Quando abbiamo cominciato a girare le interviste per il documentario su Padre Pio, ci siamo resi conto da subito che non sarebbe stato facile: volevamo avere il contributo di biografi ufficiali, di scrittori pro Padre Pio ma volevamo avere anche il contributo di chi ha sollevato dubbi ed espresso critiche sulla sua figura. Tanti di loro erano già stati querelati e non c’è stato verso di convincerli a rilasciare un’intervista.
Ci hanno comunque autorizzato ad utilizzare il loro materiale e nel film il risultato è che due attori in forma anonima raccontano parte delle loro ricerche. Le riprese sono cominciate a San Giovanni Rotondo, [...]
Ogni volta, provare a rompere il muro del silenzio per cercare di fare bene il nostro lavoro si è rivelato davvero difficile.
Emblematico il caso di Francesco Crupi, direttore generale dell’ ospedale di San Giovanni Rotondo, il quale, terminata l’intervista, si è rifiutato di rilasciarci la liberatoria per utilizzarla: la motivazione è stata che doveva visionare il film montato prima di decidere se autorizzarci o meno. I sottintesi erano abbastanza chiari. Padre Pio è senza dubbio il santo più amato dei nostri giorni. Di conseguenza, il giro d’ affari legato alla sua figura è strabiliante e supera i cinque miliardi di euro all’anno.
Tra le voci che aiutano a comprendere meglio il giro d’affari e gli interessi che ruotano intorno alla figura del santo si annoverano Piergiorgio Odifreddi, docente di logica matematica all’Università di Torino, autore del libro Perché non possiamo essere cristiani (e meno che mai cattolici); Enrico Malatesta, biografo ufficiale di Padre Pio; Avv. Francesco Traversi, presidente dell’Associazione Pro Padre Pio, figlio spirituale di Padre Pio; Marco D’eramo, giornalista a Il Manifesto; Orazio La Rocca, giornalista e vaticanista de La Repubblica; il nostro Giovanni Maria Bellu; Gianluigi Nuzzi, giornalista di Libero e autore di Vaticano Spa; Avv. Luigi De Nisi, segretario Sel San Marco in Lamis. Nonostante le mille difficoltà, crediamo di aver fatto un film molto equilibrato, che non esprime giudizi di sorta e ha il pregio di raccontare i fatti da tutti i punti di vista. Tutte le persone intervistate hanno, comunque, qualcosa che condividono: l’avversione per il volto estremamente mediatico, affaristico e poco spirituale che San Giovanni Rotondo ha ormai assunto. Colpa della gestione dei frati? Non solo. Un’altra mano, apparentemente invisibile, sembra agire dietro di loro...
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