Una lettera al Papa per chiedere aiuto per le vittime dei sacerdoti pedofili e annunciare una “marcia” da Savona alla Santa Sede per ottenere un’ udienza in Vaticano.
130 CASI DI PEDOFILIA - L’autore è Francesco Zanardi, presidente dell’associazione L’ Abuso, che nel giugno scorso, quando scoppiò a Genova il caso di Don Seppia, incontrò il cardinale Angelo Bagnasco, guida dei vescovi italiani. Zanardi, che vive a Savona, ha denunciato di essere stato vittime delle molestie sessuali di un sacerdote da ragazzino e le sue accuse hanno portato all’ apertura di un’inchiesta di cui parla anche nella lettera al Papa.
Cosa spiega Zanardi a Benedetto XVI? Innanzitutto porta alcune cifre, frutto di una sua analisi. “Recentemente – scrive – ho fatto una ricerca nelle regioni ecclesiastiche italiane, tenendo conto dei casi di abuso da parte di preti pedofili condannati dalla legge laica dal 2000 a oggi”: “Superiamo i 130 casi”. Poi espone la sua vicenda personale, fa nomi e cognomi e da qui passa all’inchiesta in corso a Savona. Parla di “mostruosa perversione”, di “orchi”, di comportamenti “poco cattolici e totalmente contrari alle attuali direttive della Santa Sede”.
COPERTURE, PERVERSIONE, CRIMINALITA’ - Afferma che ci sono state coperture, perché, scrive, “un’innata perversione come quella di abusare di minori, non può essere controllata, Santità, ma può essere ‘contenuta’ in modo criminale”. E sostiene che alcuni sacerdoti autori di abusi anzichè essere puniti, avrebbero aperto comunità per minori in difficoltà. Così, “gli abusi accadevano lontano da occhi indiscreti, ma le vittime tolte alle famiglie per diverse problematiche non avevano alcun riferimento al quale chiedere aiuto, tranne il loro carnefice. Oggi quelle vittime hanno tra i 25 e i 45 anni, molte di loro purtroppo sono in condizioni disperate e senza alcun aiuto, Santità, proprio come quando furono mandate nelle comunità cattoliche per minori, ma con molti più problemi di quando sono entrati”. Zanardi va oltre e afferma che alcune di loro, anzichè essere aiutate “sono state punite in vari modi” per aver denunciato. Il nodo è proprio quello dell’aiuto alle vittime, che “non chiedono nulla che già non esista come direttiva ufficiale, solo l’applicazione delle linee guida emesse dalla Santa Sede’, dice Zanardi, e nella lettera annuncia: “Il 22 settembre comincerò una contestazione non violenta”, “un pellegrinaggio a piedi da Savona a Roma percorrendo la statale Aurelia, nella speranza di ottenere udienza da Sua Santità che porti a ottenere una concreta applicazione delle linee guida”. (Ansa)
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