martedì 26 aprile 2011

ALI AGCA: “IL VATICANO MI ORDINÒ DI SPARARE A GIOVANNI PAOLO II”


Ali AgcaL’ attentatore intervistato dalla Tv pubblica turca: “Agostino Casaroli, segretario di Stato, mi commissionò il delitto”.
Rivelazioni scottanti quelle fornite da Mehmet Ali Agca, l’attentatore che nel 1981 sparò a Giovanni Paolo II, allora papa. L’ex ragazzo turco è stato intervistato dalla Tv pubblica del suo paese, per la quale ha rilasciato un colloquio esclusivo. Ed oggi sono i media internazionali, prevalentemente spagnoli, a raccontare il contenuto del suo colloquio con la TRT: il contenuto delle sue dichiarazioni sarebbe infatti esplosivo. “Fu il Vaticano ad ordinarmi di sparare al Papa”, dice oggi Ali Agca.
NEI SACRI PALAZZI – L’attentatore tira in ballo un nome pesante: quello di Agostino Casaroli, cardinale Segretario di Stato pontificio dal 1979 al 1990, proprio nel periodo dell’ attentato al Papa. “Il governo Vaticano è dietro l’attentato del Papa”, dichiara Agca alla Tv turca;
 “il cardinale Casaroli, secondo uomo più importante del Vaticano, decise di metterlo in atto”. Secondo Agca, il piano era molto elaborato: egli aveva l’incarico, infatti, di incontrarsi e coordinarsi con un “agente del Vaticano” indicatogli da Casaroli in persona, chiamato solo col nome di “padre Michele”. “Mi incontrai varie volte con questa persona”, dice Ali Agca, “andammo anche in piazza San Pietro dove pianificammo l’attentato“. Agca, aggiunge El Pais, si dice assolutamente sicuro che “ne la Cia ne il Kgb avevano intenzione di attentare alla vita del pontefice polacco” e che quindi la “pista sovietico-bulgara fu creata ad arte”.
IL PAPA SAPEVA – Due anni dopo il suo attentato, nel 1983, Giovanni Paolo II visitò il ragazzo turco in carcere. “Non gli raccontai nulla riguardo il mandante dell’attentato, perchè il capo della Chiesa Cattolica sapeva perfettamente che c’era il Vaticano dietro a tutto quello che era successo”, dice Agca in proposito. Insomma, rivelazioni importanti, che aspettano conferma. Già, perchè questa versione dei fatti è solo l’ultima di una serie di dichiarazioni che Agca, detenuto nelle carceri italiane per 19 anni prima di essere indultato dal presidente della Repubblica Ciampi, ha già rilasciato riguardo l’esatta dinamica di quel mattino del 1981. “Una volta ha ipotizzato un collegamento con i servizi segreti palestinesi“, ricorda EuroNews; “un’altra volta”, appunto, “la pista bulgara”. Per non parlare di quando, uscito dal carcere, si proclamò nuovo messia.
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