Dopo oltre un anno di informazione sui privilegi fiscali di cui gode ingiustamente la Chiesa Cattolica,posso finalmentere gioire leggendo i quotidiani nazionali che finalmente danno ampio risalto al problema.Non entro nelle polemiche sterili,perchè voglio sottilineare come queste notizie siano state sempre pubblicate sui giornali più rappresentativi di questo paese.Ciò che mancava era una consapevolezza nazionale sul problema.Consapevolezza che oggi c'è.C'era in alcuni prima grazie alle battaglie dell'Uaar e forse in piccolissima parte grazie al materiale raccolto da noi nel sito.Ma ciò che è importante è che alle parole seguano i fatti.Le imposte sugli immobili non soggetti a scopo di culto vanno pagate dalla Chiesa Cattolica da subito.Ma come?I radicali contestano l’articolo 29 del Concordato del 1929, che stabilisce il principio cardine della normativa tributaria, ancora valido: gli enti ecclesiastici sono equiparati ex lege sotto il profilo tributario agli enti di beneficienza. Si fanno rientrare nella parificazione normativa non solo tutti gli enti beneficali (mense vescovili, benefici parrocchiali, chiese) ma anche i seminari, i santuari, e qualsiasi ente che, da chiunque amministrato, ha quale fine esclusivo o principale il culto.Lo speciale regime tributario è stato applicato anche ad attività diverse dal culto o dalla religione purché dirette e strumentali alla realizzazione di tali finalità.
Ma allora come mai le detrazioni sono applicate anche agli hote delle suore ad esempio?Mistero delle fede..Ma è proprio per questo mistero non giustificato nè spiegabile che l'Europa ha aperto una
procedura d'infrazione per il mancato pagamento dell'Ici.Per l'Europa sono aiuti di Stato.Ma non c'è solo l'Ici.Vediamo nel dettaglio tutte le tasse che il Vaticano non paga,anche se dovrebbe.Ci riferiamo ovviamente agli immobili commerciali non alle Chiese per intenderci.Eccovi la lista completa delle tasse evase:
TASSE IMMOBILIARI: Gli immobili pontifici sono esenti da tributi sia ordinari chè straordinari, verso lo Stato o qualsiasi altro ente.Niente tassa
Imu per gli immobili della Chiesa: non solo sugli immobili sede di culto e di proprietà della Santa Sede, ma anche ospedali e cliniche legate alla Chiesa, scuole private, alberghi del mondo cattolico e oratori.
TASSE DOGANA: E le merci provenienti dall'estero e dirette alla Cittá del Vaticano, o fuori della medesima, a istituzioni o uffici della Santa Sede, ovunque situati, sono sempre ammesse da qualunque punto del confine italiano e in qualunque porto della Repubblica al transito per il territorio italiano con piena esenzione dai diritti doganali e daziari.
IRES: un abbattimento del 50% è previsto per una serie di soggetti tra cui gli enti di assistenza e beneficenza e gli altri enti il cui fine è equiparato per legge ai fini di assistenza ed istruzione. Agevolazioni che comunque escludono gli enti ecclesiastici non riconosciuti o quelli che, pur riconosciuti, svolgono un’attività commerciale. Nel caso di attività promiscua commerciale-religiosa gli enti ecclesiastici devono distinguere le diverse fonti d’entrata. Le operazioni di carattere commerciale sono soggette all’Iva (ma quelle religiose commerciali ospedaliere e didattiche) e tenute al codice fiscale e partita Iva. Il reddito da fabbricati di proprietà del Vaticano è inoltre esente da Ires, mentre i fabbricati destinati in maniera esclusiva al culto e quelli dei cimiteri non sono considerati produttivi di reddito, a prescindere dalla natura del soggetto che li possiede.
IRPEF: I dipendenti della Santa Sede e dello Stato della Città del Vaticano sono esentati. Retribuzioni, pensioni e indennità di fine rapporto a propri impiegati e salariati, ancorché non stabili, sono esenti dall’Irpef e dall’imposta locale sui redditi.
IRAP: La legge stabilisce poi, per quanto riguarda le retribuzioni corrisposte ai sacerdoti dalla Chiesa cattolica, che non costituiscono base imponibile ai fini dell'Irap. Occhio di riguardo anche per il trattamento fiscale dei proventi derivanti dall'attivitá lavorativa dei religiosi appartenenti agli enti ecclesiastici. Il Tuir consente agli enti religiosi, per quanto riguarda le spese relative all'opera prestata in via continuativa dai membri degli enti religiosi, ai fini della determinazione del proprio reddito di impresa, la deduzione, per ciascuno dei propri membri che prestano la loro opera nell'attivitá commerciale imponibile, di un importo corrispondente all'ammontare del limite minimo annuo previsto per le pensioni corrisposte dal Fondo pensioni dei lavoratori dell'Inps.
Mentre i dipendenti della Santa Sede e dello Stato della Cittá del Vaticano sono esentati dall'irpef. Le retribuzioni, di qualsiasi natura, le pensioni e le indennitá di fine rapporto corrisposte dalla Santa Sede, dagli altri enti centrali della Chiesa cattolica e da altri enti gestiti direttamente dalla Santa Sede ai propri dignitari, impiegati e salariati, ancorchè non stabili, sono esenti dall'irpef e dall'imposta locale sui redditi.
ICI:Il decreto legislativo 30 dicembre 1992 n° 504, varato dal Governo Amato I, stabiliva alcune esenzioni per le proprietà della Chiesa.In realtà, nel decreto del 1992 venivano chiaramente elencati gli immobili esenti dall’imposta, quelli destinati esclusivamente allo svolgimento di attività:
- assistenziali,
- previdenziali,
- sanitarie,
- didattiche,
- ricettive,
- culturali,
- ricreative,
- sportive
Ma allora come si è arrivato al mancato pagamento dell'Ici sugli immobili commerciali?La questione su quale tipo di edifici e proprietà dovessero essere esentati e quali no ha portato negli anni a diversi procedimenti giudiziari, fino a quando la norma viene in parte bocciata dalla Consulta nel 2004.La Cassazione stabilì,infatti,che gli immobili della Chiesa non soggetti a scopi di culto ma a scopo di lucro dovessero pagare l'Ici.L'esenzione viene reintrodotta con il decreto legge del 17 agosto 2005, in cui il Governo Berlusconi III cambia la vecchia normativa, includendo gli immobili destinati ad attività commerciali tra quelli compresi nel diritto all’esenzione. Secondo alcuni commentatori ciò è avvenuto a fronte del rischio da parte degli enti ecclesiastici di dover corrispondere ai comuni gli importi dell'Ici sugli immobili destinati ad attività commerciali non pagati nel quinquennio 2000-2005 (quelli relativi agli anni dal 1993 al 1999 sono prescritti).E' stato quindi il governo Berlusconi per la prima volta a includere degli edifici della Chiesa,dediti ad attività commerciali,negli sgravi.Ed è per questa norma che l'Unione Europea ha aperto una procedura d'infrazione per aiuti di Stato.Ed ecco perchè su pressione dell'Ue il governo ha deciso di
far pagare l'Ici sugli immobili oggetto di attività commerciali dal 2014.Vedremo nel 2014 se ciò sarà vero.Ma considerando che in quell'anno vi sarà un nuovo governo,non si possono mai avere delle certezze nè delle buone sensazioni.E visto che la crisi è oggi,è adesso,urge intervenire per ripristinare uno stato di legalità e di giustizia.Per il bene dell'Italia.Per il bene dei nostri debiti...
BIBLIOGRAFIA
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