Grande freddo all’ ambasciata italiana presso la Santa Sede tra il leader dei vescovi Angelo Bagnasco e i «mediatori» Gianni Letta e Franco Frattini. Dopo che il suo forte richiamo etico contro i «comportamenti licenziosi», «tristi e vacui», e l’ appello a «purificare l’aria» del Paese hanno innescato un’autentica bufera sul premier Berlusconi, il presidente della Cei oggi ha persino rincarato la dose.«L’ unità del Paese, ieri come oggi, si realizza solo attorno al “retto vivere”», mentre la situazione «seria e grave» richiede di «correggere abitudini e stili di vita», ha detto Bagnasco nell’incontro su «La Chiesa, lo Stato, le Regioni e l’ Unità d’ Italia», all’ ambasciata italiana presso la Santa Sede, presente tra gli altri il presidente del Senato Renato Schifani.Intanto i vescovi fanno quadrato attorno al loro presidente, e fanno sapere che le parole dette ieri da Bagnasco nella sua prolusione al Consiglio Cei sono «condivise unanimemente» da tutti. Bagnasco è arrivato alla conferenza pochi minuti prima dell’inizio, non lasciando quindi spazio agli ipotizzati colloqui riservati in ambasciata con cui Letta e Frattini speravano di ricucire lo «strappo» tra le due sponde del Tevere.
Eppure il ministro degli Esteri si era presentato all’ appuntamento con una dichiarazione conciliante. «Credo che il monito del cardinale Angelo Bagnasco sia un monito davanti al quale tutti quanti debbano chinare il capo», aveva detto il ministro degli Affari Esteri Franco Frattini oggi a Roma a margine di un altro convegno. Quello del presidente della Conferenza episcopale italiana «è un monito fatto a tutti -ha aggiunto Frattini- fatto all’Italia e credo sia giusto richiamare a dei principi a cui la Chiesa è ovviamente dedicata per sua natura. È quindi un messaggio che rispetto profondamente. Credo che ognuno di noi, quelli che sono cristiani almeno, sappia qual è il principio e cioè che tutti siamo dei peccatori e quindi il messaggio dobbiamo incassarlo senza reazioni e senza proteste».
Nell’incontro di questa sera in ambasciata, il presidente dell’episcopato nazionale non ha fatto sconti. Dopo aver sottolineato il «contributo decisivo» del cattolici all’Unità d’Italia e il ruolo della Chiesa nel rinsaldare la coesione sociale, ha avvertito, a proposito della crisi economica in atto, che «le difficili congiunture strutturali - che ci si augura possano essere affrontate con vigore ed efficacia - non sono superabili senza far riferimento a un investimento più profondo e di lungo periodo». È il «retto vivere», secondo il cardinale Bagnasco, l’unico collante intorno a cui può costruirsi l’unità del Paese. Gli italiani debbono riscoprire i loro valori per «uscire dal tunnel di quella cultura del nulla, vagamente radicaleggiante, che è l’anticamera di una diffusa tristezza», precisa il capo della Chiesa italiana. «Siamo ormai messi di fronte - ha rilevato il porporato - ad una situazione seria e grave, la cui severità richiede di correggere abitudini e stili di vita».
Per Bagnasco, «se non si riesce a far emergere le condizioni per un patto intergenerazionale che metta i giovani nei pensieri e nel cuore degli adulti, sarà veramente difficile aprirsi al futuro, atteso il crollo demografico, la cui portata etica e sociale è stata troppo a lungo disattesa». È dunque urgente, ha spiegato il cardinale al ministro Franco Frattini, che lo ha accolto con l’ambasciatore Francesco Maria Greco, e agli altri esponenti governativi presenti con il sottosegretario Gianni Letta, un cambio di rotta nelle politiche sociali e per la famiglia. Così come occorre «riconoscere sempre più e valorizzare la vasta rete del volontariato sociale cattolico. In particolare, ogni soggetto che contribuisce ad alimentare, e se occorre a difendere, la cultura profonda del nostro popolo, merita ogni concreta attenzione e lungimiranza, nella consapevolezza che il venir meno significherebbe l’inaridire dell’anima che dà coesione ed ispirazione, che genera il presente e affronta il futuro, e che alimenta il vivere insieme e lo stesso senso dello Stato»
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