Il Cristianesimo a partire dal IV secolo è al potere ed affianca quello di Roma fin quando durerà. La nuova religione viene imposta a tutti. Termina l' antica tolleranza ed i barbari sono costretti ad aderire ad una religione i cui culti sono in una lingua sconosciuta ed incomprensibile. Non vi è alcuna differenza con i riti magici che si nascondono quasi sempre dietro formule incomprensibili. La religione così imposta è percepita dal popolo come una nuova e più potente superstizione che ne ha sostituito molte differenti.
La superstizione si serve ora dei simboli cristiani, la croce, l' immagine della madonna, l' ostia che era in grado di risanare i malati che l' avessero guardata fissamente durante una funzione religiosa. E non vi era motivo di agire diversamente se gli stessi riti nuovi del Cristianesimo si svolgevano nei vecchi templi pagani cristianizzati con l' abbattimento dei vecchi simboli, con acqua benedetta e con una croce sull' altare. Anche le festività sono le stesse praticate dai pagani. Si cambiava il nome, il giorno veniva dedicato ad altro ma si trattava delle stesse date e delle stesse funzioni.
Se un luogo era sacro ad un dio pagano, bastava erigere un altare, apporvi una croce per renderlo sacro al nuovo Dio. Si poteva pretendere un' adesione convinta di massa alla nuova religione ? Si ebbe adesione ma per avere quella protezione che tutti necessitavano sempre più con la miseria che avanzava e con l' aiuto pubblico che veniva sempre meno in un mondo in disfacimento. La superstizione per gli antichi rientrava perfettamente nel quadro dei normali rapporti fra uomo e divinità. Essi erano convinti che la divinità, nella sua profonda bontà e onniscienza, intendesse avvertire l'uomo di eventuali pericoli e si avvalesse di segni o presagi, allo scopo di avvisarlo di calamità incombenti. Inciampare, udire il verso del gufo o della cornacchia, fare un cattivo sogno, erano, per la mentalità religiosa dei romani, dei veri e propri presagi, cioè dei segni con cui la divinità ci metteva in guardia contro un pericolo imminente. Solo gli uomini che non erano devoti, che escludevano ogni intervento delle divinità nella vita umana, negavano a questi segni ogni valore di presagio e irridevano le superstizioni. Ed il Cristianesimo, ai suoi inizi si presentò come una entità che disprezzava i rapporti con la divinità. Ma poi, arrivato al potere, recuperò subito.
Si può fare l'esempio di uno degli apostoli della nuova religione, presso la Francia del Sud, Martino di Tours (316-397), quello del mantello, poi fatto santo. Egli viene esaltato ancora oggi dalla Chiesa soprattutto per aver messo simboli cristiani dove prima vi erano luoghi o templi dove si veneravano divinità pagane(11):
Tremila seicento sessanta chiese dedicate a san Martino in Francia e altrettante nel mondo intero ci attestano la popolarità del grande taumaturgo. Nelle campagne, sui monti, nelle foreste, alberi, rocce, fontane, oggetto di culto superstizioso, quando l'idolatria traeva ancora in inganno i nostri padri, in mille luoghi ricevettero e conservano ancora il nome di colui che le strappò al demonio, per renderle al vero Dio. Cristo, ormai adorato da tutti, sostituì nella memoria riconoscente dei popoli l'umile soldato alle false divinità romane, celtiche o germaniche, spodestate per opera sua.
La missione di Martino fu veramente quella di completare la disfatta del paganesimo, già cacciato dalle città dai martiri, ma ancora padrone di vasti territori ove l'influenza delle città non era sentita.
Se tutto questo assicurò a san Martino le compiacenze di Dio gli attirò pure l'odio dell'inferno. Satana e Martino si erano incontrati e Satana aveva detto: "Mi troverai sulla tua strada dappertutto" (Sulpizio Severo, Vita, vi). [...]
"Operare prodigi per lui sembrava un gioco e tutta la natura si piegava ai suoi comandi. Gli animali gli erano sottomessi e il santo un giorno esclamava: - Mi ascoltano i serpenti e gli uomini non mi ascoltano! - Tuttavia lo ascoltavano anche gli uomini e, per parte sua, lo ascoltò la Gallia intera e, non solo l'Aquitania, ma la Gallia Celtica, la Belgica. Come resistere ad una parola resa autorevole con tanti prodigi. In tutte le province egli rovesciò ad uno ad uno gli idoli, ridusse in polvere le statue, distrusse i boschi sacri, bruciò e demolì i templi e tutti i rifugi dell'idolatria. Mi chiederete se tutto ciò era legale? Se studio la legislazione di Costantino e di Costanzo forse sì. Quello che posso dire però è che Martino, divorato dallo zelo per la casa di Dio, obbediva soltanto allo spirito di Dio. Quello che devo dire è che Martino, contro il furore della popolazione pagana aveva la sola arma dei suoi miracoli, il concorso visibile degli Angeli, qualche volta a lui concesso e, infine e soprattutto, le preghiere e le lacrime che versava davanti a Dio, quando l'ostinazione delle moltitudini resisteva alla potenza della sua parola e dei suoi prodigi. Con questi mezzi Martino cambiò la faccia del nostro paese e là dove appena era un cristiano prima del suo passaggio, restava appena un pagano quando egli era passato. I templi del Dio vivente sostituivano i templi degli idoli, perché, dice Sulpizio Severo, appena aveva rovesciati i rifugi della superstizione, costruiva chiese e monasteri. L'Europa si coprì così di Chiese che hanno preso il nome da Martino" [Card. Pie, Discorso tenuto nella cattedrale di Tours, nella festa patronale della domenica 14 novembre 1858].
