Tra loro figura anche il cardinale Keith O'Brien, capo della Chiesa Cattolica romana in Scozia, che in questi giorni ha annunciato di voler aggiungere 100mila sterline (oltre 126mila euro) alle 50mila già spese per finanziare una campagna pubblicitaria contro la legalizzazione delle nozze gay nel Paese. Insomma, una sorta di propaganda su larga scala che si vuole diffondere sugli autobus, per le strade ed in televisione.
Dal canto suo il prelato si autoincensa descrivendosi quasi come una sorta eroe: «Il matrimonio è in pericolo -ha dichiarato- e i politici hanno bisogno di sapere che la Chiesa cattolica si assume ogni onere per difendere a tutti i costi questo sacro vincolo».
Curioso, però, che le sue parole assomiglino ad una vera e propria minaccia. Una sorta di monito ai politici per far capire loro che la Chiesa ha sufficienti risorse economiche per poter fomentare il dissenso nell'opinione pubblica nel caso in cui l'operato del governo non assecondasse alla lettera il loro volere.
Intimidazioni a parte, la battaglia non si preannuncia facile: più di 70 membri del Parlamento scozzese hanno dichiarato il proprio supporto alla legalizzazione delle nozze gay a fronte dei soli 9 contrari. Ora bisognerà vedere se la Chiesa riuscirà a rovesciare il risultato grazie ai suoi ingenti investimenti.
Dalla vicenda, però, nasce spontanea anche un'altra riflessione. Quante opere si sarebbero potute realizzare se quelle 150mila sterline fossero state destinate a poveri e bisognosi (così come mostrato negli spot televisivi) anziché al sostegno di una campagna d'odio?
http://gayburg.blogspot.com/2012/07/scozia-la-chiesa-cattolica-stanzia.html
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