mercoledì 7 settembre 2011

TASSATE IL VATICANO:NON LE CHIESE,MA LE IMPRESE!

Vaticano
Da quando s’è capito che la legge finanziaria avrebbe comportato “lacrime e sangue”, s’è scatenata sulla Rete una ridda di voci che ha avanzato la richiesta di far pagare le tasse alla Chiesa italiana.
Personalmente non sono un fideista cattolico, anzi. Sono tendenzialmente un anticlericale, provo per lo Stato-città del Vaticano un’ allergia profondo, odio l’ ipocrisia dei cattolici in politica, sono gentaglia. Diciamo che anche in tema di professione di fede sono un anarco-individualista.
Ciononostante, trovo profondamente sbagliato che anziché prendersela con il governo per la montagna di tasse che ci obbliga a pagare, la tendenza sia quella di pretendere a tutti i costi – con tanto di petizioni –che anche la Chiesa paghi tutte quelle gabelle che pagano i “poveri cristi” di questo paese.

Da questa mattina, con una certa insistenza circola la notizia che la Quinta commissione alla Camera ha bocciato la proposta di far pagare le tasse al Vaticano. Alcuni emendamenti proposti dai Radicali sono stati, trasversalmente, cassati da pidiellini, leghisti, democratici, terzo polisti, sudisti e marmaglia varia.

Chi scrive, solo qualche giorno fa ha condiviso l articolo di Arturo Doilo che ha infierito nei confronti del cardinal Bagnasco per la sua presa di posizione contro gli evasori. In quell’articolo, appariva una bella citazione di Carlo Zucchi: “La Chiesa di un tempo si è sempre limitata ad esigere la decima e poco altro, e ha sempre difeso la proprietà privata come strumento di responsabilizzazione della persona. Non è del resto un caso che la deriva positivista e collettivista dell’era moderna e contemporanea, che ha condotto a prelievi fiscali elevati come non mai, abbia sovente ricevuto la condanna della Chiesa. Perciò, i cattolici adulti di oggi continuino pure a consumare le loro nefandezze. Ma non pretendano l’avallo del pulpito”.

Credo debba prendere spunto dalle parole di cui sopra la linea politica che dovrebbe adottare un libertario, ovvero:

1- Pretendere che la Chiesa si renda indipendente dallo Stato e non che viva di denari pubblici (estorti anche a me);

2- Pretendere che le tasse non superino mai la decima, ergo il 10% di quanto si guadagna;

3- Pretendere che anche noi si abbia i benefici fiscali che la Chiesa, e non che essa venga soverchiata da una pressione fiscale tirannica, come pretenderebbero i radicali.

C’è un bell’aforisma di Oscar Wilde sull’egoismo che cade a pennello in questo caso: “L’egoismo non è fare ciò che si vuole, ma pretendere che gli altri facciano ciò che vogliamo noi”.

Io sono libertario, non sono un egoista. A me di vedere il Vaticano maciullato di gabelle mi importa poco!

http://www.movimentolibertario.com/2011/09/04/tassate-vaticano/
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