sabato 21 maggio 2011

La caccia alle streghe (Seconda Parte)



LA RIFORMA E LA CONTRORIFORMA

L’aspetto più drammatico della riforma protestante fu la frantumazione della cristianità occidentale, avvenuta in un periodo di grandi conflitti sociali ed economici. Non possiamo pensare alla riforma protestante e alla controriforma cattolica come causa delle cacce alle streghe, dal momento che tali fenomeni si verificarono indistintamente sia in area cattolica che protestante, i riformatori cattolici e protestanti avevano in comune molte delle credenze sulle streghe e manifestarono allo stesso modo la loro avversione.
Con l’età della Riforma crebbe la consapevolezza del potere del diavolo nel mondo: sia Lutero che Calvino ne erano ossessionati e, al pari degli asceti medievali sostenevano che il vero cristiano dovesse combattere una lotta pari senza pari contro di lui. A molti cattolici, d’altro canto, l’origine del protestantesimo pareva opera di satana. Sia nelle aree cattoliche che in quelle protestanti si originò il bisogno di ripulire il mondo dall’opera del maligno attraverso una guerra interiore ed esteriore, processando streghe ed eretici.
I riformatori luterani e calvinisti, poi ponevano molto l’accento sulla santità personale e istruivano il popolo a condurre una vita più rigorosa e severa, combattendo la lotta contro Satana. Una vita irreprensibile era sicuro segnale della santità e, nell’ottica della predestinazione, del far parte della schiera degli eletti, ciò non faceva che aumentare il senso di colpa. Nell’Inghilterra del XVI e XVII secolo, per esempio, si è dimostrato che molte accuse venivano da persone che si erano rifiutate di prestare aiuto economico a un questuante e ciò aveva generato un grande senso i colpa. Ma, dipingendo il mendicante come un essere indegno di solidarietà, come una strega, ci si liberava del senso di colpa, proiettandolo sull’altro. Le streghe divennero capri espiatori di una società che stava affermando un nuovo ordine morale: in ambiente cattolico, ad esempio, quando i preti provavano un grande senso di colpa e di debolezza morale rispetto all’incontinenza sessuale, proiettavano la loro colpa sulle streghe.
In tutta Europa si assistette a una cristianizzazione senza precedenti, anche nelle zone rurali: ora la salvezza non era più un affare collettivo (ci si salvava in quanto membri della comunità dei cristiani) ma diventa sempre più personale e quindi più difficile. Tutti i cristiani dovevano condurre una vita esemplare, ma dovevano apprendere i principi della vera fede e le forme appropriate del culto. Era necessario purificare la fede sradicando le vecchie credenze e le pratiche superstiziose: vennero attaccati ad esempio: la benedizione popolare, l’uso dell’acqua santa, di incantesimi e di amuleti per proteggere se stessi, nonché la pratica della magia che potesse contemplare la recitazione di preghiere. Chi si sentiva minacciato da una strega non poteva più, almeno nei paesi protestanti, come era capitato nel medioevo, farsi il segno della croce, spruzzare acqua benedetta nelle case, appendere immagini di santi, l’unica via era istituire un processo legale. Tra le tante iniziative, fatte dalle chiese Riformate e dalla chiesa cattolica per convincere le masse dell’esistenza della strega:
    * venne imposta la lettura in chiesa delle accuse e delle sentenze di condanna, la stessa lettura veniva eseguita in pubblico poco prima dell'esecuzione;
    * si tenevano prediche contro la stregoneria durante i processi e prima dell'esecuzione;
    * si organizzavano turni di preghiera collettiva contro il demonio e le streghe;
    * si tenevano sermoni di natura tale da indurre gli stessi fedeli a "vigilare" e a individuare possibili streghe nell'ambito della propria famiglia e tra i conoscenti e chi non collaborava era minacciato di scomunica;
    * le sedi dei processi furono trasferite in citta', o in grossi borghi, e le esecuzioni fissate nei giorni festivi per favorire la massima affluenza del pubblico (prima la messa e poi il rogo!);
    * molti preti divennero famosi per lo zelo con cui individuavano e deferivano all'inquisizione i presunti colpevoli di stregoneria (Cambresis);
    * in alcune parrocchie gli inquisitori affissero delle lettere e dei bandi sollecitando categoricamente la delazione da parte dei fedeli (Franca Contea, 1657)
    * catechismo e prediche contribuirono a diffondere quei concetti di:
          o patto col Diavolo,
          o sabba,
      che la massa ancora ignorava;
  • il clero sviluppò ed alimentò un assurdo sentimento repressivo nei confronti della sessualità in generale ritenendola di per se stessa, atto ispirato dal demonio ed, in qualche occasione, riconducibile ad atto di vera e propria stregoneria.
