IL NATALE
E' una festa pagana legata al solstizio invernale, godeva di grande importanza in tutto l'Impero Romano. Ricordiamo che il solstizio invernale è il giorno più corto dell'anno, e cade intorno al 21 dicembre. In questo giorno, tra l'altro, il sole tocca il punto più basso rispetto all'orizzonte. Il 25 dicembre la durata del giorno rispetto alla notte ricomincia a crescere in modo evidente (in base alle osservazioni empiriche fatte dagli antichi) come anche la sua altezza rispetto all'orizzonte.
Ovvio che per le popolazioni antiche tale evento astronomico fosse visto come un rinnovamento della speranza, una festa della luce, una possibilità di sopravvivenza, pertanto fu mitizzato come nascita del Dio-Sole, partorito dalla Dea-Vergine (personificazione della notte). Quasi tutti i popoli avevano un dio nato in quel giorno: Horus, figlio della vergine Iside, in Egitto, Thammuz figlio della vergine Mylitta in Babilonia, Mithra in Persia, Quetzalcoatl nell’antico Messico, Bacab nello Yucatan, Huitzilopochtli tra gli Atzechi, Freyr tra gli Scandinavi, Zeus, Bacco ed Ercole in Grecia, Ati in Frigia, Adone in Siria e così via. Si osservi che molte di queste divinità erano nate da una vergine in una grotta e avevano in comune con Cristo la discesa agli inferi dopo la morte e la risurrezione dopo tre giorni, nei giorni dell’equinozio di primavera. In particolare, il mito di Mithra (divinità solare indo-iranica risalente a circa 3.400 anni fa, il cui culto era diffuso nella Roma pagana) ha moltissime analogie con Cristo: era nato in una grotta da una vergine il 25 dicembre. Gli viene affidato dal padre il compito di contrastare Ahriman, spirito demoniaco che voleva distruggere il mondo. Era perciò detto il Salvatore, la Luce e il Verbo. Era resuscitato dopo tre giorni. Mithra a 33 anni, compiuta la sua missione, partecipa con i suoi dodici seguaci ad un banchetto; dopo aver consumato il pasto come atto sacrificale, il dio sale al cielo su di un carro di luce per riunirsi al padre. Il giorno dell’ Apocalisse Mithra sarebbe tornato sulla terra per separare i giusti dai peccatori: ai primi avrebbe offerto la bevanda dell’immortalità, resuscitando anche i loro corpi fisici; gli altri sarebbero stati consumati dalle fiamme. Il culto di Mithra contemplava anche il battesimo.
Altro esempio di Vergine madre di un dio è quello di Iside, culto che risale almeno al 1400 a.C.. Nella figura seguente è riportato un disegno del II secolo d.C che si trova nei sotterranei di Roma dove vi è una rappresentazione di Horus allattato dalla madre vergine Iside risalente al II secolo d.C. (vedi figura). La vergine Iside tiene in braccio Horus con una medesima iconografie che sarà della Vergine Maria con il bambino. Il padre divino di Horus era Osiride, con cui si confondeva (“Io e mio Padre siamo Uno”), mentre il padre terreno era Seb (Giuseppe). L’angelo Thot annuncia ad Iside che concepirà un figlio verginalmente. Horus nasce in una grotta, annunciato da una stella d’oriente, viene adorato da pastori e da tre uomini saggi che gli offrono doni. A 12 anni insegna nel tempio e poi scompare fino ai 30 anni. Horus viene poi battezzato sulle rive di un fiume da Anup (Giovanni) il battista, il quale in seguito verrà decapitato. E' stato sepolto e poi resuscitato, ha ridato vita ad un morto (El Azar us = Lazzaro). Combatté 40 giorni nel deserto contro Set (Satana), ha compiuto numerosi miracoli e camminato sulle acque. Con Iside ed Osiride, Horus costituiva la trinità egizia. A Luxor, su edifici risalenti al 1500 a.C. si possono vedere immagini relative all’ Annunciazione e all’ Immacolata Concezione di Iside.
La tradizione del festeggiare il giorno in cui il Sole riprendeva vita giunse fino a Roma attraverso il culto di Mithra ed entrò nelle abitudini dei romani che chiamarono il 25 dicembre dies natalis solis invicti. La festività fu fissata nel 274 dall' Imperatore Aureliano per il giorno 25 dicembre che era anche il giorno successivo alla conclusione delle feste romane dei Saturnalia, le feste che dal 17 al 23 dicembre erano riservate a Saturno, dio dell’agricoltura, durante le quali la statua del dio veniva liberata dalle fasciature che la celavano per il resto dell’anno, si sospendevano le attività pubbliche, erano bandite le differenze sociali, si banchettava e si poteva giocare ai dadi tutti insieme, servi e padroni.
