In questo periodo ha inizio la fase "pre-costantiniana" della storia del cristianesimo
(secondo le indicazioni del Concilio Vaticano II).
Sovente questi pensieri rappresentavano, nelle loro manifestazioni messianiche, piu' che un bisogno spirituale, un anelito alla liberta' ed alla indipendenza dal giogo di Roma.
Non a caso questi movimenti si manifestano in quella fascia di territori che si estende dall' Egitto all' Anatolia. E' la classica illusoria, consolante politica del "Dio e' con noi
Questi nuovi culti, basati sullo sperato avvento di un "Salvatore", possono essere definiti di tipo
giudeo-cristiano / giudeo-messianico
(Rif. 799)
Nel generale fermento di iniziative di questo periodo, destinato a durare sino alla caduta di Gerusalemme, è nota l'attività sovversiva, in Palestina, di diversi predicatori e briganti, fra i quali figura anche un certo "Gesù", capo brigante attivo nei pressi di Tolemaide. Notare che il nome "Gesù" e' una successiva versione di "Giosuè" ed entrambi derivano dalla radice J-Sh-W; si possono quindi considerare come dei sinonimi.
(Rif. 710,725)
Riferimento Storico:
SOLLEVAZIONE DEGLI EBREI
Una nuova sollevazione degli ebrei viene domata dalle truppe di Traiano.
ADRIANO IMPERATORE
In Agosto Adriano viene eletto imperatore.
LA VISITA DI ADRIANO
L'Imperatore Adriano visita la Palestina e rimane fortemente impressionato dalle rovine, ormai quasi disabitate, di Gerusalemme.
Ordina che la città venga ricostruita, ornata di templi pagani e ribattezzata (ELIA) AELIA CAPITOLINA.
(Rif. 172)
SIMONE BAR-KOSBA
(anche: Barcho-Kheba, Simone il Magnifico, il figlio dell'astro, il figlio della stella) l'ultimo degli esseno-zeloti a perseverare nella guerra messianica di liberazione della Palestina; i Giudei lo consideravano un nuovo messia, un cristo. Dotato di larghi mezzi e fiducioso in alleanze, che poi verranno a mancare, organizza una grandiosa rivolta, mettendo in crisi l'esercito romano, mediante una nuova tecnica di guerriglia (mordi e fuggi).
Giulio Severo, inviato dall'imperatore Adriano e dotato di un cospicuo esercito di 12 legioni(!) contrattacca i rivoltosi.
Dodici legioni, circa 73000 uomini, è un esercito che non si era mai visto prima, soprattutto in Palestina. La cifra va decisamente ridimensionata, anche se i romani dovettero faticare non poco per ripulire il paese dai ribelli. Si dice abbiano dovuto espugnare una cinquantina di fortificazioni e passare al setaccio quasi mille centri abitati.
SCONFITTA DI SIMONE BAR-KOSBA
Stretto in una morsa dall'esercito romano Simone Bar-Kosba viene definitivamente sconfitto ed ucciso nella roccaforte di Beitar (Biter), vicino a Gerusalemme.
Dopo la distruzione finale di Gerusalemme e lo sfacelo del mondo giudaico, uno dei culti giudeo-cristiani, quello della Nuova Chiesa di Gerusalemme, si dissolve; una modesta parte di questo culto, alcune idee, verranno importate a Roma da elementi non solo giudei.
Riferimenti Storici:
FINE DELLA RIVOLTA
Giulio Severo spegne gli ultimi focolai di rivolta e pone fine all'ultima guerra messianica di liberazione.
Conformemente alle istruzioni impartite dall'Imperatore Adriano, il legato Tinneio Rufo dà inizio alla ricostruzione della città. E' un piano di lavori talmente innovativo che cancellerà praticamente tutte le traccie di quella che era Gerusalemme ai tempi di Gesù. Sull'area dell'ex Tempio sorgeranno parecchi templi dedicati agli dei del Campidoglio Romano. Sull'area del calvario e del presunto sepolcro di Gesù verrà costruito un tempio dedicato alla dea Afrodite.
(Rif. 172)
Marcione si trasferisce da Antiochia a Roma, portando con se una copia del Diegesis (vedi oltre: Apollonio). A Roma il libro viene tradotto in greco ed in latino e costituirà la base comune per la stesura di altri vangeli tra i quali il Vangelo di Marcione.
Pare sia stato lo stesso Marcione a diffondere, in questo periodo, notizie sulle ipotetiche figure di Paolo di Tarso e di Luca, sino ad allora illustri sconosciuti.
Nel Vangelo di Marcione il messia non è nato a Betlemme ma "disceso da Cafarnao" nell'anno 15 del regno di Tiberio; secondo l'autore non si trattava di un uomo in carne ed ossa ma di un puro spirito. Dichiarazione incauta che gli costerà l'allontanamento dalla setta di Roma che propendeva per la figura di un messia, mezzo uomo e mezzo dio, morto su di una croce.