Processo ad una strega.
LE BASI GIURIDICHE DELLE CACCE ALLE STREGHE
Talvolta gli abitanti dei villaggi, in preda al panico, decidevano di giustiziare le streghe. Nel 1610, nei paesi baschi, la folla fece irruzione e uccise chi era stato denunciato per stregoneria, sottoponendoli spontaneamente a dure torture e uccidendo almeno una donna.
I governi centrali considerarono questi fatti esecrabili e, ritenendoli una sfida alla loro autorità, si opposero fortemente a qualsiasi giustizia sommaria, si può quindi affermare che la maggior parte delle persone condannate per stregoneria  furono processate e condannate in modo legale.
Fra il XIII e il XIV il sistema giuridico conosce profondi cambiamenti riassumibili in quattro punti principali:
         Sistema inquisitorio in luogo di quello accusatorio.
         Uso della tortura nei processi per stregoneria.
         I tribunali secolari acquistano giurisdizione in materia di stregoneria.
         Declino dei tribunali ecclesiastici.
Prima del Duecento, si è visto, l’azione penale era basata sul sistema accusatorio: l’accusa era perseguita da un soggetto privato, la parte lesa o i suoi familiari. Se l’accusato ammetteva la sua colpa, o il privato accusator riusciva a provarla, solo allora il giudice lo condannava. In caso dubbio, il giudice chiedeva a Dio di fornire un segno di innocenza o colpevolezza, spesso attraverso la prova dell’ordalia. Se l’imputato dimostrava la propria innocente, l’accusatore era perquisibile penalmente secondo la vecchia tradizione romana della lex talionis.
A partire dal ‘200 i tribunali secolari d’Europa adottarono nuove tecniche più razionali, anche grazie alla rinascita, tra l’XI e l’ XII, dello studio formale del diritto romano e dell’aumento della criminalità. Anche la necessità della Chiesa di fronteggiare gli eretici determinò il cambiamento dell’assetto giuridico: il Laterano IV del 1215, ad esempio, proibì formalmente agli ecclesiastici di partecipare all’ordalia [3], decretandone la fine.
La nuova procedura divenne quindi inquisitoria, consentendo ai membri di una comunità di denunciare un sospetto criminale all’autorità giudiziaria: il nuovo sistema consentiva an magistrato del tribunale di citare un criminale sulla base delle informazioni che avevano ottenuto, spesso sulla base solo di voci. I magistrati del tribunale assunsero su di sé il compito di investigare e di determinare se l’imputato fosse o meno colpevole.
L’adozione del processo inquisitorio facilitò il perseguimento di ogni tipo di crimine, ma fu efficace soprattutto nei processi per eresia e stregoneria, anche perché permetteva di eliminare la responsabilità dell’accusatore.
Dal momento che le confessioni non erano sempre spontanee le autorità giudiziarie cominciarono a consentire l’uso della tortura [4]. Nel XIII secolo vennero fissate delle regole per l’impiego della tortura:
  • era vietata a meno che questo fosse l’unico modo di accertare i fatti processuali;
  • non doveva comportare la morte della vittima, né dovevano essere cavati gli occhi;
  • doveva essere graduata sia in rapporto alla gravità del crimine che alla fondatezza della colpevolezza;
  • tutti i gradi di tortura dovevano essere praticati nello stesso giorno:era proibita la ripetizione della tortura; erano esenti da tortura le donne incinte e i bambini;
  • non era ammessa l’assunzione delle deposizioni nella sala di tortura, la confessione doveva essere ripetuta spontaneamente entro 24 ore.