Quando il cristianesimo iniziò a diffondersi, dovette venire a patti con queste tradizioni molto radicate, per cui la Chiesa tentò di "appropriarsi" della festa del Natale, proponendo Gesù Cristo come "vero sole divino" che nasce di notte da una vergine. Questo accomodamento contribuì in modo determinante a modificare la teologia cristiana nel senso di una progressiva "divinizzazione" di Gesù. Fu poi Costantino a ufficializzare il giorno 25 dicembre come "nascita di Cristo", all'inizio in aggiunta, e non in sostituzione, del natale di Mithra. Volendo cristianizzare il paganesimo, alla fine si giunse al risultato opposto, ovvero di paganizzare il cristianesimo.
L'AVVENTO
Nella liturgia cristiana segna l’inizio dell’anno liturgico, e comprende le quattro domeniche prima del Natale. Nella Roma precristiana adventus significava la venuta, una volta all’anno, della divinità nel suo tempio. In seguito, assunse anche il significato di visita dell’imperatore o della sua festa. All’inizio il cristianesimo adottò questo termine per designare l’incarnazione di Cristo, Adventus Domini. L’Avvento come lo conosciamo oggi venne tardi, fra il VI e il VII secolo. Nel corso dei secoli si sono sviluppati due temi fondamentali. Il primo è la giubilante preparazione alla festa della natività; il secondo è la preparazione al nuovo avvento di Cristo, in cui egli giudicherà il mondo. Nel Medioevo, durante l’Avvento, erano vietati i rapporti coniugali e i matrimoni, per sottolineare il carattere penitenziale della festa in rapporto al tema della venuta di Cristo. Simbolo dell’Avvento è una corona e quattro candele, le quali si accendono una ogni domenica.
LA PASQUA
In questo giorno i cristiani festeggiano la "resurrezione" di Gesù. La Pasqua cade la prima domenica dopo il primo plenilunio di primavera. Si tratta quindi di una festività legata all'equinozio di primavera.
Già in Grecia si festeggiava la Pasqua con il nome di Estia e tale uso si diffuse nell’area romana in tempi successivi in onore di Vesta. Tutti i popoli pagani dell'Impero Romano, e non solo, conoscevano già questa festa, che non è altro che una festa primaverile: gli alberi germogliano, nei prati sbocciano i primi fiorellini e quindi la natura, dopo il freddo inverno, "risorge". Le celebrazioni erano probabilmente al centro di processioni e rituali di fertilità volti a sacralizzare e celebrare la vita. Tra gli elementi simbolici di questi rituali se ne annoverano alcuni di cui si approprierà successivamente il culto cristiano: l’uovo, simbolo di fertilità sacro già per i greci, che veniva consumato e dipinto in vario modo.
La Pasqua, inoltre, era anche una festività originaria della Frigia in onore di Attis, il figlio amante di Cibele rappresentante l’anno che muore e risorge. I sacerdoti frigi il 24 marzo, giorno del sangue, si eviravano per rinnovare il sacrificio di Attis.
L'idea di resurrezione della natura diventò resurrezione di Cristo, e anche questo mito, in qualche modo, fu "incorporato" nella nuova religione che andava diffondendosi in antitesi al paganesimo ma, al tempo stesso, paradossalmente, non c'è tradizione pagana che non sia stata "rubata" e fatta propria dalla Chiesa cristiana dei primi secoli.
LE CANDELORA
I romani, per le calende di febbraio, illuminavano la città per tutta la notte con fiaccole e candele, in onore della dea Giunone Februata, madre di Marte, dio della guerra, e imploravano dal figlio la vittoria contro i nemici (ed il nome candelora deriva proprio dalle candele accese). La festività pagana era anche dedicata a Cerere ed ai Lupercali con significato di purificazione e rinnovamento, si celebrava infatti il ritorno della luce dopo i mesi del buio, l'inizio del risveglio della natura dopo il sonno dell'inverno. Fu papa Gelasio I, fra il 492 e il 496, a cristianizzare la festa, che prese il nome di «Quadragesima de Ephifanìa», e la dedicò alla purificazione di Maria Vergine dopo il parto (Maria, come tutte le donne ebree, dopo aver partorito, si sottopose al prescritto periodo di isolamento, una sorta di quarantena dettata da precauzioni igieniche sia pure codificate sottoforma di pratica religiosa. Dopo questa purificazione Maria poté presentare Gesù al tempio). Nel VII secolo, Papa Sergio I istituzionalizzò la festa per il giorno 2 febbraio.
