«Non esiste una stima certa del patrimonio immobiliare Vaticano perché non c'è la volontà di elaborarla e diffonderla». Parola di Mario Staderini, segretario dei Radicali italiani, da anni impegnato in una battaglia contro i «privilegi fiscali concessi alla Santa Sede».Un tema questo quanto mai attuale vista la mobilitazione pubblica,sorpesa da cotanti sgravi ingiustificabili.Un tema quanto mai caro al segretario radicale che,nell'intervista a Notizie Radicali,spiega in maniera sintetica il problema delle agevolazioni fiscali alla Chiesa,soffermandosi sulle mosse presenti e future dei Radicali.Ecco nel seguito il testo dell'intervista a Mario Staderini:
In che modo, secondo voi, i beni degli istituti religiosi sono agevolati a livello fiscale?
La legge prevede che siano esentati dall'Ici tutti gli immobili utilizzati per "attività non esclusivamente commerciali Questa norma genera confusione sull'individuazione delle attività esenti, si crea dunque una vastissima area di elusione. Per questo, con un emendamento alla manovra abbiamo proposto di modificare questa norma e di estendere il pagamento dell'Ici agli immobili destinati all'esercizio di qualsiasi attività commerciale.
Anche l'istituto religioso che produce miele per una piccola vendita diretta dovrebbe pagare l'Ici?
Se esercita un'attività di vendita al pubblico a prezzi di mercato, allora sì. Noi crediamo che solo eliminandola possibilità di equivoci nell'interpretazione della norma si possano evitare i numerosi casi di evasione ed elusione.
Eppure, il vostro emendamento alla manovra e già stato bocciato in commissione Bilancio. Non sembra esserci molta condivisione a livello politico.
In questi giorni sta crescendo in maniera esponenziale la mobilitazione dell'opinione pubblica. Il consenso contro i privilegi del Vaticano non e mai stato così elevato. Il Parlamento dovrebbe tenerne conto.
E se non ne tenesse conto? Quale sarà la prossima mossa dei Radicali, state pensando ad un referendum?
Andremo avanti nella nostra mobilitazione. Questo è solo l'inizio. Referendum su materie finanziarie per legge non possono essere proposti. Ma nel 1978 proponemmo un quesito per abrogare il Concordato, quesito poi bocciato dalla Consulta. Non è detto che non ci riproveremo, modificando il quesito.
Sulla vicenda delle presunte agevolazioni fiscali a favore degli istituti religiosi pende anche un ricorso alla Commissione europea, intrapreso dai Radicali. Come vi comporterete se l'esito sarà negativo?
Il commissario Almunia ha recentemente confermato che il procedimento è aperto: il ricorso è stato presentato a luglio 2010, ci sono 18 mesi di tempo in tutto. Se l'esito sarà negativo ricorreremo in appello alla Corte di giustizia europea. Ma la nostra missione e convincere gli italiani, abbattere il tabù sui privilegi del Vaticano, lavorare sulla consapevolezza.
IL REFENDUM PER ABOLIRE IL CONCORDATO E' DAVVERO POSSIBILE?Uno degli aspetti più interessanti dell'intervista è sicuramente quella legata a un possibile referendum sul Concordato.Come specificato dal segretario dei Radicali,però,già una volta(nel 1978 n.d.r.) la Consulta bocciò il quesito con la Sentenza n. 16 del 1978,insieme ad altri riguardanti l'abrogazione del Tribunale Militare, del codice penale militare e dei reati di opinione e associazione.Il referendum sul Concordato fu bocciato,in particolar modo,perchè secondo l'interpretazione di allora il referendum abrogativo non può essere applicato alla modifica e revisione dei trattati internazionali e il Concordato rientra tra di essi.Quindi è la natura dello strumento referendario che ha impedito e impedirà ancora sulla base della legislazione attuale la possibilità di un referenum sul celeberrimo Concordato.
I LIMITI DEL REFERENDUM ABROGATIVO
Il referendum abrogativo non è applicabile alla Costituzione, alle leggi di revisione costituzionale e gli atti con forza di legge passiva peculiare (ad es. le leggi di esecuzione e attuazione di un trattato internazionale)
Non è applicabile alle leggi a contenuto costituzionalmente vincolato e solo parzialmente a quelle costituzionalmente obbligatorie, ovvero soltanto se l'esito del referendum non ha come risultato definitivo quello di abrogarle in toto
Il referendum non è ammissibile se la forma del suo quesito non si presenti omogenea e chiara.
Inammissibili sono le disposizioni produttive di effetti collegati in modo così stretto all'ambito di operatività delle leggi espressamente indicate dall'art. 75, che la preclusione deve ritenersi sottintesa.
Riusciranno i Radicali a vincere la loro giusta battaglia contro i privilegi vaticani?Ce lo auguriamo tutti al grido di Tassiamo le Imprese e non le chiese!Giusto per sottolineare che la battaglia radicale rappresenta solo una difesa degli interessi degli italiani e mai sarà secondo noi una battaglia spinta da sentimenti clericali.
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