Nei processi per stregoneria, queste regole vennero spesso passate sotto silenzio, dal momento che era considerata un crimen exceptum, un crimine eccezionale, e, come tale, trattato. I governi, dal canto loro, definirono la stregoneria un crimine secolare e, in alcuni paesi si assicurarono il monopolio dei processi. A partire dalla fine del XV secolo i tribunali ecclesiastici persero molta della loro autorità e, laddove le monarchie erano forti, si trovarono ad essere subordinati al potere secolare dello Stato. Nei secoli XVI e XVII, a fronte di un interesse teorico costante verso la stregoneria e la demonologia, i magistrati ecclesiastici iniziarono ad avere una certa riluttanza a impartire sanzioni severe: non a caso in Italia e Spagna [5], dove i tribunali secolari non si imposero su quelli ecclesiastici, il numero dei processi e delle esecuzioni rimase relativamente basso rispetto al resto d’Europa. Ciò non vuol dire che l’azione degli ecclesiastici fosse defilata: essi continuarono a esercitare frequenti pressioni sulle autorità secolari affinché intraprendessero un’azione più energica nei confronti delle streghe in paesi come la Germania, la Scozia, la Francia. I tribunali locali si dimostrarono ancora più cruenti anche perché soggetti all’isteria del villaggio e perché rispetto alle autorità centrali, erano meno attenti al funzionamento del sistema giudiziario.
Ecco perché paesi come la Svizzera e la Germania, dove mancava un forte governo centrale e non esistevano tribunali ecclesiastici, spazzati via dalla riforma, assistiamo alle più massicce cacce alle streghe.
La caccia alle streghe deriva, dunque, anche dall’incapacità degli stati di garantire un forte potere centrale, garantendo grandi vantaggi ai poteri locali.
  
CATTURA, TORTURA E PENA
Prima di istituire un processo per eresia e, in seguito, per stregoneria, l’inquisitore dichiarava tempo di grazia, periodo in cui tutti quelli che ritenessero di avere qualcosa a che fare con l’eresia o la stregoneria sarebbero venuti spontaneamente davanti al tribunale per confessare ricevendo, ipso facto, l’assoluzione. Una volta individuata la strega su ordine del  magistrato o dell'inquisizione almeno quattro militari venivano incaricati di arrestarla, giocando sul fattore sorpresa. L'arrestata doveva essere immediatamente posta dentro una grossa cesta e condotta in carcere tenendola ben sollevata da terra. Si riteneva che se la strega avesse toccato terra avrebbe potuto acquisire la forza di resistere a qualsiasi tortura procurandosi il cosiddetto "maleficium taciturnitatis".
Una volta catturata il Malleus imponeva che:
«La strega sia rasata nel corpo e si cerchi il marchio del diavolo o mammelle addizionali».
La strega riceveva dal Diavolo un marchio in un punto ben nascosto del corpo; in genere nelle parti intime, ma non sempre, quindi era dovere dell’inquisitore cercarlo. Il marchio poteva consistere nella particolare disposizione di alcuni nei, un segno sulla pelle avente la forma di una zampa di pollo, oppure il cosiddetto "occhio del Diavolo" che consisteva in uno speciale neo collocato nella parte interna di una coscia, in prossimità della vagina.
La ricerca del marchio di Satana.
Il marchio poteva anche essere invisibile e consistere in una piccola parte dell'epidermide resa insensibile al dolore e non sanguinante se trafitta [6].
Come, già detto, per estorcere la confessione si ricorreva alla tortura [7]: quella più frequente era la corda, con la quale, per mezzo di una puleggia, si sollevava in aria la vittima, che rimaneva appesa per le braccia legate dietro la schiena.
«Condotta nel luogo della tortura e legatele le mani dietro la schiena, dopo essere stata collegata a una corda e sollevata da terra, le furono dati tre strattoni. Un volta subitili, rimase in quella posizione per poco, poi chiese di essere deposta e promise di confessare ogni verità circa il detto crimine» (Verbale di un processo in Savoia, 1477).
Gli strumenti di compressione più comuni erano le viti per gli arti e per le dita, le ganasce per la testa, vari tipi di pinze e gli stivali per gli arti, come si legge negli atti di un processo scozzese:
«Il dottor Fian fu sottoposto alla pena più spietata e crudele di questo mondo, quella dello stivale: le gambe gli furono schiacciate e fracassate e le ossa e la carne così sfracellate che il sangue e il midollo sprizzavano fuori in grande quantità» Scozia, XVI secolo).
