lunedì 20 dicembre 2010

L'arcivescovo Sepinac:storia di un santo responsabile di genocidio

Immagine di Alojzije StepinacDopo la prima guerra mondiale (1918), la Croazia si trovò a far parte del "Regno dei Serbi, dei Croati e degli Sloveni" (poi regno di Jugoslavia).
Il Partito Croato dei Diritti, cattolico, nazionalista e autonomista, esisteva fin dal 1861; ne facevano parte i militanti che poi presero il nome di "ustascia" (insorti) richiamandosi alle lotte d'indipendenza contro la Turchia. Intorno al 1920 Pavelic ne diventò il leader e trovò subito l'appoggio di Mussolini, poi quello di Hitler.
Alojzije Viktor Stepinac (1898-1960) diventò arcivescovo di Zagabria nel 1937. Quando scoppiò la seconda guerra mondiale, i nazifascisti invasero la Jugoslavia e crearono (1941) lo Stato Indipendente (!!) di Croazia, con il governo di Pavelic, che trasformò il Partito croato dei diritti in "Partito unico dello Stato indipendente di Croazia".
Il 21 aprile 1941 l'organo ufficiale dell'arcivescovado di Zagabria (cioè di Stepinac), Katolicki List, commentando l'invasione della Jugoslavia da parte delle truppe nazifasciste, l'arrivo a Zagabria di Pavelic e l'instaurazione della dittatura ustascia, attribuiva tali fortune alla provvidenza divina:
"Questi avvenimenti hanno reso possibile la fondazione dello Stato indipendente Croato (...) l'Onnipotente Provvidenza lo ha realizzato nell'anno del grande giubileo del popolo. La Chiesa cattolica, che per 1300 anni ha guidato spiritualmente il popolo croato (...) unisce la sua gioia a quella del popolo".

Lo stesso giornale il 7 giugno 1941 pubblicò un articolo nel quale inneggiava a Pavelic:
(...) ha restituito alla Chiesa cattolica la sua antica, tradizionale autorità divina (...) dedica grande attenzione alla fede e ai miracoli .

Da notare il richiamo all'autorità divina della chiesa: i nemici di tale autorità non erano tanto gli ebrei (relativamente pochi, circa 30.000), quanto i cristiani ortodossi, che erano serbi. Per regolare i conti con loro la chiesa cattolica aveva organizzato la Grande confraternita dei Crociati e la Grande Unione delle Sorelle Crociate .
Comunque, la chiesa cattolica croata non mancò di applaudire anche il fanatismo antisemita degli ustascia. La rivista cattolica Glasnik sv. Ante, nel numero 5-6 del giugno 1941 scriveva:

In Croazia vi sono oltre 30.000 ebrei. Nella zona di Zagabria ve ne sono 12.000... nelle nostre regioni più povere (...) non vi è nessun ebreo, poiché là essi non hanno occasioni di rubare. Il Partito Unico ha dichiarato che la questione ebraica sarà radicalmente risolta.

L'obiettivo di Pavelic e degli ustascia era di eliminare dal territorio non solo i cristiani ortodossi, ma anche ebrei, zingari, comunisti e oppositori politici in genere. Per questo, naturalmente, avevano la collaborazione totale del clero cattolico croato, con l'approvazione dei fascisti e del Vaticano.

Già negli anni della clandestinità il movimento di Pavelic aveva raccolto numerosi attivisti fra il clero croato. Dopo la presa di potere del 1941, potè fare completo affidamento sull'organizzazione, dell'intera chiesa: l' Azione cattolica (organizzata e sviluppata personalmente da Stepinac), la Grande confraternita dei Crociati , la Società accademica Domagoj , l' Associazione cattolica studentesca Mahnic , la Grande Unione delle Sorelle Crociate , le parrocchie, i circoli ricreativi, le scuole e i convitti cattolici furono tutti mobilitati per convincere i fedeli che la dittatura degli ustascia era benedetta da Dio.

Il Partito Unico di Pavelic si distinse dal nazismo e dal fascismo italiano per il suo carattere ultra-cattolico e per la partecipazione attiva dei preti. Il 10 aprile 1942 il giornale Vrmbosna pubblicò un articolo firmato da Dragutin Kramber, segretario dell'arcivescovo di Sarajevo:

"... possiamo affermare, senza timore di essere smentiti, che noi sacerdoti cattolici croati ci siamo trovati, nella stragrande maggioranza, fin dall'inizio, dalla parte di quegli uomini che hanno preparato l'avvento della Croazia indipendente. Questo Stato è una nostra creatura ."
La "creatura" sterminò oltre un milione di persone, di cui circa il 50% erano serbi. Il frate cattolico Miroslav Filipovic-Majstorovic fu il comandante del lager di Jasenovac, dove i serbi vennero uccisi a migliaia o si convertirono "spontaneamente" al cattolicesimo.

Nel 1944 la Jugoslavia fu occupata dall'Armata rossa e dall'eserticito partigiano del "maresciallo Tito". Il nuovo governo fu formato dai comunisti e dai partigiani che avevano combattuto contro la dittatura.
Pavelic, con l'aiuto del Vaticano, riuscì a rifugiarsi prima a Roma e poi in Argentina, dove però fu rintracciato da un serbo che lo ferì gravemente; morì due anni dopo in seguito a questo attentato.

Nel 1945 Stepinac viene accusato di collaborazionismo, ma il governo jugoslavo, che vorrebbe mantenere buoni rapporti col Vaticano, chiede al papa (il nazi-fascista Pacelli) di nominare un nuovo arcivescovo di Zagabria richiamando Stepinac, che sarebbe lasciato libero di trasferirsi a Roma.

Nei primi giorni del 1946 le autorità jugoslave consegnano al Vaticano un'ampia documentazione sulle attività collaborazioniste di Stepinac e di gran parte del clero croato.

Ma il papa non è stupido: a questo punto, uno Stepinac vivo e libero può solo creare dei problemi; invece come vittima del "materialismo ateo" può ancora essere utile. Non solo il Pacelli rifiuta la liberazione di Stepinac, ma lo promuoverà cardinale perchè il suo "martirio" sia più clamoroso e crei le maggiori difficoltà possibili al nuovo regime "bolscevico" di Tito, magari riaccendendo il fanatismo religioso degli ustascia.

Non si sa fino a che punto Stepinac abbia apprezzato questa sottile strategia: nello stesso periodo, in Slovacchia, il suo degno collega monsignor Tiso fu impiccato senza tanti complimenti e senza preoccuparsi che potesse diventare un martire (come tutt'ora è considerato dalla chiesa cattolica).

Così, Stepinac venne processato e condannato a 16 anni di lavori forzati. Una pena mite, poi commutata in arresti domiciliari. Morì di morte naturale (una malattia genetica) nel 1960.

Martire della Fede fin da allora, nel 1998 fu santificato dal papa Wojtyla.

http://it.wikipedia.org/wiki/Alojzije_Viktor_Stepinac
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