Durante il suo soggiorno a Roma Marcione avrebbe anche tentato di definire un canone di tutti gli scritti utili alla nuova religione, escludendo completamente i libri del Nuovo Testamento.
Marcione, teologo e filosofo greco, nato sul Mar Nero, a Sinope (ex Ponto Eusino) nel 85 e.v. e morto nel 165 e.v..
Armatore benestante, dotato di larghi mezzi, venne scomunicato dallo stesso padre per le sue idee religiose di connotazione decisamente gnostica e fortemente critica verso il dio del Vecchio Testamento, al quale attribuiva caratteristiche pesantemente negative, considerandolo un essere vendicativo, troppo severo e geloso, alla stregua di un demone. Il cristo sarebbe stato invece figlio di un altro dio la cui essenza era sconosciuta e indefinita, se non indefinibile.
Nel 140 e.v. raggiunge Roma ed entra, (dopo aver versato una barca di soldi) in qualità di vescovo, nella comunità giudaico-esseno-cristiana locale, dalla quale verrà poi allontanato nel 144 e.v., sempre a causa delle sue idee, dando luogo al primo scisma nella storia della cristianità e creando una nuova corrente religiosa, il marcionismo, destinata a durare per qualche secolo.
E' assai probabile che dal vangelo di Marcione sia stato ricavato quello di Luca che, in buona parte (almeno 3/4), è del tutto simile al primo.
Alcuni studiosi ritengono che le lettere di Paolo siano dovute a questo autore.
(H. Detering-1995)
ANNI: 150-160 (e.v.)
In questo periodo si verifica una scissione tra gli "pseudo- cristiani" (la maggior parte ebrei della ex Nuova Chiesa di Gerusalemme che non aderivano più alla sinagoga) i quali cominciano a distinguersi in "materialisti" (sostenitori dell'incarnazione = nuovi cristiani) e "gnostici" i quali asserivano che il messia spirituale in realtà non era un uomo ma che dell'uomo aveva assunto solo le apparenze.
A seguito di ciò si rilevano i primi accenni al nome Gesù, dopo 120 anni dalla sua presunta morte. Nessun scrittore ne aveva mai parlato prima di questa epoca.
Vengono fatti risalire a quest'epoca alcuni vangeli gnostici (copti) ritrovati a Nag Hammadi (Egitto), nel 1945. Erano stati sepolti per motivi non ben chiari, nel 500(a.e.v.).
In questi anni avrebbe pontificato il primo papa di Roma: papa Sotero.
In barba a quello che sostengono gli storici del cristianesimo, i precedenti papi ed esattamente:
Pietro (30-64 e.v.)
Lino (67-76 e.v.)
Anacleto I (76-88 e.v.)
Clemente I (88-97 e.v.)
Evaristo (97-105 e.v.)
Alessandro I (105-115 e.v.)
Sisto I (115-125 e.v.)
Telesforo (125-136 e.v.)
Igino (136-140 e.v.)
Pio I (140-155 e.v.)
Aniceto (155-166 e.v.)
non sono mai esistiti, o almeno nessun storico indipendente li ricorda. Non esistendo ancora una religione cristiana in senso proprio, non potevano conseguentemente esistere papi cristiani. Al più, qualcuno può essere stato un capo-setta di raggruppamenti esseno-zeloti o di giudei che, avendo rifiutata la legge mosaica, erano in cerca di una nuova identità cultuale.
Non è ben chiaro se sia stato successivamente il papa Damaso (c. 350 e.v.) oppure il papa Simmaco (c. 500 e.v.) ad organizzare questa ennesima falsificazione mediante la prima stesura del "Liber Pontificalis" e da altri successivamente aggiornato.
Appaiono i vangeli attribuiti ai quattro evangelisti:
Il Vangelo di Luca, nel 170 e.v. circa
(Rif.500)
Il Vangelo di Marco, nel 175 e.v. circa
(Rif.525)
Il Vangelo di Matteo, nel 180 e.v. circa
(Rif.500)
Il Vangelo di Giovanni, nel 178 e.v. circa
(Rif.750,500)
Malgrado i successivi e patetici tentativi della chiesa di retrodatare la nascita di questi testi, resta il fatto che prima di queste date nessuno ne aveva mai sentito parlare.
Nessuno di questi testi contiene accenni sulla nascita e sull'infanzia di Gesù.
Queste notizie verranno aggiunte in seguito, sui vangeli di Matteo e di Luca, a partire dal III-IV secolo, introducendo le figure di Maria e di Giuseppe.
