Sant'Anna e San Gioacchino: ani mai esistiti! |
- Abele. Il suo nome deriva dal semitico Baal (“Signore”, Ba'l), che a sua volta deriva dal paleomesopotamico Bel, legato al celtico Bil o Bel. Per i legami fra mondo celtico e Fertile Mezzaluna si veda la pagina Hyksos – Scot(i)a e Hatshepsu-t1, nella categoriaHyksos del mio blog. Abele è figlio di Adamo (Adam) ed Eva (Khâwwâkh), che derivano dai personaggi del mito sumerico di Adâma (o Adâpa) e Khâwwâkh, figli degli dèi Enki (“Signore della Terra”) e di Nîn-khursag. Abele, pastore, viene infine ucciso dal fratello Caino (Q'yin), agricoltore. Il fratricidio simboleggia la lotta fra fratelli (il Bene e il Male, il giorno e la notte) che ricorre anche nei miti di Râ e Ap(h)ophis, Osiride e Seth, Zeus e Prometeo, Zeus e Ade, Enlil ed Enki, Amaterasu e Susano(w)o, ecc. Inoltre, l'oppressione esercitata dall'agricoltore empio (Caino) sul pastore timorato d'Iddio (Abele) rispecchia il dominio di “agricoltori sedentari” (Egizi, Assiri, Persiani, Greci, Siriaci, Romani, ecc.) sui “pastori nomadi” (gli Ebrei, devoti al Dio d'Israele, principalmente unione tecorasica di due elohim, ossia due dèi: Yahweh, dio della Luna e Adonai, dio del Sole. Per le origini del Dio di Israele si vedano le pagine Hyksos 14 – Mitocrasia e teocrasia2, Hyksos 15 – Yahweh, dio della Luna3, Hyksos 16 – Adonai, dio del Sole4 e Hyksos 17 – Seth e l'enoteismo semitico5, nella categoria Hyksos.
- Anania. Secondo la Bibbia, Anania, insieme a Mizrael e Azaria, sarebbe stato gettato in una fornace e risparmiato dal fuoco grazie alle lodi cantate al Dio di Israele6. Per le origini del Dio di Israele si vedano le pagine Hyksos 14 – Mitocrasia e teocrasia7, Hyksos 15 – Yahweh, dio della Luna8, Hyksos 16 – Adonai, dio del Sole9 e Hyksos 17 – Seth e l'enoteismo semitico10.
- Andrea. Non vi sono riscontri storici circa alcun personaggio a guida di alcun movimento messianico di I secolo di nome Andrea. Il suo viaggio in Britannia (da cui la croce scozzese di sant'Andrea), pare improbabile, così come la morte in tarda età (esattamente come per Simeone bar Cleofa, la profetessa Anna, Simeone del tempio di Gerusalemme, Giuseppe d'Arimatea, ecc.). La croce eponima era una simbolo pagano del Sole, presente in India, Cananea, Egitto, Roma, ecc. Il nome Amdrea, secondo il linguista e studioso britannico di simbologia L.A. Waddell, autore di British Edda11, la figura di sant'Andrea deriva da quella di Andara, Andvara o Andvari, altro nome del dio scandinavo Thor, identificabile con Yahweh, Zeus e Giove, oltre con il babilonese Zu, il sumerico Indara e l'indico Indra. Si veda la pagina Hyksos 15 – Yahweh, dio della Luna12.
