Il cardinale Angelo Bagnasco aprendo i lavori del consiglio permanente della Cei questo pomeriggio tornerà a parlare della situazione italiana e a ribadire la necessità della sobrietà e del decoro in chi rappresenta le istituzioni del Paese, come già aveva fatto lo scorso gennaio, in pieno caso Ruby. Il presidente dei vescovi sta lavorando fino all’ ultimo al testo della prolusione, ma si prevede che, pur senza dare «spallate» al governo o pronunciare quelle «scomuniche» ad personam contro Berlusconi che più di qualcuno spererebbe, si esprimerà in modo inequivocabile su quanto sta accadendo.
Rispondendo così anche all’ obiezione di chi negli ultimi giorni ha parlato di «silenzio» della Chiesa: i primi commenti pubblici – riguardanti allora il caso Noemi – il cardinale li fece già nel maggio 2009, seguiti dalla famosa e non casuale omelia del segretario della Cei Mariano Crociata, che nel luglio di due anni fa disse: «Assistiamo a un disprezzo esibito nei confronti di tutto ciò che dice pudore, sobrietà, autocontrollo e allo sfoggio di un libertinaggio gaio e irresponsabile».
Anche se cresce nei vertici dell’episcopato il numero di coloro che sperano in un passo indietro del presidente del Consiglio, Bagnasco parlerà da pastore, non da politico, e dunque inquadrerà l’urgenza di quel «rinnovamento etico» auspicato giovedì scorso da Benedetto XVI nel telegramma al presidente Napolitano, nel contesto più ampio del clima culturale, sociale e morale del Paese. Parlerà di una crisi di valori che sarebbe ingenuo pensare si possa risolvere con l’uscita di scena del Cavaliere.
Ma c’è attesa anche per conoscere le parole che il presidente dei vescovi dedicherà all’impegno dei cristiani in politica, in un momento in cui il mondo cattolico discute e si riorganizza.
Un passaggio decisivo per comprendere chi siano i personaggi che stanno scaldando i muscoli in vista di una discesa in campo, è rappresentato dal prossimo «conclave» di Todi, l’incontro a porte chiuse nel convento Montesanto organizzato dal Forum delle associazioni del mondo del lavoro per il prossimo 17 ottobre. La novità di questo tentativo di disegnare il futuro dei cattolici in politica e dare concretezza al manifesto per la buona politica firmato due mesi fa da Cisl, Confartigianato, Confcooperative, Coldiretti, Acli, Movimento Cristiano Lavoratori e Compagnia delle Opere, sta nel coinvolgimento trasversale di una galassia di sigle di associazioni e movimenti ecclesiali. Realtà che pur non potendo impegnarsi direttamente in politica data la loro natura, sono però interessate a discutere un progetto che risponda all’appello del Papa per una nuova generazione di politici cattolici.
Anche le frizioni verificatesi all’inizio dell’estate, quando si tennero delle riunioni con politici di centro e di centrosinistra patrocinate dal Segretario di Stato Tarcisio Bertone attraverso il vescovo Mario Toso, e il fondatore della Comunità di Sant’Egidio Andrea Riccardi, sembrano superate. Quel tentativo, guardato con freddezza dai vertici Cei, è stato lasciato cadere, e ora anche Riccardi parteciperà al «conclave» di Todi.
Alla riunione umbra non ci saranno politici: il Forum delle associazioni, che in questi ultimi anni ha dialogato con un’area trasversale che va da Fioroni (Pd) a Casini (Udc) e i Pdl Tremonti, Sacconi e Formigoni, non intende infatti diventare soltanto un serbatoio di voti per i politici e i partiti che già esistono. Vuole invece elaborare un progetto radicato nella dottrina sociale della Chiesa e nella difesa dei «principi non negoziabili» che contenga proposte concrete su sviluppo, lavoro e nuova legge elettorale proporzionale. E che preveda anche un ricambio della nostra classe dirigente, nella speranza che l’uscita di scena di Berlusconi, quando avverrà, porti a una scomposizione e ricomposizione delle forze in gioco, favorendo la nascita di nuove alleanza e anche di una nuova area cattolica ancorata al Partito popolare europeo.
Il «conclave» di Todi sarà aperto dal cardinale Bagnasco ma si presenta come un’iniziativa autonoma di laici senza cabine di regia nei sacri palazzi: vedrà la partecipazione dell’economista Stefano Zamagni, del banchiere Corrado Passera (che qualcuno non vedrebbe male come ministro economico) e del sociologo Giuseppe De Rita. Scorrendo il programma due nomi emergono rispetto agli altri: quello del rettore dell’Università Cattolica Lorenzo Ornaghi, che guiderà da solo la prima sessione del convegno con una la relazione sui valori, e quello del leader della Cisl Raffaele Bonanni; che concluderà i lavori. È presto per dirlo, anche perché le associazioni del Forum ci tengono a ribadire che il problema è un progetto condiviso, non la leadership né il «federatore» dei cattolici auspicato da De Rita. Ma non è azzardato affermare che Bonanni e Ornaghi non resteranno in panchina.
FONTE
0 commenti:
Posta un commento