, Angel Nunez, che ha ammesso l’esistenza del traffico di bambini ma non ha dato le cifre. «Dal volume delle indagini, suppongo che fossero molti», si è limitato a dire.
Nello scandalo, secondo la Bbc, sarebbe coinvolta la Chiesa, che durante il franchismo rivestiva un ruolo fondamentale nell’erogazione dei servizi negli ospedali e nelle scuole. Nella lista dei sospettati c’è il nome di Eduardo Vela. Nella sua clinica di Madrid, il 70% dei bambini sarebbero nati da “madre sconosciuta”, come riportato dai registri del 1981. Questa dicitura veniva usata per tutelare le ragazze madri, ma, secondo la Bbc, avrebbe offerto anche una copertura al traffico dei bambini.
L’amnistia che ha aiutato la Spagna nella transizione tra la dittatura e la democrazia, non è mai stata abrogata, e quindi i tentativi di denunciare il traffico dei bambini spagnoli come un crimine contro l’umanità sono sempre stati rigettati dai tribunali. «Sono passati 25 anni da quando è morto il dittatore» ha detto Nunez «evidentemente abbiamo ancora dei problemi con il nostro passato».
Il governo spagnolo finora non ha ritenuto di aprire un’inchiesta su questo scandalo, e le persone coinvolte stanno cercando di scoprire la verità da sole, come meglio possono. I primi test del Dna, riferisce la Bbc, sono riusciti a ricongiungere i genitori con i figli loro sottratti, ma la legge sulla protezione dei dati proibisce alle banche del Dna di fare ricerche incrociate o di scambiare informazioni.
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