A metà agosto i vescovi si erano fatti sentire attraverso il loro presidente, il cardinale Angelo Bagnasco, anche sulla manovra economica. L’evasione fiscale come grande male nazionale era entrato nel mirino della Cei, e insieme veniva avanzata una richiesta antica delle gerarchie ecclesiastiche: quella di rimodulare il sistema di tassazione non più sui singoli ma sulle famiglie, il famoso quoziente familiare diventato poi «fattore famiglia».
Un cambiamento, però, che implicherebbe una riorganizzazione del sistema fiscale con costi e tempi difficili da prevedere. Nel frattempo, la strada indicata è quella delle detrazioni in base al numero dei figli o alle spese che ne derivano, per esempio per le rette degli asili nido.
Ma anche in questa direzione il cammino, considerate le strettoie imposte dal bilancio e i cospicui tagli programmati agli enti locali, appare arduo.
Se la Cei ha fatto partire in pieno agosto la propria campagna politico-economica, ha dovuto anche subire contemporaneamente l’uno-due 8 per mille-Ici, ovvero le contestazioni per esenzioni e privilegi fiscali che consentono alla Chiesa di incamerare ogni anno centinaia di milioni di euro.
AVVENIRE PROVA A DETTARE LE REGOLE-Così, alla fine, il quotidiano dei vescovi Avvenire ha deciso di alzare i toni e ha urlato al complotto coordinato da radicali e massoni; in effetti entrambe le organizzazioni si erano espresse in favore di un ridimensionamento dei favori di cui gode la Chiesa in campo fiscale.Sarebbero stati Mario Staderini, Emma Bonino e il Grande Oriente d’Italia - hanno spiegato dalla Cei - ad aprire il fuoco delle proteste che ha portato una parte significativa dell’opinione pubblica a schierarsi in favore della cancellazione dell’esenzione dell’Ici per le attività commerciali della Chiesa e, quel che è considerato come il pericolo peggiore nei sacri palazzi, di una revisione del meccanismo che regola l’8 per mille con un drastico ridimensionamento della quota spettante alla Chiesa.
A questo punto la Conferenza episcopale non ha perso tempo e ha rilanciato aprendo un nuovo fronte di scontro, quello della questione morale.
LA MOSSA DI ANGELINO-Quindi la Conferenza episcopale ha identificato i nuovi possibili interlocutori nel centrodestra. Non è un caso che il segretario del Popolo della libertà Angelino Alfano, già individuato dai vertici ecclesiali come nuovo ipotetico leader del dopo Berlusconi, abbia inviato una lettera ad Avvenire nella quale difendeva l’attività sociale della Chiesa e tacciato i fautori della campagna sull’Ici come laicisti impenitenti, la cui unica intenzione era quella di colpire la Chiesa e la sua credibilità.
LA SUCCESSIONE DI AVVENIRE.-Nello stesso giorno il quotidiano dei vescovi diceva senza giri di parole qual era il pensiero dei vertici ecclesiali sulla crisi politica della maggioranza. Bossi e Berlusconi, si spiegava, «sono due leader stanchi», ora è il momento di Roberto Maroni e Angelino Alfano.
Insomma il collateralismo con il centrodestra incentrato sull’asse Pdl-Lega era tutt’altro che finito, al punto che venivano indicati anche i naturali successori degli attuali capi dei due partiti.
L'OFFENSIVA DI FORMIGONI E DELL'ALA CIELLINA- E però nemmeno nella Chiesa tutti la pensano allo stesso modo. L’ala ciellina, pur non compatta al suo interno, ha chiesto di assumere le redini del comando a fronte di un Pdl esangue e consumato da lotte intestine e scandali. Senza contare la perdita di consensi dovuti alla gestione della crisi economica.
Così, non da oggi, Roberto Formigoni ha chiesto a gran voce le primarie per decidere il futuro leader del partito e della coalizione. Il governatore può contare sulla forza organizzata ed economica di Comunione e liberazione e sul sistema di relazioni costruito in Lombardia. E certo il Formigoni, che fra poche settimane si potrà avvalere anche del sostegno indiretto del nuovo arcivescovo di Milano, il cardinale Angelo Scola di antica scuola ciellina, è personalità che non intende mollare la presa.
I SANTI IN PARADISO DI GIULIO-C’è poi da considerare il ruolo di Giulio Tremonti, il ministro dell’Economia intoccabile fino a pochi mesi fa, e ora decisamente in crisi. Il rapporto con i piani alti del Vaticano è solido, in particolare con Ettore Gotti Tedeschi, il presidente dell'Istituto per le opere di religione (Ior), e con lo stesso segretario di Stato varticano Tarcisio Bertone.
Infine non va dimenticato il ruolo di Maurizio Sacconi, il ministro del Lavoro e delle politiche sociali, vero capo ideologico della corrente neocon del Pdl. È lui che si è distinto, con il collega Alfano e con la sottosegretaria al Welfare Eugenia Roccella, nella battaglia sul testamento biologico.
CHIESA E POLITICA,ALLA FACCIA DI GESU'-Che c'entra ora la politica con Gesù?Un bel niente in effetti!Ma non perchè sia un'idea mia o vostra,ma perchè così è detto esplicitamente nei vangeli.Come già dissi a suo tempo in quest'articolo,vi sono due concetti fondamentali che la Bibbia esprime e che fatica ad essere compreso dai cattolici:
1)I Cristiani non si mettono in mostra davanti ai potenti o sui mezzi di informazione. Gesu' descrive questo tipo di uomini in MATTEO 23:5-7 e non li approva.
2)Il cristiano deve essere neutrale e non immischiarsi nella politica. Ha fiducia nel governo di Dio e non in quelli umani.Cristo quando volevano farlo re ai suoi tempi rifiuto' nettamente e non si intromise nella politica anche se c'era l'oppressione romana. Ce lo descrive benissimo l'apostolo Giovanni nei versetti 6,15 e 18,36.
Chiesa e politica,un legame inscindibile.Un legame forte su cui entrambi hanno costruito le loro fortune.E sempre a nostre spese..
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