Oggi, come mai in passato la gente ha ricominciato a farsi delle domande sulle origini della religione cattolica e ad accentrare la propria attenzione attorno alla figura di Gesù; ci voleva l’uscita del film “Il Codice Da Vinci” tratto dal romanzo di Dan Brown a riaccendere l’interesse sopito e a mettere in discussione dei dogmi inattaccabili.
Ma chi era Gesù e come viene vista la sua figura nelle altre dottrine religiose?
Storicamente la figura di Gesù non ha spazio nelle cronache proprie del suo tempo ed è questo alone di mistero e questa mancanza di prove storiche ad accendere dei dibattiti sulla sua figura.
Secondo i Vangeli canonici (Matteo, Marco, Luca e Giovanni) Gesù era il figlio di Dio sceso sulla terra per salvarci, ma negli altri Vangeli
Nel Vangelo di Tommaso (Vangelo apocrifo), uno di quelli ritrovati nel 1945 a Nag Hammadi in Egitto, forse il più spirituale dei testi gnostici, la figura di Gesù ha tratti umani, quasi un uomo con tutte le sue pecche e le sue virtù, un maestro di vita, un rivoluzionario e coraggioso che insegna la sua dottrina spirituale e individualista a tutti i suoi discepoli.
In questo testo, dalle caratteristiche tipiche della spiritualità orientale, sono presenti le parole che il Maestro ha sviscerato al suo Discepolo Tommaso detto “Didimo”, il gemello, per conseguire la salvezza individuale tramite una ricerca interiore e senza tramiti, il Regno è dentro di noi:
“Il Regno di Dio è dentro di te e tutto intorno a te. Non è negli edifici di pietra e cemento. Spezza un legno e io ci sarò, alza una pietra e lì mi troverai” (Dal Vangelo di Tommaso).
Egli, secondo il Corano, non è il figlio di Dio, ma un messaggero inviato dal Creatore per diffondere il messaggio divino; sempre secondo i musulmani Gesù era in grado di compiere miracoli, resuscitare morti, curare gli infermi. Ma, a differenza dei maggiori testi sacri cristiani, egli non è morto sulla croce; è salito in cielo per volere divino lasciando la sofferenza e la crocifissione ad un “sosia” una sua immagine fallace…
Nel Corano il Cristo è citato in 15 sure su 114 chiamandolo anche col nome di Ibn Maryan (figlio di Maria) egli tornerà sulla terra ad annunciare la fine dei tempi.
Di Cristo nell’ebraismo non vi sono tracce, egli non è citato da nessun a fonte propriamente ebraica, tranne in qualche manoscritto di Giuseppe Flavio; la dottrina ebraica non riconosce in Gesù né il Messia né tantomeno il figlio di Dio in quanto nella fede ebraica ortodossa la venuta del Salvatore non è ancora arrivata.
A supportare tale teoria c’è il mito di Dioniso, il culto dionisiaco era presente in Palestina e in tutto l’Impero Romano già nel XIII secolo, molti anni prima la tradizione evangelica.
Dioniso fu concepito da una Vergine che secondo il volere divino doveva essere il Salvatore del mondo, ella fu costretta a fuggire in quanto il Re Kansa, giunto a conoscenza della venuta del bimbo voleva la morte di quest’ultimo e diede la caccia alla Vergine, ella fu costretta a rifugiarsi da alcuni pastori alle falde del Monte Meru dove avrebbe dato alla luce suo figlio cioè il Salvatore.
E’ innegabile che le similitudini fra Dioniso e Cristo siano molte…
Altri ancora lo vedono sposo di Maria Magdala, quest’ultima dopo la crocifissione del suo amato sarebbe fuggita in Francia e avrebbe dato alla luce un figlio dal quale sarebbe derivata la dinastia dei Merovingi.
Forse il mistero attorno alla figura di Gesù non verrà mai svelato veramente a noi mortali, ma forse è per questo motivo che dopo centinaia di anni questo argomento interessa ancora milioni di persone ed è sempre al centro del pensiero di pittori, scrittori, poeti e, nel mondo attuale, di registi e critici.
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