Niente spending review in Vaticano. I conti del papa, nonostante qualche scivolone causato da investimenti finanziari infelici, godono di ottima salute. Inoltre lo Ior, benché assediato da “corvi”, magistrati e funzionari europei, si rivela sempre ricco e generoso, e fedeli e diocesi di mezzo mondo provvedono a non lasciare mai vuote le casse di Oltretevere. Cosicché dalla Santa sede si esprime soddisfazione per la situazione economica. Compare anche qualche invito «al contenimento delle spese», ma padre Lombardi, direttore della sala stampa vaticana, rassicura: nessuno dei quasi 5mila dipendenti dello Stato (vaticano) sarà tagliato, o finirà “esodato”.
I bilanci del Vaticano del 2011 sono stati resi noti giovedì sera al termine della riunione del Consiglio dei cardinali per lo studio dei problemi organizzativi ed economici, presieduto da Tarcisio Bertone. La Santa sede, cioè il governo centrale della Chiesa cattolica mondiale – che comprende tutti gli organismi della Curia, l’Amministrazione del patrimonio della Santa sede e i mezzi di comunicazione – ha registrato entrate per poco meno di 249 milioni di euro ed uscite per quasi 264 milioni, con un saldo negativo di 14 milioni e 890mila euro (lo scorso anno invece c’era stato un utile di quasi 10 milioni). Le spese più ingenti sono state quelle relative agli stipendi dei dipendenti e ai mezzi di comunicazione, Osservatore Romano e Radio Vaticana. In attivo invece il Ctv – il Centro televisivo vaticano che riprende in esclusiva le immagini del papa e degli eventi in Vaticano e le vende alle tv di tutto il mondo – e la Libreria editrice vaticana (Lev), proprietaria dei diritti d’autore sui discorsi e gli scritti di Ratzinger, dei papi dell’ultimo cinquantennio e dei vari dicasteri. Ad incidere sul disavanzo, spiegano i cardinali, anche «l’andamento negativo dei mercati finanziari mondiali»: ovvero operazioni sui mercati azionari e monetari finite male. Affari decisamente migliori per il Governatorato della Città del Vaticano, l’organo a cui il papa – che rimane il sovrano assoluto – ha affidato il potere esecutivo e la gestione del territorio: l’attivo è di quasi 22 milioni di euro, grazie soprattutto ai musei vaticani, che hanno incassato 9 milioni in più del 2010.
Complessivamente, quindi, c’è un risultato positivo di 7 milioni. Inferiore al +30 milioni del 2010, ma in tempi di crisi lo Stato del papa può ritenersi più che soddisfatto. Anche perché ingenti iniezioni di liquidità arrivano da altre parti: lo Ior ha versato al papa 49 milioni «a sostegno del suo ministero apostolico»; le diocesi del mondo hanno versato 26 milioni «per il mantenimento» della Curia romana; e l’Obolo di San Pietro – le offerte dei fedeli al pontefice «per le necessità della Chiesa universale e per le opere di carità» – ha fruttato quasi 57 milioni di euro. Qualche segnale di insofferenza si intravede, ma sembrano gocce nell’oceano, come quello di don Vitaliano Della Sala, amministratore parrocchiale a Mercogliano: «Dopo le recenti notizie riguardanti il Vaticano che, tra l’altro, sono una ulteriore prova dell’opaca gestione della sua banca e delle sue finanze, penso sia un dovere cristiano dare un segnale forte perché si metta mano subito ad una riforma seria dello Ior e della Curia», ha detto il prete pochi giorni fa, alla vigilia della raccolta dei fondi per l’Obolo del 2012. «Celebreremo la Giornata della carità devolvendo le offerte raccolte durante le messe al Fondo di solidarietà per le famiglie in difficoltà economica, da poco istituito a Mercogliano».
Se le finanze stanno bene, altrettanto non si può dire della situazione politica vaticana. Nonostante le rassicurazioni di Ratzinger – che prima di partire per Castel Gandolfo ha pubblicamente confermato, in ossequio al galateo, la fiducia a Bertone – il futuro del segretario di Stato, al centro del Vaticanleaks, pare segnato: a dicembre compirà 78 anni (3 in più del pensionamento canonico) e probabilmente intorno a quella data lascerà l’incarico. Ratzinger ha già avviato delle consultazioni informali con alcuni cardinali (fra cui Ruini, principale avversario di Bertone), per preparare la successione. E intanto ha scelto un consulente per la comunicazione – il corrispondente da Roma di Fox news, Greg Burke, dell’Opus Dei, come era Navarro Valls ai tempi di Wojtyla – da affiancare a Bertone, per evitare le fughe di notizie e il caos mediatico delle scorse settimane. Dopo l’estate verrà nominato anche il successore di Gotti Tedeschi alla presidenza dello Ior. E a giorni arriverà il responso degli ispettori di Strasburgo di Moneyval che dovranno decidere se inserire o no lo il Vaticano (e lo Ior) nella white list degli Stati giudicati affidabili in tema di riciclaggio.
http://lucakocci.wordpress.com/2012/07/08/a-san-pietro-niente-crisi-casse-vaticane-in-salute/
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