domenica 5 dicembre 2010

IL VATICANO E IL GENOCIDIO IN CONGO : SCOPERTI STRETTI RAPPORTI TRA LA CHIESA CATTOLICA E L’ARMATA HUTU

Le intercettazioni telefoniche emergenti da un dossier Onu “altamente riservato”, venuto in possesso del settimanale “L’Espresso”, permettono di ricostruire l’intrigo che è alla base di una collaborazione fattiva tra i missionari cattolici e i guerriglieri di etnia hutu che compongono il movimento armato dell’Fdlr in Congo.

Secondo un dettagliato rapporto scritto da esperti nominati dal Consiglio di Sicurezza dell’Onu e anticipato anche da “Il Corriere della Sera”, infatti, alcuni sacerdoti ed Ong avrebbero finanziato gruppi militari hutu appartenenti all’Fdlr che hanno compiuto massacri, saccheggi e stupri nella Repubblica Democratica del Congo..L’acronimo Fdlr identifica una delle milizie più temute nel panorama delle organizzazioni politico-militari dell’Africa,che raggruppa i suoi componenti entro le “Forces dèmocratiques de libèration du Rwanda”, e in cui sono confluiti i membri dell’etnia hutu fuggiti dal Ruanda dopo aver scatenato il genocidio del 1994 che cancellò 800.000 vite.La Repubblica democratica del Congo è uno stato incastonato nel cuore dell’Africa, dotato di immense risorse naturali, come l’oro e il coltan (fondamentale per produrre telefonini) e circondato da nazioni politicamente instabili e problematiche, come il Sudan o il Ruanda.Dal 1998 ad oggi si stima che almeno 5 milioni di Congolesi siano morti, in seguito ai conflitti, alle malattie e alla miseria.Il Paese è devastato dalle milizie che si oppongono al Presidente Denis Sassou Nguesso salito al potere nel 1979.La sua attività fu caratterizzata dalla promozione di una politica nettamente marxista-leninista a cui seguirono disastrose pianificazioni economiche.Dal 1992 al 1997 fu sostituito dal vecchio rivale Pascal Lissouba e poco prima delle nuove elezioni presidenziali del 1997 le due fazioni giunsero allo scontro armato, vinto poi da Sassou grazie anche all’appoggio dell’esercito angolano.L’Fdlr è guidato da uomini come il colonnello Ildephonse Nizeyimana, uno dei maggiori responsabili delle stragi ruandesi, catturato poi dall’Interpol, oppure come il generale Silvestre Mudacumura, di cui fu intercettata una comunicazione radio con la quale ordinava :“Bisogna attaccare la popolazione civile per creare una catastrofe umanitaria : questo spingerà la comunità internazionale a imporre al governo di trattare con l’Fdlr.”Un altro leader dell’Fdlr è stato identificato nella figura di Ignace Murwanashyaka e in quella del suo vice Straton Musoni, entrambi arrestati dalla polizia tedesca, vicino a Francoforte, località da cui dirigevano l’organizzazione.


