LA VICENDA – Il prete è stato sospeso in questi giorni con effetto immediato dall’Arcivescovado di Monaco (con tempestività ed efficienza che probabilmente sarebbero state più utili una trentina di anni fa), ma a far discutere è ancora la gestione a dir poco irresponsabile del caso da parte delle gerarchie cattoliche dell’epoca: dopo gli abusi commessi nel 1979 nella diocesi di Essen, padre H. era stato trasferito a Monaco, “al solo scopo di farlo curare”. Qui, tuttavia, gli è stato ben presto assegnato un ruolo pastorale in una parrocchia, e in seguito a nuovi episodi di violenza nel 1986 il parroco è stato condannato a 18 mesi. La vicenda ha visto tirare in ballo anche anche Benedetto XVI, che all’epoca dell’improvvido trasferimento era arcivescovo di Monaco e Freising. Ma l’allora vicario generale, monsignor Gerhard Gruber, ha prontamente dichiarato l’attuale papa del tutto estraneo alla vicenda, ha ammesso l’errore e se n’è assunto la “piena responsabilità”. Anche stavolta, con ammirevole tempestività.
domenica 12 dicembre 2010
Germania, preti pedofili: parla una vittima
Un 41enne racconta alla Bild come è stato violentato quando era bambino da Padre H.: “Avevo 11 anni, mi diede un Bacardi con coca cola e mi costrinse a fare sesso orale”
LA VICENDA – Il prete è stato sospeso in questi giorni con effetto immediato dall’Arcivescovado di Monaco (con tempestività ed efficienza che probabilmente sarebbero state più utili una trentina di anni fa), ma a far discutere è ancora la gestione a dir poco irresponsabile del caso da parte delle gerarchie cattoliche dell’epoca: dopo gli abusi commessi nel 1979 nella diocesi di Essen, padre H. era stato trasferito a Monaco, “al solo scopo di farlo curare”. Qui, tuttavia, gli è stato ben presto assegnato un ruolo pastorale in una parrocchia, e in seguito a nuovi episodi di violenza nel 1986 il parroco è stato condannato a 18 mesi. La vicenda ha visto tirare in ballo anche anche Benedetto XVI, che all’epoca dell’improvvido trasferimento era arcivescovo di Monaco e Freising. Ma l’allora vicario generale, monsignor Gerhard Gruber, ha prontamente dichiarato l’attuale papa del tutto estraneo alla vicenda, ha ammesso l’errore e se n’è assunto la “piena responsabilità”. Anche stavolta, con ammirevole tempestività.
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