Questi arnesi permettevano di graduare la tortura e di essere rimossi appena si disponesse della confessione. Alcune torture erano previste dal diritto penale, altre furono applicate illegalmente da qualche giudice particolarmente sadico [8]. In Germania si iniziò ad usare la sedia della strega, una sedia di ferro arroventata, in Scozia era tipico strappare le unghie alle streghe. Alcune torture illegali prevedevano di riempire le narici di calce ed acqua, di legare la strega a un tavolo coperto di ramoscelli di porcospino e di rovesciarle un cilindro munito di aculei lungo la spina dorsale, di bruciare acquavite o zolfo sul corpo. La particolare durezza delle torture fu anche determinata dal fatto che si credeva che molte streghe potessero usare la stregoneria per resistere al dolore. Quindi l’antidoto ritenuto più efficace contro la stregoneria delle vittime era il tormentum insomniae. L’imputato veniva tenuto sveglio per quaranta e più ore.
Dopo aver stabilito la colpevolezza dell’imputato, veniva emessa la sentenza, spesso di morte.
Il rogo era comune in tutte le zone ma con dei distinguo, in particolare, prima di essere arsa:
           in Inghilterra la vittima veniva impiccata
           in Germania, Scozia e alcune regioni francesi le vittime venivano strangolate con la garrota;
           nel Principato di Ellwanghen le vittime erano passate a fil di spada;
           in Svezia le vittime erano preventivamente decapitate;
           in Italia, Spagna e Francia erano bruciate vive, mentre un canonico mostrava loro una croce.
La motivazione del rogo è da cercare nelle sacre scritture, dice infatti Paolo:
«Se l'opera che uno costruì sul fondamento resisterà, costui ne riceverà una ricompensa; ma se l'opera finirà bruciata, sarà punito: tuttavia egli si salverà, però come attraverso il fuoco» (1 Cor. 3, 14-15).
La salvezza avviene tramite fuoco purificatore, ma è Giovanni ad essere ancora più preciso sulla sorte che toccherà chi non crede in Cristo:
«Quelli che non credono in me, saranno gettati via come rami secchi. Gli uomini li raccatteranno e li getteranno nel fuoco e saranno bruciati» (Giovanni 15,16).
Il rogo era la punizione generalmente inflitta agli eretici recidivi, e la strega, in quanto seguace di Satana, era certamente apostata. Bruciarle era anche un rituale di purificazione e rassicurava i giudici timorosi che esse non sarebbero tornate dal regno dei morti. È stato calcolato che il tasso delle condanne a morte, secondo varie località ed epoche, si sia aggirato sul 25-47% dei processi, con punte massime eccezionali del 92% (Svizzera). Nei casi in cui non veniva assegnata la condanna a morte, le pene minori potevano consistere nella marchiatura a fuoco, accecamento, estirpazione della lingua, mutilazioni varie, ecc. In pochi casi fortunati il presunto colpevole poteva essere liberato e mandato in esilio.
  
La tortura del sacco e l'impiccagione.
LE CACCE ALLE STREGHE: NUMERI, DATE, GEOGRAFIA
Non è facile identificare il numero esatto di processi ed esecuzioni, gli storici sono divisi e non dobbiamo dimenticare che molte esecuzioni furono sommarie e quindi non vennero registrate.
Lo studioso Hans Kuhn affermò che il numero delle "streghe" uccise, a partire dal 1484 e sino al 1782, ammonta all'impressionante cifra di 9 milioni. Le stime sono, tuttavia molto divergenti e raggruppabili in tre ipotesi diverse:
Stima minima: circa 300.000 processi e 145.000 esecuzioni.
Stima media: 1.200.000/1.500.000 processi e 900.000/1.200.000 esecuzioni.
Stima massima: circa 12.000.000 processi e 9.000.000 esecuzioni.
Molte grandi cacce furono caratterizzate da episodi minori, ma ciò che le accomunò fu il sentimento di terrore profondo e di panico, tipico di un comportamento di isteria collettiva. Le grandi cacce si verificarono nel momento in cui, anche grazie alla tortura, si verificò un sistema di delazioni tale da supportare e dimostrare le accuse.
Non è semplice tracciare una linea del tempo, anche se, pur con tutte le semplificazioni del caso, è possibile individuare questa evoluzione:
* 1300-1330: processi per magia politica.
* 1330-1375: processi per stregoneria/maleficia.
 * dal 1375: processi per satanismo.