L’accusa è pesantissima : stupro, crimini di guerra e contro l’umanità, saccheggi, arruolamento di bambini-soldato, tutti reati commessi nella parte orientale della Repubblica Democratica del Congo.I due criminali negato le accuse sostenendo che il movimento combatte per la democrazia in Ruanda, mentre un rapporto delle Nazioni Unite spiega invece che l'obbiettivo è molto meno nobile: sfruttare le miniere d'oro e contrabbandare il prezioso metallo all'estero.Va ricordato che l'FDLR è un movimento armato che trae le sue origini dal gruppo degli hinteramwe, i guerriglieri hutu radicali protagonisti del genocidio in Ruanda del 1994.In cento giorni furono ammazzati un milione di tutsi e di hutu moderati.E’ proprio gente come Ignace Murwanashyaka che il missionario saveriano Pier Giorgio Lanaro definisce “amica”.E’ provata ormai la sua fervente attività per supportare economicamente i guerriglieri dell’Fdlr, dirottando i fondi raccolti dalla sua congregazione per aiutare la popolazione, direttamente nelle casse dei guerriglieri.Nel suo vergognoso disegno, Padre Lanaro è stato coadiuvato dalla complicità di Franco Bordignon, responsabile regionale per le finanze dei Saveriani a Bukavu. Ma le responsabilità della Chiesa Cattolica non si fermano qui, poiché altri attori di primo piano imperversano in questa macabra rappresentazione.Si tratta infatti, sempre secondo il rapporto Onu, dei “Fratelli della Carità”, una congregazione papale che gode dello status di Consigliere dell’Economic and social Council dell’Onu stessa.Sbuca anche il nome di padre Jean Berchmans Turikubwigenge, vicedirettore della pastorale missionaria della diocesi di Lucca, ed ex cappellano militare in Ruanda durante gli anni del genocidio.Accusato di aver distribuito armi agli hutu, e di essere stato visto spesso ai posti di blocco (dove venivano individuati i Tutsi da massacrare), era solito indossare una tuta mimetica da cappellano militare anzichè vestire l'abito talare.Un altro sacerdote di etnia hutu, Don Emmanuel Uwayezu, 47 anni, vice parroco a Ponzano nel comune di Empoli,è stato arrestato recentemente con l’accusa di aver partecipato a una strage di studenti in Ruanda.Gli sono stati concessi poi gli arresti domiciliari.Un prete cattolico rwandese, l’abate Aimé Mategeko, è stato condannato nel Luglio 2009 al carcere a vita dopo essere stato riconosciuto colpevole della partecipazione al genocidio perpetrato contro i Tutsi nel 1994.A renderlo noto è Radio Rwanda.La Chiesa Cattolica, è quindi in primo piano in questa vicenda di morte e di sangue, dai risvolti inquietanti, in cui da una parte si celebra la chiesa di Cristo, mentre dall’altra si opera per sottostare ai voleri di un Satana multiforme, che assume le sembianze più inaspettate…quelle dei preti e dei missionari.Naturalmente i media tacciono, occupati come sono a ricelebrare in continuazione le aggressioni ai massimi leader delle più alte cariche del potere in Italia, quella civile e quella religiosa, assaliti in questi giorni da psicolabili fuori controllo.Ottimo alibi quello dei Media…incensare disapprovazione e dibattere questioni etiche…ergersi a paladini della giustizia e della convivenza civile, sulla scia emotiva dei recenti episodi sopracitati.I vari relatori della Televisione, non solo di Stato, sono oramai relegati ad un ruolo che estrapolandone le caratteristiche, ne confina lo svolgimento entro confini ben delineati, entro specifici dettami, preordinati, obbligatori, e faziosamente imposti.Il giornalismo in Italia è ridotto a questo…?Possibile che le coscienze degli ‘addetti ai lavori’ non sentano un prepotente desiderio di rivalsa, di ricerca di libertà di espressione, per urlare la verità ai quattro venti ?In questo modo si può scivolare sempre più in basso, verso abissi di ignobile assuefazione ad un potere che pretende di universalizzare la realtà, monopolizzandola, e rendendo schiavi coloro che non si oppongono, ponendo gli attori di questa triste rappresentazione ad un livello di complicità con quei missionari cattolici artefici di misfatti contro l’umanità.

Come può il cosiddetto “Santo Padre” augurare Buon Natale e impartire una benedizione “urbi et orbi” se dal Suo stesso organismo scaturiscono, e non per caso, determinate situazioni raccapriccianti, legate a genocidi, a scandali finanziari, a pedofilia, a collusioni di vario tipo…?!

Buon Natale lo posso augurare io, nel mio piccolo, e lo posso fare sinceramente, con amore e benevolenza, rivolgendomi a tutte quelle creature innocenti che sono devastate dalla violenza, augurando loro di trovare un po’ di serenità futura, nonostante il Clero e la Chiesa cattolica.

Fonte

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