Nella stessa epoca e nei medesimi luoghi Gregorio di Tours (538-594) raccontava di fatti straordinari che non so bene in quale categoria ascriverli ma che certamente recuperavano le antiche credenze fantastiche:
"Apparvero quindi molti prodigi. Infatti sulle anfore custodite nelle cantine delle case di campagna comparvero dei segni che in nessun modo poterono essere cancellati o abrasi... Nell'ottavo mese, dopo il periodo della vendemmia, si scorsero spuntare nuovi pampini e crescere grappoli deformi. [...] Nella regione settentrionale del cielo comparvero dei raggi. Alcuni asserivano di aver visto dei serpenti cadere dal cielo. Altri affermavano che una casa di campagna con le capanne circostanti e le persone che vi abitavano sparirono all'improvviso. Apparvero molti altri segni che sogliono preannunciare o la morte del re o calamità. In quell'anno la vendemmia fu scarsa, le piogge molto abbondanti ed i fiumi, a causa delle copiose precipitazioni, diventarono rapinosi". [Historia Francorum, VIII]
Lo stesso Gregorio racconta un episodio che rende conto del come venivano estirpate le vecchie superstizioni con l'introduzione di altre (12):
Ci racconta Gregorio di Tours, dopo il 573, come un vescovo delle montagne d’Aubrac sostituì il culto verso il Genio delle acque con quello di S. Ilario. I contadini del luogo, ogni anno, andavano sulle rive di un lago e gettavano nelle acque vestiti, focacce, formaggi, ed altri oggetti e vi rimanevano per tre giorni dibaccando, finché nel quarto giorno non li scacciava una forte tempesta di grandine. Più volte il vescovo andò per convincerli che nel lago non c’era nulla di santo e religioso; ma quei rozzi contadini non lo credettero. Allora, ispirato dall’Alto, il vescovo si convinse di costruire sulla spiaggia una basilica in onore di S. Ilario, ponendovi le sue reliquie, e comandò a quei sempliciotti di ricorrere al Santo, offrendogli i loro doni.
“Così quegli uomini, compunti, si convertirono; abbandonarono il lago, e tutte quelle cose che prima erano soliti gettarvi dentro, portavano nella basilica e furono così liberati dall’errore con cui erano stati legati. Ma da quel tempo anche la tempesta fu tenuta lontana dal luogo e dopo che le reliquie del beato confessore furono collocate là, non fece più danno nella solennità diventata di Dio” [De Gloria Confessorum, c. II, PL 71, 830-831].
Le condanne di Agostino dove sono finite ? Si dà credito ad ogni fatto paranormale per maggior gloria di Dio ? Come si fa a cercare la razionalità in chi fonda la sua esistenza sull'irrazionale ? Si ritorna a come stavano le cose prima di Costantino. Ora ogni fenomeno straordinario viene ridotto alle nuove credenze religiose. E, a partire da questo momento, tutto sarà possibile in termine di diavoli, streghe, apparizioni, magie bianche o nere, superstizioni, guarigioni, ...
