Il «venerdì nero» del cardinale statunitense Bernard Francis Law. Contestato dalle vittime dei preti pedofili nel giorno in cui ha compiuto 80 anni (perdendo il diritto di voto in conclave) proprio mentre il suo successore Sean Patrick O’Malley era a colloquio dal Benedetto XVI. Tra i porporati più stimati dell’area conservatrice della Santa Sede, Law (ex «ministro degli Esteri» della conferenza episcopale Usa) ha pagato più di altri lo scandalo della pedofilia in America ma nonostante ciò è rimasto un punto di riferimento all’interno della Curia romana. L’arciprete della basilica romana di Santa Maria Maggiore, ex arcivescovo di Boston, è stato costretto alle dimissioni per lo scandalo della pedofilia che scoppiò Oltreoceano nel 2002.
Un’associazione americana di vittime dei preti pedofili, Snap («Survivors network of those abused by priests»), ha chiesto al Papa di far dimettere il porporato dai dicasteri vaticani dei quali è membro. Il cardinale Law è accusato di aver insabbiato i casi di abusi sessuali commessi da alcuni sacerdoti della sua diocesi. Il 13 dicembre del 2002 si dimise e pochi giorni dopo lasciò Boston per Roma. Arcivescovo di Boston è ora il cappuccino Sean O’Malley.
Giovanni Paolo II nel 2004 nominò Law arciprete della basilica romana di Santa Maria Maggiore. Compiendo 80 anni esce dal novero dei cardinali elettori che entrano in Conclave al decesso di un Pontefice.
«Papa Benedetto ha una scelta da fare», scrive lo Snap in una nota.«Può finalmente riconoscere chiaramente e pubblicamente la lunga e ben documentata storia di inganno, inconsapevolezza e insensibilità nei confronti dei crimini sessuali del clero e dei loro insabbiamenti. O può cancellare o rimanere in silenzio o fare riferimento in modo vago al passato di Law» E, aggiunge lo Snap, «speriamo che Papa Benedetto sceglierà di agire con compassione e coraggio, speriamo che coglierà l’opportunità di fare un piccolo gesto che aiuterà le vittime cattoliche ferite e tradite a guarire dall’orribile eredità di un clero corrotto».
Lo Snap aveva già mandato il 9 gennaio 2008 una lettera a Benedetto XVI per chiedere le dimissioni di monsignor Law «dagli otto dicasteri vaticani in cui siede al momento attuale». Malgrado l’età, scriveva l’associazione delle vittime, il cardinale americano «svolge ancora un ruolo importante nella Curia romana e, in quanto membro della Congregazione per i Vescovi, ha un ruolo particolarmente importante e preoccupante nella selezione dei nuovi presuli».
L’iniziativa si poneva nel solco dei «mea culpa» già pronunciati dalla Chiesa «per i preti pedofili o violentatori», spiega Barbara Dorris, portavoce dello Snap:«La preghiera è un’ottima cosa, è sempre positiva, ma si tratta di un atteggiamento passivo, mentre quello di cui ci sarebbe bisogno è di un’iniziativa concreta, efficace». In quei giorni, infatti, il cardinale francescano Claudio Hummes, in un’intervista sull’Osservatore Romano, chiamò alla preghiera per «le vittime delle gravi situazioni di condotta morale e sessuale di una piccolissima parte del clero», e definì una «priorità» l’apertura di «cenacoli eucaristici per suscitare un grande movimento spirituale di preghiera per tutti i sacerdoti e per la loro santificazione». Al quotidiano della Santa Sede l’allora ministro vaticano del Clero illustrò il perché di tale «urgenza», in quanto «problemi ve ne sono sempre stati perché siamo tutti peccatori, però in questo tempo sono stati segnalati fatti veramente molto gravi». Anche se «solo una minima parte del clero è coinvolta in situazioni gravi, neppure l’1% ha a che fare con problemi di condotta morale e sessuale; la stragrande maggioranza non ha nulla a che vedere con fatti di questo genere».
Ieri, nelle stesse ore della contestazione a Law, Benedetto XVI ha ricevuto in Vaticano il suo successore, il cardinale Sean Patrick O’Malley, arcivescovo di Boston e campione della lotta contro gli abusi sessuali compiuti da ecclesiastici negli Stati Uniti. Il porporato cappuccino è stato il primo dei vescovi degli Stati Uniti ricevuto in «visita ad limina» e l’udienza è avvenuta con tre giorni di anticipo rispetto al calendario previsto.
Dopo il cardinale O’Malley sono entrati uno alla volta nella Biblioteca privata del Papa i presuli della «Regione 1», che comprende le diocesi dello Stato del Massachusetts. La tabella degli incontri con i vescovi americani impegnerà il Pontefice fino a settembre. Nell’aprile 2007 proprio l’arcivescovo di Boston ha accompagnato a Washington le vittime di abusi per l’incontro col Papa e nei mesi scorsi, O’Malley è stato inviato dal Papa in Irlanda come visitatore apostolico. Dopo lo spostamento a Roma per i problemi di pedofilia nell’arcidiocesi di Boston, il cardinale Law sta lavorando per tessere i rapporti diplomatici tra il Vietnam e il Vaticano.
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