* 1435-1500: prime cacce alle streghe e pubblicazione dei principali trattati.
* 1500-1550: parziale declino dei processi.
* Seconda metà del ‘500: ristampa del Malleus maleficarum.
* 1550-1580 aumento dei processi.
* 1580-1650: periodo più intenso di cacce.
* Fine XVII secolo inizio XVIII: declino della stregoneria
* 1755: ultimo processo in Germania
Tutti i paesi europei vennero toccati da cacce di maggiore o minore entità, anche se il 75% dei processi si svolsero in: Francia, Svizzera, Germania, Paesi Bassi.
Nel dettaglio (tabelle tratte da Levak le cacce alle streghe in Europa):





Note





3  Visto che l’ordalia prevedeva l’intervento divino, era necessario che un ecclesiastico benedicesse l’intera operazione.
4  La prima prova documentaria si trova nelle leggi della città di Verona 1228. Nel 1252 la Chiesa che per prima aveva adottato il sistema inquisitorio, seguì l’esempio dei tribunali secolari e consentì l’uso della tortura nei processi verso gli eretici. Innocenzo IV autorizzò gli inquisitori papali a usare la tortura.
5  Nella più importante caccia alle streghe che coinvolse più di 1900 persone, 11 furono condannate al rogo e solo una aveva reso confessione. In Spagna, in linea con i processi contro gli eretici, la confessione riconduceva, di solito alla riconciliazione con Dio.
6  In determinate occasioni, al fine di individuare comunque il marchio, vennero usati particolari spilloni con punta rientrante quando erano premuti sul corpo della vittima. In questo caso la mancanza di dolore veniva interpretata come chiaro segno dell'esistenza del marchio. Questi spilloni con la punta retrattile furono inventati, all'inizio del seicento, dal medico inglese Hopkins per facilitare il lavoro degli inquisitori.
7  Ecco alcune torture, utilizzate con modalità diverse in varie parti del mondo:
ANNODAMENTO: era una tortura specifica per le donne. Si attorcigliavano strettamente i capelli delle streghe a un bastone. Robusti uomini ruotavano l'attrezzo in modo veloce, provocando un enorme dolore e in alcuni casi arrivando a togliere lo scalpo e lasciando il cranio scoperto. Questa tortura fu usata in Germania anche contro gli zingari (1740-1750) e in Russia nel corso della Rivoluzione Bolscevica nel 1917-1918;
CREMAGLIERA: era un modo semplice e popolare per estorcere confessioni. La vittima veniva legata su una tavola, caviglie e polsi. Rulli erano passati sopra la tavola (e in modo preciso sul corpo) fino a slogare tutte le articolazioni;
CULLA DELLA STREGA: questa era una tortura a cui venivano sottoposte solamente le streghe. La strega veniva chiusa in un sacco poi legato a un ramo e veniva fatta continuamente oscillare. Apparentemente non sembra una tortura ma il dondolio causava profondo disorientamento e aiutava a indurre a confessare.
FANCIULLA DI FERRO O VERGINE DI NORIMBERGA: era una specie di contenitore di metallo con sembianze umane (di fanciulla appunto) con porte pieghevoli. Nella parte interna delle porte, erano inserite delle lame metalliche. I prigionieri venivano chiusi dentro in modo che il loro corpo fosse esposto a queste punte in tutta la sua lunghezza, ma senza ledere in modo mortale gli organi vitali. La morte sopraggiungeva lentamente fra atroci dolori.
FORNO: questa barbara sentenza era eseguita in Nord Europa e assomiglia ai forni crematori dei nazisti. La differenza era che nei campi di concentramento le vittime erano uccise prima di essere cremate. Nel XVII secolo più di duemila fra ragazze e donne subirono questa pena nel giro di nove anni. Questo conteggio include anche 2 bambini.
IMPALAMENTO: è una delle più antiche forme di tortura. Veniva attuata per mezzo di un palo aguzzo.
ACQUA INGURGITATA: l'accusato, incatenato mani e piedi ad anelli infissi nel muro e posato su un cavalletto, è costretto a ingurgitare più di NOVE litri d'acqua, e ancora altrettanti se il primo tentativo non risulta convincente, per un totale di DICIOTTO litri.
