mercoledì 3 agosto 2011

GERMANIA, I “CATTOLICI OMBRA” E LE LACERAZIONI SULLO SCANDALO PEDOFILIA


Klaus MertesParla il gesuita Klaus Mertes che nel 2010 denunciò diversi casi di abusi.
Alessandro Alviani - Berlino. 
Il Vaticano presta ascolto a una “minoranza chiassosa e convinta di aver sempre ragione”, che agisce nell' ombra e liquida ogni critica come un gesto di slealtà. La denuncia arriva dal gesuita Klaus Mertes, ex direttore del Collegio Canisius di Berlino, che nel gennaio del 2010 rese pubblici diversi casi di abusi pedofili nel suo istituto, mettendo in moto uno scandalo che ha sconvolto per mesi la Chiesa cattolica in Germania. 
In un' intervista al settimanale “Der Spiegel Mertes” spiega di ricevere e-mail e lettere piene d' odio, in cui viene accusato di slealtà e di voler spaccare la Chiesa. Persino un cardinale in Vaticano ha sollecitato la sua cacciata. «Questo posso accettarlo. Quello che mi sembra più grave è che una parte delle gerarchie ecclesiastiche si pieghi davanti a questa gente che inveisce, perché teme di essere a sua volta insultata. Tra le gerarchie c'è opportunismo nei confronti di una minoranza chiassosa e convinta di aver sempre ragione», afferma.
Mertes li definisce “cattolici-ombra che provocano in modo volgare”, persone «che interpretano ogni critica come slealtà e sconfessano chi ha delle domande spargendo oscuri sospetti». La mia preoccupazione, continua il gesuita, è che queste persone «trovino ascolto in Vaticano. È particolarmente amaro che Roma accetti le delazioni. Quelli che si comportano così sono protetti dall' anonimato e possono agire nell'ombra. Hanno l'importanza che viene concessa loro dall'alto».
Mertes fa poi mea culpa sul tema degli abusi. «Abbiamo minimizzato la violenza sessuale e taciuto troppo a lungo». Dopo lo scandalo «abbiamo fatto alcuni passi in avanti, ma abbiamo ancora molta strada da fare prima di arrivare alla fine». Il gesuita se la prende in particolare col cardinal Sodano, che aveva definito le denunce degli abusi “un chiacchiericcio del momento”. «È incredibile, sono rimasto sbalordito da come si possa dire una cosa del genere. Mi vergogno ancora oggi per quella frase», nota. «Mi ha consolato il fatto che il cardinale di Vienna Christoph Schönborn lo abbia contraddetto pubblicamente. Gliene sono immensamente grato».
La Chiesa deve iniziare a parlare apertamente della sessualità, aggiunge Mertes, che a settembre si trasferirà da Berlino a un collegio gesuita nella Foresta Nera. «Quando qualcuno vuole parlare della sessualità i vertici sono assaliti dalla paura di non poter più avere la discussione sotto il loro controllo. È in fin dei conti la paura di perdere potere. Poniamo delle domande, la risposta è un grande silenzio». Molti cattolici, conclude, mostrano «una grande stanchezza e una profonda rassegnazione perché, quando provano a parlare, rimbalzano contro il muro del silenzio di un mondo parallelo».
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