sabato 18 dicembre 2010

IL VATICANO PUNTA ANCORA SU SILVIO



Il Fatto Quotidiano: “Quando Bagnasco parla di governabilità, intende che Berlusconi può andare avanti



Berlusconi e BagnascoSul Fatto Quotidiano è Marco Politi, beninformato delle segrete cose, a chiarirlo con una certa competenza: in Vaticano – e d’altronde, si sapeva – l’ operazione terzopolista di Pierferdinando Casini, forse destinatario più naturale delle sacre attenzioni del Vaticano, per ora non piace affatto. Meglio, ancora e sempre, il buon vecchio Silvio Berlusconi.
VOGLIA DI GOVERNABILITA’ – Ancora in sella, il Cavaliere: e meno male, sembrano dire i vescovi, che d’altronde, un giorno dopo il voto di sfiducia, si espressero con parole eloquenti: “La giornata di oggi indica che gli italiani hanno voglia di governabilità”. Le disse Angelo Bagnasco, capo dei vescovi italiani. E le spiega, appunto, Marco Politi sul giornale di Antonio Padellaro e Marco Travaglio.
Evidenti le parole pronunciate il 15 dicembre dal cardinale Bagnasco, presidente della Cei, quando ha affermato che gli italiani si sono espressi “in modo chiaro
 e democratico” per la governabilità e tale desiderio deve essere “da tutti rispettato e perseguito”. Pochi giorni dopo Bagnasco ha rilanciato l’ appello ad un dialogo vero “nelle articolazioni dello Stato, che diversamente si inceppa”. Il segretario di stato vaticano Bertone ha invocato la benedizione divina sui governanti italiani. E l’Av v e n i re ha ammonito Casini a non approntare un “terzo pasticcio” (altro che Terzo Polo!). Benedetto XVI, ricevendo per le credenziali il nuovo ambasciatore presso la Santa Sede Francesco Greco, ieri ha coronato il tutto ribadendo solennemente il diritto di intervento della Chiesa. “Lo Stato – ha detto richiamandosi al Concordato –è chiamato a tutelare non solo i diritti dei credenti alla libertà di coscienza e di religione, ma anche il ruolo legittimo della religione e delle comunità religiose nella sfera p u bbl i c a ”. I legami tra l’Italia e la Chiesa cattolica costituiscono caratteristiche, ha ricordato il Papa, che “non possono essere negate, dimenticate o emarg inate”. Quando è successo, ha ammonito Ratzinger, “si sono causati pericolosi squilibri e dolorose fratture nella vita sociale del Paese”. Monito chiarissimo. Seguito dall’elogio del governo Berlusconi per il mantenimento del crocifisso nelle scuole e la difesa delle minoranze cristiane nel mondo. Perché tutti capiscano l’Osservatore Romano ha titolato: “Il Papa ribadisce il ruolo legittimo della religione nella sfera pubblica”.
Cosa voglia dire tutto questo è molto chiaro, d’altronde.
La Chiesa spinge l’Udc all’abbraccio con il governo. Casini non vuole legarsi a un cadavere. E intanto il Papa elogia Berlusconi per aver difeso il crocifisso dinanzi all’Europa. È una partita a tre, assai delicata, quella che si sta giocando all’interno del mondo cattolico. Visto il totale allineamento del premier alle istanze economiche e legislative della Chiesa (al pranzo con il cardinale Bertone prima della fiducia Berlusconi dichiarò platealmente “non sarò mai contro il Vaticano”) i vertici ecclesiastici si sentono sempre più incoraggiati a intervenire nell’arena politica e a premere sul partito di Casini perché non proceda con Fini sulla via del Terzo polo, ma raggiunga un accordo con il governo.

 TERZO POLO NO GRAZIE – E Casini? Secondo Politi, l’ex portaborse di Arnaldo Forlani è abbastanza pazzo, per ora, da non stare a sentire chi nel 2008 lo ha fatto votare in massa da Parrocchie, neocatecumenali, associazioni religiose e mondo ecclesiale. Un ordine tassativo di serrare i ranghi che ha consegnato allo scudocrociato quel tesoretto di voti che oggi gli garantisce quello spazio di manovra che il leader emiliano rivendica, fiero, e che pensa di portare in dote al terzo polo. Ma i preti, come visto, non sono affatto d’accordo. Almeno, non tutti.
Casini, eppure, non ha intenzione di cedere. Non entrerà in un governo Berlusconi né rinuncerà allo stretto coordinamento con Fini. Lo ha anche spiegato al cardinale Bagnasco incontrato pochi giorni fa. Casini sa che i vertici ecclesiastici sono arroccati nell’appoggio al governo Berlusconi, ma ormai non tornerà indietro. Conta su quel trenta per cento dell’episcopato che da tempo ha silenziosamente sfiduciato Berlusconi, e sa che parte dell’associazionismo cattolico guarda al centro o a sinistra ed è stanco di un premier parolaio e bunga bunga.
SACRI SUSSURRI – Un discorso politico onesto, da pari a pari, quello che Casini starebbe facendo con il Vaticano. Se il problema sono le leggi che non vi piacciono, dice il leader UdC alle tonache viola dei vescovi italiani, con o senza Berlusconi le bloccheremo. Per il resto, lasciateci fare.
Ma soprattutto Casini ha ancora carte forti nei confronti della gerarchia ecclesiastica. Il suo pacchetto di voti capace di impedire in parlamento qualsiasi approvazione di leggi invise al Vaticano. Se la Chiesa teme che si stabiliscano norme contrarie alla dottrina vaticana su temi sensibili come le coppie di fatto o il testamento biologico – questo il ragionamento illustrato a suoi interlocutori ecclesiastici di persona e tramite suoi ambasciatori – allora non deve temere: in parlamento l’Udc farà barriera con il Pdl e la Lega. Tutto questo si può fare dall’“ ester no” senza aggregarsi al carro di Berlusconi, che per Casini è ormai politicamente inaffidabile come premier. Le posizioni diverse di Fini? È giusto lasciare libertà di dibattito (nel segno di un’antica tradizione democristiana che va riscoperta)
I movimenti dei sacri palazzi, è noto, sono un appuntamento ineliminabile per dei leader politici che, come nell’Italia di questi giorni, si stanno facendo i conti in tasca per preparare le future elezioni.



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