“Un appello – rileva Tarquinio sintetizzato dall’ AdnKronos – che sembra essere stato ben compreso da quanti, in Parlamento e nel Governo, lavorano per un’equa correzione della manovra-bis d’agosto. Le immediate reazioni bipartisan favorevoli lo hanno segnalato a dovere”. “Che sia questo – si chiede l’editoriale – il problema? Che sia insopportabile questo vasto convenire, e non per piccole convenienze, su problemi veri della nostra societa’ nazionale posti in primo piano dai cattolici (gente che dell’Italia vera sa qualcosina…)? O forse – continua – il problema è che non si deve far arrivare in primo piano la famiglia, quei quasi 15 milioni di nuclei di persone sposate e, spesso, con figli a carico che non riescono a ottenere il riconoscimento sancito in Costituzione e una cittadinanza fiscale piena? O, ancora, il problema e’ che non ci si deve neanche azzardare a porre la questione dell’evasione fiscale?”.
E qui è logico far notare a Tarquinio che la questione delle risorse non è illimitata. Ovvero: ha ragione l’Avvenire a dire che bisognerebbe mettere in primo piano la famiglia, ma questo è possibile se rispetto ai saldi – che devono rimanere invariati: ce lo chiede l’Ue – qualcun altro rinuncia a qualcosa. Ovvero, la politica magari, ma anche la Chiesa. Se ad esempio la Chiesa decidesse di farsi finalmente carico dell’acqua che il Vaticano consuma – e che lo Stato italiano paga – quei 50 milioni di euro potrebbero essere dati alle famiglie. In secondo luogo, non si accusa certo la Chiesa di porre la questione dell’evasione fiscale, ma si fa notare che quando invece gli si fanno notare qualcosina come i 50 milioni imbertati in base al Concordato, loro cambiano discorso parlando di evasione fiscale. Il che non è carino.
“Viene da rispondere sì a tutte queste domande niente affatto retoriche”, continua Tarquinio che sottolinea “un retroscena di quello che appare come un tentativo di “far deragliare la campagna a marchio ‘cattolico’ pro-famiglia e per un fisco giusto, amico della famiglia e uguale per tutti”, e cioe’ che e’ arrivato dall’avvocato Gustavo Raffi, gran maestro della massoneria, “l’ordine d’attacco: dev’essere detto che la salvezza dell’Italia in crisi sta nel colpire la Chiesa. Si congeli per tre anni l’8 per mille e s’impongano tasse su tutti gli edifici non destinati al culto”. “Tutti e cioe’ – spiega Tarquinio – mense dei poveri, case di accoglienza, oratori, ostelli, scuole, musei… E sull’altarino anticlericale si sacrifichino pure, visto che non se ne potrebbe fare a meno, tutti gli altri enti (religiosi e non profit)”. Subito dopo prende posizione, ricorda l’articolo, Mario Staderini il segretario in carica del Partito radicale. “Ovvero – conclude Avvenire – la meta’ esibita del marchio d’origine della campagna anti-Chiesa (e non profit”). Mentre il gran maestro del Goi rappresenta “l’altra meta’ del marchio, quella piu’ discreta. Un film gia’ visto. Ma vederlo di nuovo in circolazione con pronti e potenti strombazzamenti mediatici, un po’ di impressione la fa lo stesso”.
A Tarquinio bisognerebbe far notare che Gustavo Raffi cerca solo di farsi notare con una dichiarazione che serve a far parlare della sua organizzazione su un tema sensibile. La massoneria non è dietro alcunché, altrimenti non si paleserebbe mettendosi davanti. E sempre a questo proposito, non sfugge nemmeno che l’Avvenire, cianciando di massoneria, cerchi in questo modo di far dimenticare il punto. Ovvero, i privilegi della Chiesa. A Roma questo si chiama tentare di buttarla in caciara. Oltretevere come si dice?
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