PERA: era un terribile strumento che veniva impiegato il più delle volte per via orale. La pera era usata anche nel retto e nella vagina. Questo strumento era aperto con un giro di vite da un minimo a un massimo dei suoi segmenti. L'interno della cavità ne risultava orrendamente mutilato, spesso mortalmente. I rebbi costruiti alla fine dei segmenti servivano per aumentare il danno fisico. Questa era una pena riservata alle donne accusate di avere avuto rapporti sessuali col Maligno.
PRESSA: anche conosciuta come pena forte et dura, era una sentenza di morte. Adottata come misura giudiziaria durante il XIV secolo, raggiunse il suo apice durante il regno di Enrico IV. In Bretagna venne abolita nel 1772.
PULIZIA DELL'ANIMA: era opinione diffusa in molte zone che l'anima di una strega o di un eretico fosse corrotta, sporca e covo di quanto di contrario ci fosse al mondo. Per pulirla prima del giudizio, qualche volta le vittime erano forzate a ingerire acqua calda, carbone, perfino sapone. La famosa frase "sciacquare la bocca con il sapone", che si usa oggi, risale proprio a questa tortura.
VEGLIA: consisteva nel privare del sonno gli accusati. Matthew Hopkins la usava in Essex. La vittima, legata, era costretta a immersioni nei fossati anche per tutta la notte per evitare che si addormentasse.*
I TRATTI DI CORDA. Venivano applicati normalmente per tre volte consecutive. Le mani della vittima venivano legate dietro la schiena e poi fissate ad una corda servita da carrucola. Sollevando la vittima da terra, con strappi più o meno violenti, si produceva la lussazione degli omeri. Questo era il tipo di tortura più frequente.
LO SQUASSAMENTO. È una variante del metodo precedente. La vittima veniva appesantita con carichi legati ai piedi, variabili tra i 15 ed i 25 chilogrammi . Uno strappo estremamente violento della corda produceva la fuoriuscita delle articolazioni delle braccia e, sovente, la rottura dei polsi.
 IL CAVALLETTO. Tavolaccio sul quale la vittima era distesa con polsi e caviglie legati a funi che facevano capo ad un argano. L'azione dell'argano provocava lo stiramento degli arti con effetti simili ai due trattamenti precedenti. Questo tipo di tortura poteva essere protratto anche per 30-40 ore e con tensione crescente delle corde.
LE COMPRESSIONI. Tra le più comuni:
          o viti per stritolare arti e dita;
          o ganasce a vite per la testa;
          o stritolatori per genitali maschili;
          o stivali con viti, da applicarsi a gambe e piedi.
LA SEDIA DI FERRO Era una specialità tedesca. La vittima veniva fatta sedere nuda su di una sedia di ferro arroventata.
PINZE E TENAGLIE
          o Le pinze venivano usate per strappare le unghie (Scozia);
          o Le tenaglie arroventate si usavano per strappare lembi di pelle.
TORMENTI DIVERSI
          o la vittima veniva incatenata ad un muro (o in piedi su di uno sgabello) e costretta a bastonate ad una veglia forzata per parecchi Applicati in varie località secondo l'estro degli inquisitori: giorni, sino al totale istupidimento;
          o la culla di Giuda dove l'interrogato, legato mani e piedi, veniva fatto dondolare su di un cuneo che gli tagliava lentamente la pancia;
          o asportazione dei capezzoli femminili con lame taglientissime e cauterizzazione delle piaghe con colata di piombo fuso (specialità di alcuni inquisitori papali dell'Italia meridionale);
    * Mutilazioni varie. Asportazione di occhi, orecchi, dita.
8  Le regole d'oro di Eymerich. N. Eymerich stabilisce delle regole precise su come e quando applicare la tortura mediante strappi di corda.
    * 1 - Si tortura l'accusato che vacilla nelle risposte, affermando ora una cosa, ora il contrario, ma sempre negando i capi di accusa più importanti. Si presume in tal caso che l'accusato nasconda la verità e che incalzato dagli inquirenti, si contraddica. Qualora negasse una volta e poi si confessasse e pentisse verrebbe considerato come un eretico penitente e quindi condannato.
    * 2 - Sarà torturato l'accusato che abbia contro anche un solo testimone. La pubblica nomea ed un testimone costituiscono insieme una mezza prova, cosa del tutto naturale dal momento che una sola testimonianza vale di per sé come un indizio. La regola testis unus, testis nullus vale per la condanna ma non per la presunzione. Una sola testimonianza a carico è dunque sufficiente, anche se la testimonianza di uno solo non ha la stessa forza di un giudizio civile.
