La scoperta dell’America è un evento che ha nel suo artefice un simbolo scelto per impersonare in terra lo Spirito santo, in un disegno che ha radici antiche e sinora mai svelate.Che ruolo ebbe in quest’impresa Innocenzo VIII, il papa tradito? Fu Colombo un erede della conoscenza templare?
Negli ultimi dieci anni alcuni preconcetti sono stati rimossi, figure di primo piano dell’avventura colombiana sono riemerse, in un assemblaggio certosino di tasselli, che vengono a completare un affresco del tutto inedito.D’altronde le vicende si sono tramandate e sono state studiate attraverso le cronache dei vincitori di quella partita, che furono i re di Spagna. I loro cortigiani hanno abilmente provveduto a camuffare la verità.Verità che fu occultata anche a Roma con il papato di Alessandro VI, quel Rodrigo Borgia, spagnolo, che venne eletto, come scrive Chaunu, con “gli intrighi” degli stessi re spagnoli.Spagna-Vaticano rappresentano “l’asse della menzogna” della storia colombiana.
Il Papa occultato
Innocenzo VIII, nato Giovanni Battista Cybo (Genova, 1432 – Roma, 25 luglio 1492), fu il 213° papa della Chiesa cattolica dal 1484 alla morte.Sulla tomba di papa Innocenzo VIII c'è scritto "Durante il suo regno la scoperta di un Nuovo Mondo". Tuttavia, la partenza di Cristoforo Colombo, da Palos de la Frontera (Spagna), avvenne il 3 agosto 1492, alcuni giorni dopo la morte del Pontefice.Nel libro “Cristoforo Colombo e il papa tradito” emergeva dal passato sopratutto la figura di quello che chiamavamo il “papa desaparecido”: Innocenzo VIII, genovese, della famiglia dei Cybo proveniente dall’Oriente ed in particolare da Rodi, l’isola di quei cavalieri, oggi di Malta, che avevano ereditato i beni (forse non solo quelli) dei Templari.Innocenzo VIII rimane sulla cattedra di Pietro dal 1484 al 1492.Muore esattamente sette giorni prima della partenza di Colombo, che chiaramente salpa da Palos senza essere a conoscenza che il “suo” papa è morto. Forse non proprio secondo natura, visto che il papa successivo è il Borgia, tristemente noto per l’uso della “cantarella”, un veleno che gli consentiva di accelerare i suoi scellerati disegni. Ma questa è una storia già scritta.Veniamo piuttosto ad un versante dell’indagine, che si fa sempre più intrigante e che apre prospettive ancora una volta mai percorse lungo l’ampio spettro che si dilata in una ricerca più approfondita del viaggio alle Americhe.Laddove l’Ammiraglio delle Indie viene a perdere la prospettiva di un solitario sognatore, per diventare il terminale di un piano a lungo coltivato e programmato, nell’attesa del tempo migliore. Un piano che fa capo ad una cerchia di persone dalle mire universalistiche, se vogliamo di “illuminati”.In un’operazione che parte almeno 50 anni prima e che fa capo soprattutto alla Chiesa di Roma.Ma quale Chiesa? Quale corrente di pensiero all’interno della stessa Chiesa, dove, come è notorio, si scontrano posizioni spesso opposte e inconciliabili?
Da tempo andiamo sottolineando il fatto che la “radiografia” di Colombo e del suo pensiero si svela in alcune frasi che compaiono nei suoi scritti. In particolare quando afferma che “lo Spirito Santo è presente in cristiani, musulmani ed ebrei” e che il “suo sapere” deriva dall’aver studiato testi cristiani, musulmani, ebrei e di qualsiasi altra setta.Non è il corso di studi di un semplice marinaio.Colombo era uno scienziato, esperto nelle cosiddette arti del “quadrivio”, un uomo predestinato (“nato facto” scrive papa Borgia) all’impresa per la quale viene preparato. Anche papa Innocenzo VIII, papa cristiano, cattolico, romano ha a che vedere con musulmani ed ebrei. Il padre si chiamava Aronne, un nome ebreo, la nonna Saracina, un nome di derivazione musulmana.Il padre diventa viceré di Napoli in quella città dove, come è detto in tutte le biografie, Innocenzo VIII ebbe molti figli. Nel sangue del pontefice si concentravano le tre religioni monoteiste: ancora una volta la riconciliazione degli opposti. Colombo e Innocenzo si muovono in sintonia, al punto da ipotizzare una consanguineità.Due testi dei primi anni del Cinquecento parlano di un “Columbus nepos” (il primo trovato dal professor Baldacci a Roma, il secondo dal professor Finzi a Perugna). Nipote nel costume dei pontefici del tempo voleva dire anche “figlio”. Ma quanto meno nipote.In un elemento dell’indagine suggestivo e di facile presa, che abbiamo volutamente tenuto basso per molto tempo per evitare, da giornalista, la facile e strumentale accusa di voler cercare lo “scoop” quando puntavamo invece a raggiungere una base di credibilità a tutto campo. Raggiunto l’obiettivo si può anche alzare il tiro su questo e su altri aspetti del mistero colombiano.
Continua....
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