Dopo il caso eclatante di Giuseppe Liga, capo indiscusso della mafia palermitana (secondo le accuse della magistratura inquirente), nonché segretario nazionale del MCL, i politici siciliani in questi giorni, hanno fatto a gara dal dissociarsi dalle frequentazioni con l’architetto della Mafia, mentre il governatore ha ammesso di avere solo amicizia col presidente nazionale del Movimento.Ora è la volta di occuparsi del caso del “divino” Otelma al secolo Marco Amleto Belelli che intorno al ‘65, quando aveva 16 anni, si iscrisse alla Giovane Italia (associazione giovanile del MSI) nel ‘67, modificò la militanza e passò alla Democrazia Cristiana, diventando dapprima delegato Giovanile della sezione “Alcide De Gasperi” e poi consigliere di quartiere.
Successivamente ricoprì l'incarico di Presidente Provinciale e di Consigliere Nazionale di Genova del Movimento Cristiano Lavoratori.Di lui le cronache, in particolare quelle giudiziarie, si sono occupate di frequente; il soggetto, infatti, è passato dall’Evasione fiscale alla Circonvenzione di incapace, dalla Pubblicità ingannevole alla Diffamazione con la stessa leggerezza di un uccellino trasmigratore.A questo punto c’è da chiedersi: è possibile che il MCL possa essere tanto sfortunato coi personaggi che nel tempo ne sono stati militanti? Il nostro impegno sarà quello di cercare, nel limite del possibile, le mele marce che ancora vi si allocano. L’essere cattolico militante è un modo di essere che non dovrebbe concedere spazi a comportamenti più che discutibili né tampoco vivere in violazione della morale cristiana.
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