    * 3 - L'accusato contro il quale sussistono uno o più indizi gravi deve essere torturato. Il sospetto più gli indizi non sono sufficienti. Per i preti basta il sospetto (ma solo i preti infami saranno torturati). In questo caso sussistono numerose e sufficienti condizioni.
    * 4 - Sarà torturato l'accusato contro il quale deporrà un solo testimone in materia di eresia e contro il quale si abbiano indizi veementi e violenti.
    * 5 - Il sospettato contro il quale esistono più indizi veementi o violenti verrà torturato anche se non si hanno testimoni a carico.
    * 6 - Quindi a maggior ragione si dovrà torturare colui che, a somiglianza del precedente, avrà contro di sé la deposizione di un testimone.
    * 7 - Il sospettato contro cui si ha solo diffamazione o un solo testimone o un solo indizio non verrà torturato perché una di queste condizioni da sola non basta per procedere alla tortura.  

MA CHI FURONO LE STREGHE?
Per i dati al momento in nostro possesso possiamo dire che il 76% delle streghe furono donne, il 24% uomini, mentre non fu rilevato il numero di minori e bambini.
Il giudice di Wurzburg  in riferimento all’operato dell’inquisitore Hilipp Adolf di Ehremberg, principe vescovo di Wurzburg e Johann Georg II Fuchs di Dornheim, di Bramberga, ad esempio, resta inorridito dal vedere come tutta la città di Wurzburg (Germania) fosse implicata nell’accusa di stregoneria.
«Un terzo della città è sicuramente implicato. Gli esponenti più ricchi, elevati e illustri del clero sono già stati giustiziati. Una settimana fa una ragazza diciannovenne, considerata da tutti la più onesta della città, è stata mandata al rogo... ci sono trecento bambini di tre o quattro anni accusati di avere rapporti con il diavolo. Ho visto morire bambini di sette anni, e coraggiosi scolari decenni, dodicenni, quattordicenni».
Colpisce che anche i bambini fossero colpiti da quest’isteria collettiva. Si legge negli atti di un processo di Lucerna che:
«Oggi 16 novembre 1632 gli onorevoli podestà consiglieri e loro seguito, constatato che non vi era da sperare in alcun miglioramento della bambina, l'hanno fatta strangolare nella torre ma senza toglierle la vita, l'hanno racchiusa in un sacco, condotta al patibolo perché fosse bruciata e ridotta in cenere assieme a Brigitta Testacanuta, che a sua volta doveva quel giorno essere giustiziata e bruciata».
La bambina [9] in questione aveva 11 anni.
In Russia e Estonia gli uomini costituirono la maggioranza degli accusati di stregoneria, mentre nei paesi scandinavi le percentuali dei due sessi erano quasi pari, il motivo è che in questi luoghi la stregoneria non venne connessa con la sessualità, ma restò molto legata all’eresia [10].
Certamente, nell’immaginario collettivo esistevano streghe di sesso maschile; sembra che i tempestarii itineranti dell’alto medioevo, che scatenavano tempeste terrorizzando la popolazione, fossero uomini, ma nei secoli successivi il maleficium, nell’ambito del villaggio, fu quasi sempre femminile. Testi profondamente misogini come il Malleus maleficarum non fecero che avvallare questa tendenza; scrive infatti il Malleus in merito alla donna:
«Tutta la stregoneria deriva dalla lussuria della carne, che nelle donne è insaziabile. ...Che cosa è la donna se non un nemico dell'amicizia, una inevitabile punizione, un male necessario, una tentazione naturale?» (Malleus Maleficarum).
Gli uomini potevano benissimo, al pari delle donne, praticare la magia nera, fare patti col diavolo e partecipare al sabba, ma si riteneva che le donne fossero moralmente più deboli e quindi più facilmente soggette a soccombere alle tentazioni del demonio.