OGNISSANTI
I Romani avevano la festa della conclusione dell'epoca attiva del raccolto, una specie di festa del termine della stagione agricola, come ringraziamento dei doni ricevuti dalla terra. Veniva festeggiata in modo variabile, secondo i luoghi, in giorni corrispondenti alla fine di ottobre e all’inizio di novembre, per poi acquisire una data comune a tutti che si identificò con la notte di transizione tra ottobre e novembre. Al significato agricolo della festa si aggiunse quello di festa dell’aldilà). In questa realtà di festa pagana si inserì con Papa Bonifacio IV il desiderio della Chiesa cattolica di ricondurre ad un significato religioso cattolico tutti i residui di paganesimo ancora esistenti. Non potendo proibire le manifestazioni pagane, perché la privazione di un’occasione di festa avrebbe scatenato delle violente reazioni tra la gente, il Papa creò il giorno di Tutti i Santi. Questa festa affiancò ai festeggiamenti pagani la ricorrenza liturgica. Duecento anni più tardi la chiesa non era ancora riuscita a liberarsi della festa pagana, allora Papa Gregorio III fece coincidere la festività di Ognissanti (All Hallows = Tutti i Santi in inglese ed eve = vigilia, quindi Halloween = All Hallows + eve, cioè Halloween significa vigilia di Ognissanti) con il giorno in cui veniva effettuata la festa pagana. In questo modo a partire dal 1500 le due festività erano diventate una cosa unica ed il significato pagano originario era quasi completamente dimenticato.
ASSUNZIONE
Il 15 agosto è la festa cattolica che celebrava la verginità di Maria (l'assunzione di Maria in cielo è una festa inventata da Pio XII nel 1950 e sovrapposta a questa della verginità. Secondo alcuni Vangeli apocrifi il mese di agosto segnerebbe lo stato speciale di morte di Maria). Nel 18 a.C. l'imperatore romano Ottaviano, proclamato Augusto dal senato romano, dichiarò che tutto il mese di agosto sarebbe stato festivo e dedicato alle Feriae Augusti, una serie di celebrazioni solenni, la più importante delle quali cadeva il 13 ed era dedicata a Diana, dea patrona del legno, delle fasi della luna e della maternità. La festa si celebrava nel tempio dedicato alla dea sull'Aventino ed era una delle poche occasioni in cui i romani di ogni classe e censo, padroni e schiavi, si mescolavano liberamente. Oltre che a Diana, le Feriae erano un'occasione per celebrare Vertumno, dio delle stagioni e della maturazione dei raccolti; Conso, la cui festa cadeva il 21 agosto, dio dei campi e Opi dea della fertilità, la cui festa, Opiconsiva, cadeva il 25 del mese (altre feste in agosto erano: il giorno 12 dedicato ad “Ercole Invitto”; il 17 veniva ricordato il dio Portumnus; il 23 si svolgevano i “Volcanalia”, in onore di Vulcano, dio del fuoco; il 27 era la volta dei “Volturnalia”, festa dedicata al dio fluviale Volturnus). In breve, le Feriae erano una celebrazione della fertilità e della maternità; come molte altre feste romane erano di derivazione orientale e in particolare riecheggiavano quelle in onore di Atagartis, dea madre sira, patrona della fertilità e del lavoro dei campi. Con l'avvento del cristianesimo la gente attribuì queste medesime prerogative alla Vergine Maria, la cui solennità cominciò ad essere celebrata in luogo di quella di Diana.
L' EPIFANIA
Dal greco epiphaneia, vuol dire "manifestazione, apparizione". Il 6 gennaio i cristiani festeggiano la visita dei re magi alla grotta di Betlemme, ma nell'antichità questo giorno corrispondeva alla festa paleoegizia del solstizio invernale. Il 6 gennaio si hanno altre feste pagane: Festa di Iside, Festa di Holla, di Frigg e di Fulla, Festa di Berchta, Battesimo di Osiride, Festa dei miracoli.
SAN GIOVANNI
Il 24 giugno la Chiesa festeggia la natività di san Giovanni Battista in corrispondenza delle feste pagane del solstizio d' estate (fra il 19 e il 25 giugno) che erano dedicate a Giano divinità della medicina dei semplici e della profezia.
RIPOSO LA DOMENICA
L'idea del riposo domenicale risale alla legge del 7 marzo del anno 321, quando l'imperatore Costantino impose l'obbligo civile di riposo nel "venerabile giorno del sole", il dominus. Questo spiega la differenziazione con i voleri di Dio per il sabato espressi nella Bibbia.
