sabato 14 maggio 2011
Cristo morì in croce o legato a un palo?
Un teologo torna a ipotizzare la possibilità che quello della croce cristiana sia un grande fraintendimento
Gunnar Samuelsson è un teologo dell’Università di Göteborg (Svezia), dedica la propria vita allo studio dei testi sacri e sostiene che la croce cristiana andrebbe sostituita con un palo. Secondo lo studioso, il simbolo per eccellenza del cristianesimo deriverebbe da una scorretta interpretazione della Bibbia, nella quale non si ritrovano riferimenti espliciti alla crocifissione e all’utilizzo di chiodi per descrivere l’uccisione di Cristo. Nei testi sacri originali si parla di “stauròs” quando ci si riferisce al patibolo su cui morì Gesù, parola greca che viene tradotta con la parola “croce”, ma che può anche indicare il termine “palo”.
Samuelsson ha analizzato a lungo i testi originali scrivendo infine una tesi di oltre 400 pagine per approfondire la nascita del simbolismo legato alla croce. Il teologo sostiene che i testi antichi parlano di rado della crocifissione e i riferimenti a quanto raccontato nella Bibbia non sono molti. I testi delle letterature greca, latina ed ebraica dall’epoca di Omero al primo secolo dopo Cristo parlano di diversi metodi di punizione, ma non vengono citate “croci” o “crocifissioni”, spiega Samuelsson al Telegraph. Nelle fonti consultate dal teologo e riferite a quanto narrato nella Bibbia non ci sono, inoltre, dettagli sul sistema utilizzato per l’esecuzione di Cristo.
«Questo è il centro del problema. Il testo della passione non è così preciso e pieno di informazioni come noi cristiani vorremmo che sia. Se sei alla ricerca di testi che descrivono l’atto di inchiodare le persone a una croce non li troverai da nessuna parte se non nei Vangeli. [...] Che un uomo chiamato Gesù sia vissuto in quella parte del mondo e a quei tempi è ben documentato. Lasciò anche un segno notevole nella letteratura del tempo. Io credo che quell’uomo citato nei testi sia il figlio di Dio. Non reputo che i cristiani debbano respingere o dubitare dei testi sacri.»
Il teologo suggerisce di leggere i testi così come sono, e non come i credenti pensano che debbano essere: «Il testo della Bibbia è sufficiente. Non c’è nulla da aggiungere».
In realtà della questione “croce” o “palo” si parla da tempo e alcune confessioni ritengono che la parola contenuta nei testi sacri sia da riferire a questo secondo termine.
Fonte: www.ilpost.it
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