- Anna. Anna, sovente raffigurata in quanto Metterza (“Messa per terza”) a formare una triade (“trinità”) con la Madonna e Gesù Bambino, è emblema della maternità, una delle varie forme con cui la Grande Madre del Paganesimo si è ripresentata “sotto mentite spoglie” nel Cristianesimo. Altra forma della Grande Madre/sant'Anna è la figura, di origine celtica, chiamata Anna, figlia di Giuseppe di Arimatea, presente nella tradizione graalica del Sacro Vasello, il grembo materno della Dea, appunto. Proprio nelle isole britanniche An(n)a era la divinità della rinascita, della fertilità, chiamata anche Dana, variante di Dinah. “Curiosamente” anche sant'Anna (madre di Maria) veniva chiamata Dinah. La figura dell'Anna celtica è di origine fenicia in quanto deriva da Barat-An(n)a, o Barati, a sua volta derivata dalla sumerica Anty(m). Così come Anna, figlia di Giuseppe di Arimatea, anche sant'Anna (madre di Maria) si lega al leggendario santo “d'Arimatea”, in quanto sua nipote. Si veda la voce Giuseppe di Arimatea. Marco Della Luna e Paolo Cioni, nella loro opera Neuroschiavi, confermano l'inesistenza storica di sant'Anna13.
- Aquila. Fratello di Prisca (o Priscilla), secondo i canonici Atti degli Apostoli14, e fratello di Niceta secondo le Omelie pseudo-clementine15, forma una coppia con suo fratello Niceta che è stata identificata dalla qumranologa Barbara Thiering, nel suo Gesù, l'uomo16, con la coppia evangelica Giacomo-Giovanni – santi mai esistiti (si vedano le voci Giacomo il Maggiore e Giovanni Evangelista).
- Azaria. Secondo la Bibbia, Azaria, insieme a Mizrael e Anania, sarebbe stato gettato in una fornace e risparmiato dal fuoco grazie alle lodi cantate al Dio di Israele17. Per le origini del Dio di Israele si vedano le pagine Hyksos 14 – Mitocrasia e teocrasia18,Hyksos 15 – Yahweh, dio della Luna19, Hyksos 16 – Adonai, dio del Sole20 e Hyksos 17 – Seth e l'enoteismo semitico21.
- Barnaba. Giuseppe Barnaba, secondo i canonici Atti degli Apostoli, sarebbe stato cugino di Giovanni Marco, figlio di Maria. Come hanno dimostrato gli studi di eminenti biblisti come Robert H. Eisenman e il compianto Luigi Cascioli, diversi personaggi neotestamentari di nome Giuseppe (Barnaba, Barsabba, Iose(s), Giuseppe/Iose(s) fratello di Gesù, Giovanni Evangelista, Giovanni Marco, il discepolo Giovanni maestro di Papia) Giacomo (il Minore, il Maggiore, Giacomo fratello di Gesù), Giuda (Taddeo, Addeo, Lebbeo, l'Iscariota, Giuda di Giacomo, Giuda fratello di Giacomo, Giuda fratello di Gesù) e Simone (il Cireneo, Simone fratello di Gesù, Simon Pietro, Cefa, Simeone, l'Iscariota, Simone il Cananeo, Simone (lo) Zelota, Simon Mago) altri non sono se non i figli del rivoluzionario romano Giuda il Galileo, ossia Menakhem, Giacomo, Giuda (identificato con Theidas/Teuda) e Simone. Giuseppe Barnaba pertanto non è che l'ennesima figura antisemita di fantasia che volgarizza un eroe del Messianismo, “adornandolo” di elementi mitologici pagani.
- Bartolomeo. Secondo l'apocrifo Vangelo dello Pseudo-Tommaso22, l'apostolo Bartolomeo (mai citato nel Vangelo di Giovanni23) si sarebbe chiamato Cleofa e sarebbe stato figlio di Maria di Cleofa, presentata nell'agiografia cattolica come la madre di Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda, di cui parlo alla voce Barnaba. Essi non sono che “parodie” dei figli di Giuda il Galieleo, ossia di Giacomo, Menakhem, Simone e Giuda (identificato con Theudas/Teuda). Maria di Cleofa (indicata talvolta come moglie di Cleofa, mentre altrove come sua madre o anche figlia) va dunque identificata con Maria madre di Gesù, con Maria Jacoba (o Jacobé) e con Maria (di) Salomé. Il Cattolicesimo identifica il Bartolomeo (“figlio di Tolomeo”) sinottico con il Natanaele (o Nataniele) giovanneo, significante “dono di El”, sincretistica fusione delle divinità del Sole e della Luna della Fertile Mezzaluna, come spiego nelle pagine Hyksos dalla 14 alla 17. Natanaele, in Giovanni, si presenta come figura messianica, a rafforzare l'identificazione dei vari figli leggendari di Maria di Cleofa con i figli dello storico Giuda di Galilea.
