sabato 10 settembre 2011

Che cosa dice la Bibbia riguardo alla confessione dei peccati a un prete?

Uno degli aspetti più tradizionali della Chiesa Cattolica è certamente la confessione.Chi tra i cattolici o gli ex cattolici non si è mai confessato in vita sua?Io stesso da bambino prima di prendere la comunione ero solito confessarmi al prete della mia parrocchia.La domanda che poi negli anni mi sono posto,e a cui oggi do una risposta,è la seguente: confessare i propri peccati a un prete è biblico?La risposta è facile,sicura e decisa:no, non è biblico.Anzi vi dirò di più.Si tratta di un insegnamento contrario ai dettami delle Sacre Scritture,ove mai si invita a confessare i propri peccati a un sacerdote.Il concetto di confessione dei peccati a un sacerdote,in conclusione, non è mai insegnato nella Scrittura.Ma non finisce qui!Anche il concetto di sacerdozio cattolico non è conforme alle scritture.Vediamo alcuni esempi:

1)Il Nuovo Testamento non insegna che debbano esserci sacerdoti nel Nuovo Patto. Invece, esso insegna che tutti i credenti sono sacerdoti.Tutti i credenti non solo i preti i vescovi e i ministri cattolici.
2)Pietro sottolinea che i credenti rappresentano le pietre della Chiesa,ciascuna delle quali contribuisce alla sua edificazione e a proclamare ogni giorno la parola di Dio.E' Dio stesso che impiega i credenti per un sacerdozio santo e regale.I credenti sono,quindi,lo strumento attraverso cui Egli diffonde il Verbo(1 Pietro 2:5, 9).
3)Nel libro dell'Apocalisse si esplicita ancor meglio il concetto esposto da Pietro.I credenti sono descritti,infatti,come un regno dei sacerdoti(Apocalisse 1:6 e 5:10).Ed è Colui che ci ama e ci ha liberati dai nostri peccati con il suo sangue(Gesù) che ha fatto di noi un regno dei sacerdoti,al fine di trasmettere al mondo la sua parola e i suoi insegnamenti.

Sorge quindi un lecito dubbio:se siamo tutti sacerdoti eletti da Dio stesso a chi dobbiamo confessare i peccati?La risposta come sempre la dobbiamo cercare nella Bibbia e la troviamo,in particolare,nel vangelo di Giovanni e di Giacomo.Riporto di seguito i due passi che chiariscono la visione biblica della confessione:

1Giovanni 1:9
Se riconosciamo i nostri peccati, egli che è fedele e giusto ci perdonerà i peccati e ci purificherà da ogni colpa.

Giacomo 5:15-17
15 E la preghiera fatta con fede salverà il malato: il Signore lo rialzerà e se ha commesso peccati, gli saranno perdonati. 16 Confessate perciò i vostri peccati gli uni agli altri e pregate gli uni per gli altri per essere guariti. Molto vale la preghiera del giusto fatta con insistenza. 17 Elia era un uomo della nostra stessa natura: pregò intensamente che non piovesse e non piovve sulla terra per tre anni e sei mesi.
Come leggiamo da questi due passi,Giovanni ci spiega che dobbiamo confessare i peccati a Dio.Egli è fedele e giusto da perdonare i nostri peccati quando li confessiamo a Lui. Giacomo,invece, parla di confessare i nostri peccati gli uni agli altri, ma questo non equivale al confessare i peccati a un sacerdote, così come insegna la Chiesa Cattolica Romana. Sacerdoti o conduttori ecclesiali non sono mai menzionati nel contesto espresso nei versetti di Giacomo che,tra l'altro, non collega il perdono dei peccati alla confessione dei peccati “gli uni agli altri”.Anzi Giacomo spiega come solo una preghiera a Dio,fatta con fede,può salvare il malato.Tra l'altro Giacomo poi da l'esempio di Elia che pregando Dio vide le sue preghiere ascoltate e compiute.Non c'è modo quindi di sbagliarsi.Ma allora da dove nasce la tradizione di confessare i peccati ad un prete?In realtà fa parte proprio della tradizione cattolica e non ha alcun fondamento nella Bibbia.E allora come viene giustificata la confessione cattolica?La risposta per i cattolici si trova in Giovanni 20:23,dove Gesù,rivolgendosi agli apostoli, afferma: “A chi perdonerete i peccati, saranno perdonati; a chi li riterrete, saranno ritenuti".Vediamo il contesto per capire meglio il significato di queste parole.Il vangelo di Giovanni ripercorre gli episodi successivi alla crocifissione di Gesù.Si parla della scomparsa del corpo di Gesù dal sepolcro.Poi Giovanni ricorda la resurrezione di Cristo e l'incontro con gli apostoli.Leggiamo di seguito:

Giovanni 20:19-24
19 La sera di quello stesso giorno, il primo dopo il sabato, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, si fermò in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». 20 Detto questo, mostrò loro le mani e il costato. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. 21 Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi».22 Dopo aver detto questo, alitò su di loro e disse: «Ricevete lo Spirito Santo; 23 a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi».
24 Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù.

In base a questo versetto, i cattolici affermano che Dio diede agli apostoli l’autorità di perdonare i peccati, e che quell’autorità fu trasmessa ai successori degli apostoli, ossia ai vescovi e ai sacerdoti della Chiesa Cattolica Romana.E' evidente che non sia affatto così perchè:

1)Non c'è alcun riferimento alla confessione dei peccati.
2)Gesù non promette mai, e nemmeno accenna, che l’autorità di perdonare i peccati sarebbe stata trasmessa ai successori degli apostoli. La promessa di Gesù era diretta specificamente agli apostoli. 
3) Il Nuovo Testamento non afferma mai che gli apostoli avrebbero nemmeno avuto dei successori cui trasmettere la loro autorità apostolica.E' quindi evidente come neanche i due passi del vangelo di Matteo (Matteo 16:19 e 18:18) possano trasferire alla Chiesa e ai sacerdoti l'autorità di perdonare i peccati,in quanto questa fu prorogativa degli apostoli scelti da Gesù e a cui diede l'autorità senza mai dire che sarebbe sato possibile trasferirla.

In conclusione la dottrina cattolica della confessione è contraria alle sacre scritture per due motivi:
1)Noi dobbiamo confessare i nostri peccati a Dio (1 Giovanni 1:9)
2)Come credenti del Nuovo Patto, non abbiamo bisogno di mediatori fra noi e Dio. Possiamo andare a Dio direttamente grazie al sacrificio di Gesù per noi: “Infatti c’è un solo Dio e anche un solo mediatore fra Dio e gli uomini, Cristo Gesù uomo” (1 Timoteo 2:5).

FONTI
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