sabato 3 settembre 2011

TOCCARE L’ INTOCCABILE. TASSARE I BENI DELLA CHIESA


La Chiesa e le tasse
Qualche giorno fa l’ Avvenire, quotidiano cattolico molto letto e ascoltato, ne ha sparata una bella grossa nel tentativo, a dire il vero piuttosto goffo, di difendere gli ormai insopportabili privilegi della Chiesa Cattolica. In un editoriale del Direttore, Marco Tarquinio, il quotidiano cattolico attacca Radicali e massoneria per aver messo in atto una vergognosa campagna diffamatoria contro la chiesa.
Non voglio scendere nei dettagli della ridicola difesa dei privilegi della Chiesa sciorinata dal Direttore dell’ Avvenire, non mi interessano le lagne di parte di chi cerca con le unghie e con i denti di difendere se stesso e il suo status di “essere superiore”.
Voglio invece affrontare, da perfetta ignorante della materia, quelli che secondo me sono gli argomenti per cui quei privilegi dati alla Chiesa cattolica devono essere finalmente tolti.Il Vaticano che, va ricordato, è uno degli Stati più ricchi del mondo, difende i privilegi ottenuti con il Concordato affermando in sostanza che quelli dati alla Chiesa cattolica non sono benefici ma una sorta di donazione che permette alla Chiesa stessa di “aiutare milioni di poveri in tutto il mondo” e di portare avanti “mirabolanti progetti di assistenza”. Peccato che non sia proprio così, anzi, i danni fatti dalla politica per così dire “umanitaria” della Chiesa sono incalcolabili (leggi l’articolo), senza calcolare poi che la stessa politica di tipo integralista e ben poco umanitaria che costringe con un lavaggio del cervello milioni di persone in tutto il mondo a non usare il preservativo, è una delle cause maggiori della diffusione di HIV. Che dire poi dei “missionari”, persone che in moltissimi casi vivono in strutture che definire lussuose è un eufemismo, serviti e riveriti da uno stuolo di locali. Certo, ci sarà anche il missionario che vive in povertà e fa del bene, ma oggi come oggi sono decisamente la minoranza.

Non parliamo poi delle “missioni umanitarie” in Italia o in Europa che andrebbero attentamente controllate per vedere quale giro di affari si nasconde dietro a certe attività, controlli che andrebbero fatti a partire dagli oratori e dalle strutture commerciali poste in essere al loro interno.

Non parliamo poi degli immobili della Chiesa che valgono miliardi di euro Il 20% del patrimonio immobiliare italiano secondo una ricerca del 2010), immobili sui quali la Chiesa non paga un euro allo Stato italiano pur non usandoli, come invece afferma, per fini umanitari. Non sto dicendo di tassare le chiese o le mense della Caritas, ma almeno quegli immobili che fruttano soldi alla Chiesa cattolica, soldi che oltretutto sono esentasse oltre ad essere tantissimi. Poi, mi spiegate come mai ogni volta che muore un prete ai suoi eredi lascia somme da capogiro? Dove cavolo le prende? Come fa se è vero che Chiesa dovrebbe vivere di elemosina?

Ora, lo voglio ribadire, chi scrive è una perfetta ignorante della materia e riporta solo il pensiero dell’uomo della strada, quello cioè che vede ogni giorno aumentare le tasse a suo carico e non capisce perché la Chiesa abbia tutti questi privilegi e abbia in mano questo vorticoso giro di soldi esentasse e si chiede dove siano tutti questi “scopi umanitari” che la Chiesa si accolla. In giro per il mondo fa solo danni (non parlo poi dei casi di pedofilia), i suoi missionari sono più simili a vecchi viziati e riveriti piuttosto che a portatori di fede che vivono in povertà. Lo IOR è una delle banche più potenti (e oscure) al mondo e i capitali che detiene sono infinitamente maggiori di quelli che detengono alcuno Stati. Mi spiegate allora perché la Chiesa non debba contribuire al risanamento del Paese pagando le giuste tasse come qualsiasi altro ente in Italia? E’ una questione di giustizia morale, quella stessa morale di cui tante volte proprio la Chiesa si fa scudo.

Dobbiamo renderci conto che al punto in cui siamo non ci si può più permettere il lusso di lasciare particolari privilegi a nessuno, dai politici alla Chiesa. Tutti devono contribuire al risanamento del Paese. E non ho parlato dell’8 per mille sul quale ci sarebbe da fare un lunghissimo ragionamento che magari faremo in separata sede. Non si tratta di un attacco alla Chiesa cattolica e al suo ruolo, ma la presa di coscienza che nel 2011 è ormai ora di gettare nel cestino il Concordato e di rivedere tutti i rapporti tra Stato e Chiesa. Sono sicura che la Chiesa, la cui opera dovrebbe essere rivolta al prossimo, non potrà opporsi.


FONTE
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