- Davide. Non vi sono prove storiche circa la presunta monarchia unita di Israele e Giuda, né circa l'esistenza di personaggi quali Davide e Salomone. Entrambi anzi presenta simbolismi pagani relativi alla stella (la Stella di Davide, o Sigillo di Salomone, e il nome Davide, che deriva dal fenicio Duad e, ancor prima, dall'egizio djat, “stella”) o al Sole (Salomone, Solomon, è composto dalla parola “Sole” ripetuta in tre lingue diverse, vale a dire latino, Sol, sanscrito, Om, ed egizio, On). Inoltre la figura del Re David è ispirata a quella dello storico faraone Psusenne(s) II. Si veda la pagina Gli Hyksos a Gerusalemme26, nella categoria Hyksos.
- Disma. Disma (o Tito, nel Protovangelo di Giacomo27) è il nome che la letteratura apocrifa affibbia al “buon ladrone”, letteratura scritta con l'intento specifico di colmare le “lacune” del Nuovo Testamento, “stuzzicando” la fantasia della plebaglia fedele. Stiamo parlando naturalmente di letteratura agiografia, mitologica, leggendaria, non storica. Inutile dire che un uomo romano (Tito è infatti un nome romano) non avrebbe potuto essere crocefisso, ma decapitato, proprio in virtù della sua cittadinanza romana. Se invece non fosse stato un romano e fosse stato giustamente crocifisso per sedizione, allora non avrebbe portato il nome di Tito, ma un nome zelota, messianico, come Giosuè, Giuda o Simone. Inutile dire che per furto non era prevista la crocifissione e i due condannati insieme al Cristo vengono espressamente definitilestes, “ladroni. Infine la presenza di soli tre condannati è assolutamente ridicola: le esecuzioni prevedevano la morte di numerose vittime. Pertanto non risulta credibile né il N.T. che lo presenta come “buon ladrone”, che la tradizione apocrifa che lo battezza Disma o Tito, tradizione peraltro confusa, vista che nel Protovangelo di Giacomo “l'altro ladrone” viene chiamato Dumaco, nome che pare una variante di quello del “buon ladrone”, Disma, o di quello di Dima, presente nei canonici Atti28.
- Massimino. Santo provenzale, sarebbe giunto in Francia insieme a Maria Maddalena, Maria di Betania, Marta di Betania, Lazzaro, Sara (o Marcella), Giuseppe di Arimatea, Maria Joacoba, Maria Salomé e altri discepoli per fuggire alle “persecuzioni” (che all'epoca non vi erano ancora). Questa leggenda, narrata nella Legenda Aurea di Jacopo da Varazze, o Varagine29, è intrisa di tradizioni rhom. Si veda la pagina Hyksos – I Rom, figli di Esaù?30, nella categoria Hyksos. Lo storiografo e saggista Claudio Rendina, autore, fra le altre opere, di La santa casta della Chiesa31, conferma l'inesistenza storica del personaggio di san Massimino32.
- Mizrael. Secondo la Bibbia, Mizrael, insieme ad Anania e Azaria, sarebbe stato gettato in una fornace e risparmiato dal fuoco grazie alle lodi cantate al Dio di Israele33. Per le origini del Dio di Israele si vedano le pagine Hyksos 14 – Mitocrasia e teocrasia34,Hyksos 15 – Yahweh, dio della Luna35, Hyksos 16 – Adonai, dio del Sole36 e Hyksos 17 – Seth e l'enoteismo semitico37.
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