Primo drammatico bilancio dell’indagine su chi ha subito violenze da parte dei religiosi. La Chiesa di Vienna ha forti responsabilità sui numerosi abusi compiuti.

La
Piattaforma per le vittime della violenza religiosa è
un’organizzazione indipendente con sede a
Viennache offre
aiuto psicologico e
tutela giuridica alle persone che hanno subito
abusi da parte di
preti, suore o altre persone gravitanti le
Chiese austriache.La Piattaforma ha stilato un
primo rapporto preliminareche ha in parte svelato i
comportamenti criminalicommessi in
Austria senza che venisse presa alcuna seria iniziativa di contrasto, di repressione o di risarcimento delle vittime degli uomini di Chiesa. La Piattaforma chiede inoltre un serio impegno del governo per chiarire le molestie compiute negli ultimi decenni, e attacca la
commissione indipendente formata nei mesi scorsi perchè troppo vicina alla Curia viennese. Secondo
lo Standard il cardinale che guida la diocesi della capitale austriaca,
Christof Schönborn, era da tempo informato sui fatti.
PRIMA ANALISI DELLE VIOLENZE - Da marzo a ottobre 2010 325 vittime,
28% donne e 72% uomini, hanno contattato il
numero verde indipendente per le vittime delle violenze compiute dai religiosi offerto dalla
Piattaforma per le vittime. Quasi
il 60% delle 325 persone che hanno contattato la linea verde hanno confessato di aver subito abusi sessuali, il
57% invece ha parlato di violenze fisiche mentre il 32% è la cifra per gli abusi psicologici. Il
70% ha definito gli incidenti come frequenti, e continui nel corso di più anni, ripetuti anche per molto tempo. La maggior parte dei casi di violenza fisica è capitata quando le vittime erano tra i
7 e i 14 anni, mentre il
12% di chi ha chiamato ha riferito di aver
avuto 6 anni o un’età inferiore quando ha subito degli abusi da parte degli uomini di Chiesa. E’ stata riscontrata una differenza di genere per quanto riguarda l’inizio delle violenze.
Le vittime femminili hanno ricevuto degli abusi quando erano tra i
6 e gli 8 anni, mentre i maschi erano un po’ più vecchi, tra i
10 e i 12. La differenza è apparsa in tutti in 3 tipidi abusi, sessuali, fisici o psicologici.
TEMPO E LUOGO DEGLI ABUSI RELIGIOSI- La maggior parte di questi casi si è verificata negli anni
60′ e 70′, e la maggioranza delle vittime che hanno contattato il numero verde hanno ora un’età tra i
40 e i 65 anni. L’
80% delle vittime ha dichiarato di aver aspettato molto tempo prima che gli fosse offerta
un’opportunitàper riferire quanto subito ad un ufficio o un’
organizzazione indipendente.
I collegi nel 38,8% dei casi e le case nel 17% sono stati indicati come i luoghi dove più frequentemente si sono verificati gli abusi. L’11% delle vittime ha dichiarato di aver subito violenze sessuali durante
il loro lavoro giovanile in parrocchia. Nell’8% dei casi gli abusi si sono verificati nelle scuole, sia pubbliche che religiose. In molti casi erano coinvolte persone appartenenti alle
classi socialmente più deboli. Qualche vittima aveva avuto il coraggio di confessare all’interno della famiglia la propria vicenda, ma i genitori per lo più negarono la loro comprensione, arrivando al punto di picchiare i bambini per imporgli il silenzio.
ABUSI SU LARGA SCALA – Il
60% di chi ha chiamato ha affermato
di essere certa che un vasto numero di altri bambini s
ono stati abusati, fisicamente, sessualmente o psicologicamente,
dalla stesso religioso. In altre parole, le
325 persone che hanno riferito dei loro incidenti rappresentano la classica
punta dell’iceberg di un fenomeno molto più vasto. Il numero di vittime che non hanno mai confessato quanto hanno subito è sicuramente molto più alto di chi invece ha confessato la verità. Circa la metà di queste persone ha sentito il bisogno di riferire l’abuso ad una parte terza, indipendente. Le vittime considerano inoltre molto importante
combattere decenni di silenzio e coperture mettendo in evidenza il problema. Il
40% dell’interesse di queste persone può essere classificato come legale, ovvero desiderano una ricompensa oppure l’intrapresa di un’azione giudiziaria sui loro violentatori.Solo il 4% delle vittime ha espresso un desiderio per la psicoterapia.
