Alla vigilia della discussione parlamentare sulla manovra, monta sul Web la protesta contro l'esenzione fiscale sugli immobili della Chiesa, con migliaia di utenti che partecipano a gruppi presenti nei social network e in Rete. Su Facebook, la pagina "Vaticano pagaci tu la manovra finanziaria" ha superato i 30mila iscritti e cresce di minuto in minuto. Presenti anche alcune petizioni online ("Ici applicata a tutti i beni immobili del Vaticano presenti sul territorio italiano"), ma mentre monta la polemica sul Web,la questione stenta a decollare nel dibattito tra le forze politiche presenti in Parlamento.
"Eppure ora il tema non è da accademia: c'è una necessità", ha detto Pippo Civati, 'rottamatore' del Pd che due giorni fa sul suo blog si è espresso senza equivoci: "Ma perché la Chiesa non fa opera di carità e misericordia rinunciando alle esenzioni fiscali sugli immobili per alleviare le sofferenze dei credenti?". Una "riflessione che anche il Pd dovrebbe affrontare", è l'invito di Civati. Tanto più che sul sito del partito, sotto il testo del "contro-piano Democratico" sulla crisi, ci sono già diversi commenti che notano l'assenza della "proposta di 'far pagare le tasse anche alla Chiesa' (il più grande immobiliarista italiano)", si legge.
"Nel momento in cui a tutti si chiede uno sforzo considerevole per fare sacrifici, termine tra l'altro vicino alla cultura ecclesiastica, Bagnasco oltre a spiegarci che l'evasione è uno scandalo e che c'è bisogno che la finanziaria non colpisca la famiglia, dovrebbe valutare quanto pesano le esenzioni fiscali per i beni immobili della Chiesa sul bilancio dello Stato", ha aggiunto Civati ricordando di essere "da tempo impegnato in una campagna più generica per tassare gli immobili e detassare il lavoro, che calza a pennello per il ragionamento odierno sui beni del Vaticano".
Una posizione alquanto isolata all'interno delle forze politiche anche di sinistra. E di certo questa volta Civati non potrà contare nemmeno sul suo collega Matteo Renzi, con il quale pure ha condiviso la battaglia di critica alla dirigenza del Pd. Il sindaco di Firenze, si sa, è di cultura cattolica. Ma Civati insiste: "Non è una questione di laicisti contro cattolici, io non tocco l'otto per mille e non mi addentro in Concordato e Patti Lateranensi. Da laico proveniente dalla cultura dell'Ulivo, io dico solo, senza alcuna strumentalità, che se il momento è tragico lo è per tutti, anche la Chiesa dovrebbe rendersene conto. E' come per la casta della politica". Quanto a eventuali sensazioni di isolamento nel partito, "bisogna capirsi: se il momento è tragico, a mali estremi, estremi rimedi".
http://www.tmnews.it/web/sezioni/top10/20110820_151846.shtml
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