Una petizione per chiedere spiegazioni alla Chiesa è stata sottoscritta online da oltre 7mila fedeli, e un centinaio di persone sono rimaste fuori dalla Cattedrale di San Giovanni Battista a Trnava in segno di protesta alla messa domenicale dell’altro ieri, la prima senza l’Arcivescovo Bezak.
Mons. Bezak, nominato appena tre anni fa a capo della diocesi della cosiddetta “parva Roma” (piccola Roma, così chiamata per l’alto numero di chiese erette all’interno delle sue mura), era considerato un simbolo del cambiamento generazionale nella Chiesa slovacca ed era, pare, largamente apprezzato dai fedeli per il suo atteggiamento riformista e aperto. Anche la Conferenza Episcopale Slovacca (KBS), dal canto suo, in un voto di totale obbedienza, non ha pubblicato che un altro brevissimo comunicato che prendeva atto del provvedimento della Santa Sede.
Per calmare gli animi e far smettere le illazioni e le false ipotesi, ieri l’ufficio del Nunzio Apostolico in Slovacchia, mons. Mario Giordana, ha invitato i fedeli a rispettare «in spirito di fede» la decisione di Papa Benedetto XVI con un comunicato ufficiale, prima esternazione a nome della Santa Sede sulla questione dopo la destituzione. Il documento, scrive il quotidiano Sme, dice che Bezak conosce le ragioni del suo richiamo, che gli erano state comunicate dalla Congregazione per i vescovi una volta conclusa l’ispezione vaticana alla sua diocesi, tra gennaio e febbraio di quest’anno, e alle quali, prosegue il documento, lui aveva risposto in forma scritta. Il Vaticano sostiene che la destituzione è stata richiesta con numerose denunce da parte sia di credenti che sacerdoti, ed è in base a quelle segnalazioni che è stata ordinata la visita apostolica in diocesi, per indagare sulla loro veridicità.
Bezak non ha voluto commentare la cosa, sottolinea Sme, per non violare il divieto di parlare ai media sul suo licenziamento intimatogli dal Vaticano. Aveva però parlato alla sua ultima celebrazione liturgica, domenica 1° luglio, annunciando il suo licenziamento tra la sorpresa dei presenti e leggendo due lettere successive ricevute dalla Nunziatura per conto del Vaticano. E dichiarando di non conoscere le ragioni per il provvedimento. Nella nota emessa ieri, l’ufficio del Nunzio scrive che la Santa Sede si rammarica profondamente del fatto che mons. Bezak abbia deciso di anticipare la pubblicazione della notizia della rimozione, violando in questo modo il segreto pontificio. Un comunicato odierno della Conferenza Episcopale invita tutti i credenti a pregare perché vescovi, sacerdoti e tutti i fedeli si sforzino di lavorare con spirito di fede per il bene delle diocesi della Chiesa slovacca.
Sme scrive che Frantisek Miklosko, ex politico cattolico, il primo a far filtrare l’informazione che Bezak sarebbe stato rimosso, ritiene che le presunte denunce citate di sacerdoti e fedeli non siano la vera ragione per la destituzione. E l’edizione odierna di Sme dice che ieri 9 luglio è stato chiuso dalla Nunziatura un ristorante che era stato recentemente inaugurato presso l’Arcivescovado di Nitra, che avrebbe avuto lo scopo di aprire maggiormente la Chiesa al pubblico.
Notiziari locali, scriveva ieri lo Slovak Spectator, dicono che il 52enne Bezak non può rimanere a Trnava ancora a lungo, e si starebbe preparando per andare all’estero come sacerdote, oppure per ritornare a lavorare in un monastero in Slovacchia. Fino a che non verrà nominato un nuovo Arcivescovo, la diocesi di Trnava sarà retta dal vicario Jan Orosch, amministratore apostolico della “sede vacante”.
(La Redazione)
http://www.buongiornoslovacchia.sk/index.php/archives/29744
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