VIOLENZA DIFFUSA TRA I SACERDOTI – Il numero totale di abusatori è
422, la gran parte uomini ma anche donne di Chiesa, e tra questi sono stati identificati
296 violenti.
244 nomi differenti sono stati citati, alcuni di questi da più di una singola vittima. Il
63% di chi ha commesso abusi è rappresentato da
sacerdoti ordinati, il
21% da membri laici di un ordine religioso. I
lavoratori semplici della Chiesa cattolica rappresentano invece il 1
3,8%. Tra le vittime femminili la percentuale di abusi commessi da sacerdoti è abbastanza bassa, circa il
42%, mentre è superiore la percentuale
delle suore che hanno esercitato
violenze, nelle case private oppure nei collegi scolastiche. Tra chi ha commesso abusi, il
78,2% è stato perpetrato in modo
violento, e la maggioranza di questi crimini è stato compiuto da
uomini tra i 30 e i 39 anni. Questo dato rimarca come la possibilità di commettere abusi è maggiore nei primi 15 anni di sacerdozio. La più diffusa strategia per coprire la violenza era l’esplicita richiesta fatta alla vittima di
tacere sull’accaduto. Un quarto di queste aveva un preciso richiamo alla sfera religiosa, come la
minaccia della dannazione o dell’
Inferno, oppure che l’eventuale confessione dell’abuso subito avrebbe rappresentato
un grave peccato.
Il 25% dei religiosi che hanno compiuto violenze apparteneva all’ordine dei
benedettini, e i collegi di
Kremsmünster, Seitenstten e Fiecht in
Tirolo sono stati indicati come i luoghi dove sono state perpetrati il maggior numero di abusi. Il secondo posto spetta alla congregazione dei
Fratelli Cristiani, che gestiscono molte istituzione scolastiche in Austria.
L’Ordine Cistercense si trova al terzo posto, mentre più staccati sono i francescani o le
Sorelle della Carità, quarto ordine per abusi ma primo tra quelli comprendenti solo suore
CAUSE STRUTTURALI DEGLI ABUSI- Il vasto numero di vittime, e soprattutto le cifre riguardanti i molestatori,
smentisconol’idea che si tratti solo di
poche pecore nere isolate. Nella prima indagine condotta in Austria sulle
vittime degli abusi dei religiosi sono state identificate varie c
ause strutturali, che possono spiegare un così alto numero di violenze. La prima è
l’obbligo al celibato, che induce molti sacerdoti con una sessualità frustrata ad abusare di vittime innocenti e deboli per appagare i loro bisogni. Il celibato però non c’entra nulla nei casi dove i preti hanno
chiare tendenze pedofile. Il rapporto evidenzia inoltre come il problema degli abusi sessuali riguardi molto più la
Chiesa Cattolica che le altre confessioni protestanti, dove i casi di violenze sono in percentuale inferiore alla popolazione appartenente a queste comunità cristiane. Questo dato è corroborato dalla struttura autoritaria della
Chiesa cattolica e dalla sua estrema gerarchizzazione. I casi scoperti di abusi devono essere immediatamente comunicati al Vaticano, che li ha perlopiù silenziati per evitare il danno d’immagine, ma non ha poi implementato azioni per punire e reprimere le violenze compiute dai suo sacerdoti.
LAVORO ASSICURATO PER I MOLESTATORI-Un’altra causa che ha accentuato il fenomeno è appunto la
compiacenza dei vertici ecclesiastici nei confronti dei preti che commettevano abusi sessuali. La maggior parte dei sacerdoti o altri appartenenti ad ordini religiosi che molestavano i giovani era semplicemente
trasferita in un’altra struttura gestita dalla
Chiesa. Nel caso di ripetizioni delle violenze l’unica misura intrapresa era un altro
trasferimento. Per molti anni così la gerarchia cattolica ha risposto ai casi di abuso, e perfino i pochi preti condannati dai tribunali austriaci ritornavano al lavoro pastorale, così da essere di nuovo in grado di commettere nuove molestie. Al numero verde sono stati segnalati
due sacerdoti, coinvolti in processi per abusi sui bambini nei loro Paesi d’origine, che sono stati trasferiti in Austria dove poi hanno continuato i loro comportamenti violenti nei collegi o nelle parrocchie dove erano stati assegnati
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