Lo Ior (Istituto per le opere di Religione) è un istituto privato, creato nel 1942 da papa Pio XII, con sede nella Città del Vaticano, quindi in zona extraterritoriale. Ha un direttore generale, che fa capo a un consiglio di amministrazione, formato da cardinali. Dopo i problemi creati dalla gestione di monsignor Marcinkus, negli anni ’70 e ’80, alla guida dello Ior è stato scelto un laico, proveniente dal mondo della finanza. L’attuale presidente è Ettore Gotti Tedeschi.
Che cosa fa lo Ior?
Secondo il suo statuto, compito dello Ior è «provvedere alla custodia e all’amministrazione dei beni mobili e immobili trasferiti o affidati allo Ior medesimo da persone fisiche o giuridiche e destinati a opere di religione e carità. L’Istituto pertanto accetta beni con l destinazione, almeno parziale e futura, di cui al precedente comma»; anche se l’applicazione di questa regola, nella realtà è piuttosto aleatoria.
Chi può aprire un conto?
Lo Statuto recita che «L’Istituto può accettare depositi di beni da parte di Enti e persone della Santa Sede e dello Stato della Città del Vaticano». Secondo gli ultimi dati disponibili, ci sono attualmente nell’Istituto quarantaquattromila mila conti correnti, riservati a dipendenti vaticani, ad ecclesiastici di tutto il mondo (diocesi e ordini religiosi compresi) e ad una ristretta quantità di enti privati. Rilevanti sono gli investimenti esteri, in prevalenza titoli di stato, o portafogli a basso rischio. Dopo le disastrose esperienze degli anni ’70 e ’80, in cui speculazioni finanziarie gettarono l’Istituto in una crisi profonda, sembra che la politica sia quella di una gestione molto prudente e tranquilla.
Perché è interessante un conto allo Ior?
Perché gli interessi medi annui sui conti correnti oscillano dal 4 al 12% e, non esistendo tasse all’interno della Città del Vaticano, si tratta di rendimenti netti; anche se alla fine dell’anno, o in momenti particolari, ai correntisti può essere chiesto un obolo per aiutare la carità del Papa. Qualche anno fa, per esempio, in un momento di particolare bisogno della Santa Sede (che non ha nessun introito) fu chiesto alle diocesi più ricche e agli ordini religiosi di dare un contributo alle spese per il funzionamento del governo centrale della Chiesa.
A chi vanno gli utili guadagnati dall’Istituto?
Non esistono azionisti, in questo Istituto così particolare, il cui referente ultimo è il Papa. Alla «carità del Papa» e ad altre iniziative sempre di genere caritatevole vanno quindi i frutti annuali.
Come funziona l’Istituto?
E’ gestito da professionisti bancari e guidato da un presidente, non necessariamente un consacrato o un religioso, che riferisce direttamente ad un collegio di cinque cardinali, nominati dal Papa e in carica per un quinquennio con lo scopo di vigilare sulla fedeltà dell’istituto agli obblighi statutari, e al Papa (o al cardinale camerlengo durante un periodo di sede vacante). Il bilancio e tutti i movimenti che vengono fatti dall’Istituto sono noti solo ed esclusivamente al Papa, al collegio dei cardinali che lo gestiscono, al Prelato dell’istituto, al Consiglio di sovrintendenza, alla Direzione generale ed ai revisori dei conti.
Perché lo Ior si trova al centro di questa iniziativa giudiziaria?
Lo Ior dispone di un’ampia rete di contatti con gli istituti bancari di tutto il mondo, e questo rende possibile l’esportazione di quantità notevoli di denaro in condizioni di assoluta riservatezza, poiché la Città del Vaticano non aderisce ai patti internazionali antiriciclaggio, anche se nel 2010 il Vaticano si è impegnato, entro la fine dell’anno, a far proprie le norme dell'Unione europea in materia di lotta al riciclaggio. Inoltre, il conto può essere aperto sia in euro che in valuta straniera. I clienti vengono identificati solo attraverso un numero codificato, alle operazioni non si rilasciano ricevute, non esistono libretti di assegni intestati allo Ior e tutti i depositi e passaggi di denaro avvengono tramite bonifici Infine, avendo sede in uno Stato sovrano, ogni richiesta di rogatoria deve partire tramite il ministero degli esteri del paese richiedente. Finora quasi nessuna rogatoria è stata mai concessa dal Vaticano. Nel 1993 lo Ior decise di rispondere ad una rogatoria richiesta dall’allora pm Antonio Di Pietro che lavorava allora nel pool di Mani pulite ed indagava sul caso della tangente Enimont. Tuttavia secondo i magistrati la documentazione fornita era incompleta e insufficiente.
Dove è lo Ior, e chi ci lavora?
Lo Ior ha una sola sede, all’interno delle mura vaticane, vicino alla porta Sant’Anna, il più frequentato degli ingressi alla Città. E’ collocato nel torrione di Niccolò V addossato al Palazzo di Sisto V. Lo Ior impiega 130 dipendenti, e dispone di un patrimonio stimato (nel 2008) di 5 miliardi di euro.
http://www3.lastampa.it/domande-risposte/articolo/lstp/333092/
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