(Rif.500)
Alcuni esperti sostengono che il Vangelo e l'Apocalisse di Giovanni siano stati scritti dallo gnostico Cerinto.
Di Cerinto si conosce molto poco. Nato ad Efeso o ad Antiochia, nel II secolo e.v. (alcuni sostengono fosse di origine egizia), era praticamente un contemporaneo del presunto Giovanni Evangelista.
Avrebbe scritto un Vangelo ed una Apocalisse che, in seguito, vennero riscritti da Giovanni per "mondarli" della loro forte connotazione gnostica ed eretica ed allinearli, almeno in parte, alla credenza ortodossa cristiana che allora si stava affermando. Oltretutto Cerinto non credeva che il mondo fosse stato creato da Dio ma bensì da un Demiurgo oppure da alcuni angeli.
Non è comunque chiaro (Cerinto a parte) come il vangelo di Giovanni abbia potuto entrare a far parte del canone della chiesa romana malgrado la sua spiccata connotazione gnostica, poco compatibile con i principi del nuovo culto che si andava creando.
(Rif.530)
(Rif.750,500,530)
Si tratta del Codice Muratoriano (pubblicato nel 1740), nel quale vengono, per la prima volta, citati Luca e Giovanni. E' stato stimato che il documento originale, sul quale si basa la notizia, risalga al 170 e.v. circa.
Si suppone che il concetto di resurrezione corporea di Gesù sia nato con la stesura di questi vangeli. Prima di questo periodo pare che nessuno abbia mai accennato a tale evento. Comunque è una considerazione non certa.
Era inevitabile che la stesura dei vangeli (canonici e non) suscitasse reazioni contrarie da parte degli esponenti della cultura pagana.
Il più noto di questi contestatori della nuova teologia è stato CELSO, autore di un'opera intesa a smontare, pezzo per pezzo, le sciocchezze diffuse con i vangeli: La dottrina verace.
Secondo Celso, quello che i vangeli spacciavano per "figlio di dio", non era altro che il figlio adulterino di una filatrice e/o sarta ebrea (sposata con un carpentiere), sedotta da un soldato romano di nome Panthera (Pondera). Madre e figlio seguono succesivamente il soldato trasferito in Egitto e qui il ragazzo sarebbe stato iniziato a quelle arti magiche di cui farà grande uso durante la sua "strana carriera" di pseudo profeta.
Celso ritiene che i presunti miracoli di Gesù, che si era proclamato figlio di una vergine, non sono altro che giochi di prestigio e/o bugie inventate dai suoi furbi seguaci; nega la resurrezione di Gesù, che in realtà nessuno ha visto, e si chiede perchè Gesù stesso, dopo risorto, non si è fatto vedere dai suoi nemici, se non altro per confonderli e disorientarli. Come immortale che cosa aveva ancora da temere?
Su Celso, filosofo di formazione platonica, le notizie sono scarse. Il clero cristiano si è dato attivamente da fare per distruggere tutte le sue opere.
La sua esistenza e la sua attività ci sono note perchè altri autori, dopo di lui, lo hanno citato e riportato nei loro scritti, per sostenere o contestare le sue opinioni (Origene, Porfirio, ecc.).
E' noto che tutto quello che avete scritto è il risultato di continui rimaneggiamenti fatti a segito delle critiche che vi venivano rivolte.
Colui al quale avete attribuito il nome di Gesù, in realtà non era altro che il capo di una banda di briganti.
Oltretutto di individui chiamati Gesù, nome molto comune, in quegli anni ne vengono ricordati parecchi: sacerdoti, figli di sacerdoti, dignitari ed anche un capobanda di un gruppo di briganti operanti dalle parti di Tolemaide.
(Rif. 710)
Si suppone che in questo periodo abbia visto la luce una delle più grandi baggianate di tutta le letteratura cristiana dei primordi: l'Apocalisse (= rivelazione) del presunto Giovanni.
Il testo era nato per terrorizzare i seguaci forse più tiepidi, prendendo a prestito quanto già scritto su vari libri di questo genere, non ultimo quello di Zoroastro.
Un fatto è incontestabile: questo libro è stato una fonte di ispirazione inesauribile per gli scrittori di libri del terrore e per i produttori di film dell'orrore di Hollywood.
ANNO 193 (e.v.)
NOMINA DI SETTIMIO SEVERO
Settimio Severo viene nominato imperatore.
PERSECUZIONE DI SETTIMIO SEVERO
L'imperatore Settimio Severo emana un bando di proscrizione e di persecuzione contro le sette giudeo-cristiane.
Cominciano ad apparire le prime immagini del Cristo:
Un maestro seduto tra i discepoli
Un pastore con il gregge
Un pastore con un agnello sulle spalle (dal culto di Serapide)
Un agnello inchiodato su di una croce
Disegni di pesci stilizzati (dal culto di Afrodite e di Apollo).