ULTIMO GIORNO DELL'ANNO
La festa cattolica di Santo Stefano era la Festa di Artemide e la Notte del Popolo Fatato.
CAPODANNO
Quando si stabilì che l'anno iniziava il 1° gennaio, la romana festa di Giano è diventata o la festività della Madre di Dio o la Circoncisione di Gesù. Occorre osservare che Maria fu proclamata "Madre di Dio" solo nel 431, ben 4 secoli dopo la predicazione di Gesù. Non è un caso che ciò sia avvenuto proprio ad Efeso, città che aveva un forte attaccamento al culto di una madonna (in questo caso si trattava di Artemide o Diana). Si tratta evidentemente di un mito pagano introdotto nel Cristianesimo.
MESE DI MAGGIO
Secondo la Chiesa cattolica è il "mese della madonna". A Roma il mese di maggio era dedicato alla Dea Maia e sempre a lei erano dedicate anche le rose.
SAN GIOVENALE
Chi era costui ? Questo santo non è mai esistito, si tratta di una denominazione "cristianizzata" con cui si rinominavano i templi di Giove trasformati in chiese.
Si potrebbe continuare ma credo si sia capito bene. Va comunque detto che vi furono feste che la Chiesa non riuscì ad inglobare per il loro carattere licenzioso a priori. Tra queste il Carnevale e le feste Saturnalia. La parola Carnevale deriva da Carni Levanem che in latino significa “sollievo della carne”. In questo periodo la gente si sfogava dalla “repressione” subita nel resto dell’ anno, con feste, banchetti e sfilate. Tutto il mese di febbraio era un periodo di passaggio, che segnava il tramonto dell’ anno vecchio ed il rinnovamento del Cosmo. Periodo di caos, vino e gioia, seguito anche da riti di purificazione dedicati ai morti. A Roma si svolgevano delle corse rituali con carri trainati da cavalli, queste corse erano in onore al dio Marte, protettore della città. L’ uso delle maschere esisteva già, alcuni dicono che quest’ abitudine era per fare in modo che i morti (che tornavano sulla terra) non si confondessero fra i vivi; altri invece, dicono che l’utilizzo delle maschere permetteva l’ abbandono all’ euforia senza essere riconosciuti. I saturnalia, come già accennato, erano un ciclo di festività della religione romana, dedicate all'insediamento nel tempio del dio Saturno e alla mitica età dell'oro; si svolgevano dal 17 al 23 dicembre (periodo fissato in epoca imperiale da Domiziano). I saturnalia avevano inizio con grandi banchetti, sacrifici, in un crescendo che poteva anche assumere talvolta caratteri orgiastici; i partecipanti usavano scambiarsi l'augurio io saturnalia, accompagnato da piccoli doni simbolici, detti strenne. Durante questi festeggiamenti era sovvertito l'ordine sociale: gli schiavi potevano considerarsi temporaneamente degli uomini liberi, e come questi potevano comportarsi; veniva eletto, tramite estrazione a sorte, un princeps - una sorta di caricatura della classe nobile - a cui veniva assegnato ogni potere. In realtà la connotazione religiosa della festa prevaleva su quella sociale e di "classe". Il "princeps" era in genere vestito con una buffa maschera e colori sgargianti tra i quali spiccava il rosso (colore degli dèi). Era la personificazione di una divinità infera, da identificare di volta in volta con Saturno o Plutone, preposta alla custodia delle anime dei defunti, ma anche protettrice delle campagne e dei raccolti. In epoca romana si credeva che tali divinità, uscite dalle profondità del suolo, vagassero in corteo per tutto il periodo invernale, quando cioè la terra riposava ed era incolta a causa delle condizioni atmosferiche. Dovevano quindi essere placate con l'offerta di doni e di feste in loro onore nonché indotte a ritornare nell'aldilà, dove avrebbero favorito i raccolti della stagione estiva. Si trattava insomma di una sorta di lunga "sfilata di carnevale" (perché a tale festa sono riconducibili i saturnalia e tutti i riti agrari successivi). L'equivalente greco del dio romano Saturno era Cronos. Esisteva una variante al mito che vedeva in Saturno il dio di una mitica Età dell'Oro. Scacciato da Giove si diceva avesse spostato il suo regno in un luogo che, Greci prima e Romani poi, chiamavano "Isole Beate". E' evidente che le festività cristiane di avvento non potevano in alcun modo sovrapporsi a queste.
FONTE
http://apocalisselaica.net/varie/cristianesimo-cattolicesimo-e-altre-religioni/santi-pagani-un-imbroglio-millenario-della-chiesa-di-roma-parte-1
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