Il ragionamento è semplice: la donna è complice di lussuria e quindi più soggetta al diavolo, signore e padrone della menzogna e della fragilità della carne. il Diavolo aveva rapporti sessuali con tutte le streghe perché sapeva che le donne amano i piaceri della carne:
«Il suo amante [il diavolo] viene due o tre volte alla settimana, compie atti lascivi con lei, si accoppia con lei […]. Inoltre è più volte giaciuto con lei il fratellino […] compiendo con esso incesto, e ben più volte di quante sono menzionate nel precedente protocollo. Le piaceva molto di più quando suo fratello si univa a lei di quando lo faceva il diavolo. Il diavolo si è accoppiato con lei anche una volta che perdeva sangue» (Verbale del processo di Maria Durnau, 1661).
Maria Durnau venne accusata di stregoneria a Stoccarda insieme al fratellino Isau e i due furono uccisi con la spada il 27 di novembre dell'anno 1662 nella foresta.
Erano stati ritenuti colpevoli di orribili azioni: avevano rinnegato Cristo, sua madre e tutti i santi. Erano devoti del nemico maligno, e avevano vergognosamente disonorato l'ostie consacrate.  Come si legge, Maria era accusata di aver avuto rapporti sessuali innumerevoli volte col nemico maligno e di aver commesso incesto.
Il 62 % delle streghe processate aveva più di 50 anni, e, presumibilmente era brutta: così si esprimonoCardano e Scot:
«Le streghe sono misere vecchie mendicanti che vivono nelle valli nutrendosi di castagne e di erbe di campo» (Gerolamo Cardano, 1501-1573).
«Solitamente vecchie, zoppe, mezze cieche,pallide, sudice e piene di rughe[…] smilze e deformi, e offrono le loro facce melanconiche al disgusto di chi le incontra» (Reginald Scot, 1538-1599).
Molte delle donne accusate di maleficia erano persone solitarie, eccentriche o di cattivo carattere, magari vedove o “zitelle”, personalità solitarie che difficilmente si inquadravano nella rigida etica del villaggio.
Tra le accusate il 56% era costituito da persone sposate, il 28% erano vedove, il 16% erano nubili.
Alcune categorie di donne erano più facilmente vittime di accuse: le levatrici, le cuoche, le guaritrici. Dal momento che le streghe erano avide di bambini non battezzati per poterli sacrificare al Diavolo, le levatrici, più di chiunque altro, avevano la possibilità di battezzare nel nome di satana gli infanti. Il fatto che poi la mortalità infantile fosse così alta, certo non deponeva a loro favore. Nel 1728 una levatrice ungherese, bruciata come strega, fu accusata di aver battezzato nel nome del diavolo 2000 bambini. Le levatrici erano, sovente, anche erboriste e guaritrici e costituivano, nelle campagne, l'unica forma di assistenza medica a cui potersi rivolgere. Alcune disponevano di patenti rilasciate dalle autorità locali, non sempre sufficienti a preservarle da accuse ed arresti. Le cuoche, come le guaritrici, potevano facilmente lavorare con erbe ed essere accusate di aver avvelenato i commensali.
Esistevano nozioni diverse sulla natura delle streghe: per i contadini le streghe erano persone che facevano male ai loro vicini; per vescovi laici e avvocati la strega era membro di una setta segreta organizzata da Satana. Ogni processo era una battaglia tra le forze di Dio e le forze del diavolo ed era combattuta per l’anima della strega, che, seppur bruciata, avrebbe perso la sua vita terrena, a guadagnato quella eterna.
     
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9  Anche bambini ed adolescenti (in particolare femmine) furono estesamente processati ed uccisi con l'accusa di stregoneria; era sufficiente avere compiuto gli otto anni per cadere nelle grinfie degli inquisitori. Le bambine di 8-10 anni, consacrate dalle loro madri al Diavolo, erano in grado di scatenare furiose tempeste in mare e devastanti grandinate sui raccolti. Sprenger e Kramer nel Malleus danno per scontata la trasmissione del maleficio da madre a figlia: «... l'esperienza dimostra che sempre le figlie hanno fama di essere le imitatrici dei delitti materni... e che quasi sempre la progenie è infetta».
10  Il fatto che l’eresia non era collegata al sesso può spiegare il motivo per cui l’Inquisizione spagnola e quella Romana processarono per stregoneria una percentuale di uomini superiore a quella riscontrata nella maggior parte dei tribunali europei. L’inquisizione in Italia e Spagna istituì processi per stregoneria come forma di magia e mostrò scarso interesse per il maleficium.


FONTE PRIMARIA





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