Queste immagini non sono mai riferite al personaggio Gesù, il nome del quale, affiorato nella seconda metà del secolo precedente non è ancora noto e diffuso, ma ad un presunto "Unto del Signore, ad un Signore, ad un Cristo".
Cosa c'entra il pesce?
Qualcuno partendo dalla parola greca "ICTHYS" ha ricavato un precario anagramma che recita: "Iesus Cristos Teheou Uios Soter" e l'ha propinato agli sprovveduti dell'epoca.
La setta neo-cristiana di Roma ha inventato, molto probabilmente all'inizio del 200 d.C, (Rif.710,500) la strana figura del "missionario" Paolo, alias Saulo di Tarso, descritto negli Atti degli Apostoli di Luca. Che sia una invenzione o una scopiazzatura, lo dimostrano, come al solito, la mancanza di qualsiasi riferimento storico, le incertezze dello pseudo autore Luca e alcune pesanti incongruenze, già descritte nella Parte IV del presente testo.
Una precisazione: su questo periodo non tutti sono d'accordo. Alcuni autori ritengono che le epistole di Paolo siano di poco precedenti la compilazione dei quattro vangeli.
(Rif.710)
Questo spiegherebbe il fatto che nelle epistole i vangeli non vengono mai menzionati.
ANNI: 240-250 (e.v.)
Intorno a questi anni la comunità giudeo-cristiana che faceva capo alla setta che allignava a Roma contava:
Un vescovo (episcopo=papa?)
46 presbiteri (preti e/o anziani del culto)
14 diaconi (serventi del culto)
50 lettori, esorcisti e portatori del credo
5000 adepti (pistoi = credenti battezzati)
42 accoliti (energumeni = in attesa di battesimo)
su di un totale di circa un milione di abitanti. Questa comunità non disponeva di chiese costruite su suolo pubblico.
(Rif.710,***)
Origene era convinto che i cristiani fossero una esigua frazione degli abitanti del mondo da lui conosciuto. Egli li stimava in circa il due per cento della popolazione.
sempre pronte ad azzuffarsi tra di loro per delle quisquiglie dottrinarie, ma:
compatte quando si trattava di osteggiare l'intero Pantheon degli dei romani
compatte nel rifiuto di obbedienza all'Imperatore, in quanto divinizzato
compatte, la maggior parte di esse, nella loro politica di revanscismo giudaico.
L'imperatore Quinto Decio, preoccupato dal fatto che questi gruppi svolgevano sovente azioni fortemente rivoluzionarie, prese la decisione (come aveva fatto Tiberio) di deportarne qualche migliaio in Sardegna, a lavorare nelle miniere.
(Rif.710,799)
Come può essere legittimo ed opportuno usare il falso come una medicina e per il beneficio di coloro che vogliono essere ingannati.
Comunque Eusebio non ha inventato nulla di nuovo: qualcosa del genere era già stata ipotizzata e suggerita da Platone nel suo libro La Repubblica.
(Rif.710,530)
VALERIANO
Valeriano viene nominato imperatore.
PERSECUZIONE DI VALERIANO
L'Imperatore Valeriano cerca di porre fine alle tumultuose discordie che nascono tra le varie correnti "giudeo-cristiane" in seno alle comunità ebraiche, ordinando arresti, condanne ed espulsioni.
L'imperatore Aureliano introduce a Roma il culto del Dio Sole, cercando di imporlo come culto di stato. Edifica un tempio/santuario dedicato a questa divinità e proclama il 25 Dicembre giorno di festa in onore del nuovo dio, del quale, l'imperatore stesso si è fatto supremo sacerdote.
(Rif.799)
DIOCLEZIANO IMPERATORE
Il 17 Settembre Diocleziano viene eletto imperatore
PERSECUZIONI DI DIOCLEZIANO
Diocleziano emana un decreto per la soppressione delle sette giudeo-cristiane.
Diocleziano, sposato con una cristiana, è stato nei primi 17-18 anni del suo regno, alquanto tollerante verso i movimenti giudaico-cristiani. Acconsentì che a Nicomedia, di fronte al suo palazzo, fosse costruita una delle più grandi chiese dell'antichità.
Le cose si guastarono sia per le pressioni di Galerio (che dei cristiani aveva la massima diffidenza), sia per l'atto sconsiderato di un cristiano protervo e fanatico che con un gesto offensivo cercò di mettere in dubbio l'autorità imperiale di Diocleziano. La reazione dell'imperatore fu conseguente:
- abbattimento della chiesa di Nicomedia
- arresto e condanna di 200 capi fanatici sparsi su tutto il territorio dell'impero.
(Rif. 410)
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www.alateus.it/breviario.htm
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