Abbiamo visto che la Chiesa trasformò i templi pagani in cristiani con poche operazioni: distruzione delle statue degli antichi dei e benedizione con acqua del luogo. Occorre aggiungere che il santo è soprattutto un distruttore di templi. Si pensi che San Martino era così attivo che dovette fare un miracolo per evitare che un incendio da lui appiccato ad un tempio non incendiasse l'intero villaggio. Dopo i templi, il santo si dedica alla caccia degli idoli degli dei pagani. Ma, almeno per molti anni di transizione non si poteva pensare di cancellare un patrimonio gigantesco di culti, di feste, di riti. Quello pagano era un patrimonio anche di cultura a tutti i livelli e strati sociali. Il Cristianesimo era povera, anzi misera, cosa. Queste considerazioni furono certo presenti ai primi uomini delle gerarchie ecclesiastiche che più o meno consapevolmente non solo si impadronirono dei templi ma anche degli dei pagani che vennero tradotti in santi della Cristianità. Ogni rito o festa venne ripreso e, dopo essere stato purgato degli evidentemente estranei, divenne cristiano. Helios, il dio Sole dei greci, divenne san'Elia; Pan, protettore delle greggi fu scacciato per essere sostituito da San Demetrio; Nettuno Equestre (o Consus in Roma) passò la protezione dei cavalli a Sant'Antonio; la Vergine sostituì Afrodite nella rappresentazione dell'Aurora. E di questi esempi se ne potrebbero fare. Ma vi sono anche nomi ripresi da antichi dei e per semplice assonanza trasferiti: Aidoneus è diventato San Donato; la dea Pelina è San Pelino; la dea Felicita è Santa Felicita; Mercurio è, anche nelle rappresentazioni, San Michele; Iside è la Vergine Nera; in Egitto Osiride divenne Gesù; ... La Chiesa sessuofobica superò se stessa addirittura riconoscendo tra i suoi riti ed i suoi santi quello fallico, inventandosi San Vito che dà forza e vigore fisico ai giovanetti ed aiuta le donne a restare incinte. Anche le leggende greche di carattere tipicamente religioso furono riprese integralmente per illustrare eventi analoghi. Si pensi all'Inferno cristiano che è stato costruito dai Padri della Chiesa saccheggiando l'Ade ed il Tartaro. I due cristiani Onorio d'Autun e Rabano Mauro, tra l'VIII ed il IX secolo, arredarono l'Inferno cristiano con i fiumi Flegetonte, Cocito e Stige ed addirittura con la barca di Caronte. Solo quando la Chiesa credette di avere soppiantato ciò che restava delle vecchie credenze, da un lato si aprì (dando poca importanza ad alcuni fenomeni, almeno fino all'epoca delle grandi eresie) e dall'altro iniziò a proibire con metodo ogni riferimento ai vecchi dei (non prima del IX secolo), tutto ciò che non aveva inglobato ma aveva rifiutato. Ma i culti pagani che non potevano essere praticati in pubblico, continuarono ad esserlo in privato per secoli e, come accade sempre per ciò che è proibito e maledetto, i culti pagani esasperarono i loro aspetti negativi (quegli dei divennero dei demoni o delle bestie immonde) ed acquisirono una caratteristica che li renderà misteriosi, occulti, la segretezza. La parte rifiutata delle antiche culture religiose dalla Chiesa confluì in magie, in astrologie, in stregonerie.
Questo era l'andazzo che si andava assestando a partire dal V secolo al quale si accompagnavano eventi importanti dal punto di vista del potere politico che dettero ulteriore fiato al risorgere possente della superstizione con tutto ciò che ad essa era ed è collegato. La caduta dell'Impero di Roma, soprattutto in Occidente, aveva tolto fonti di reddito importantissime. La Chiesa cercò nuovi sostenitori economici e li trovò nell'aristocrazia terriera gallo-romana. La Chiesa fuse i suoi interessi con queste minoranze privilegiate iniziando a tralasciare gli interessi, se non altro spirituali, del popolo. Erano sparite le classi medie, quelle degli artigiani e dei commercianti, che erano state il primo sostegno al Cristianesimo. Quest'ultimo si era rifugiato nei ricchi, nei soli che potevano mantenere un esercito di nullafacenti ma dediti a Dio. In cambio la Chiesa si poneva da tramite con i miserabili, la gran maggioranza della popolazione, convincendola che la sofferenza derivante dallo sfruttamento dei ricchi non era altro che il miglior viatico verso il Regno dei Cieli. Anche l'economia dell'aristocrazia contadina iniziò però a decadere con la conseguenza che sempre maggiori masse di popolazione erano abbandonate a se stesse. Quella popolazione ricorse allora ad antichi riti consolatori di varie religioni. La Chiesa non era più con loro (e da allora non sarà più con i miserabili della Terra), conveniva trovare consolazione in religioni individuali, in superstizioni richiamate ed in grado di lenire sofferenze e disgrazie. Furono i vescovi gli incaricati di far fronte all'abbandono della fede in un Dio Salvatore lontano quanto i ricchi proprietari terrieri dalle loro condizioni di vita. Il fatto straordinario ma comprensibile era che quanto più la Chiesa si allontanava dai poveri, quanto più se la prendeva con le superstizioni alle quali, secondo i dotti vescovi, quei poveri si sarebbero lasciati andare. Ma non vi erano rimedi possibili, nelle campagne le superstizioni erano tornate dominanti. Nel IX secolo lo affermerà Agobardo di Lione (778-840): la superstizione si mantiene oggi tra i contadini.
Tanto perché sia chiaro da che parte sta la Vergine
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