LA VENTIDUESIMA ERESIA:LA VENDITA DELLE INDULGENZE
Che cosa sono le indulgenze?
Nelle lista delle eresie o innovazioni commesse dalla Chiesa Cattolica fra le sacre scritture rientra a pieno merito la vendita delle indulgenze.Vediamo cosa dice The Catholic Encyclopedia sulla vendita delle indulgenze :“ Un’indulgenza offre al peccatore penitente il mezzo per scaricarsi dal peccato durante la sua vita terrena “ (The Catholic Encyclopedia, vol. 7 , pag. 793 , Indulgenze )
La Storia delle Indulgenze
Nelle comunità cristiane originarie i peccati gravi come l'omicidio, l'adulterio e l'apostasia, ammettevano un rientro nella comunità solo a fronte di penitenze gravi e prolungate, dette Pena Canonica, che cambiavano in toto la vita del peccatore pentito. Questo assumeva lo status di penitente entrando nell'ordo poenitentium.
Nei primi secoli, alcuni peccatori gravi presero a rivolgersi a confessori che attendessero il martirio per ottenere da loro un biglietto, detto libellum pacis, che inducesse il vescovo cui sarebbe stato presentato ad abbreviare o condonare la pena in virtù del sacrificio del martire.
Sino all'VIII secolo, l'indulgenza era dunque uno "sconto" sulla Pena Canonica non tanto in cambio di qualcos'altro che il penitente dovesse fare o fornire, ma per pietà nei confronti della sua sofferenza, per senso di perdono. L'indulgenza in questa fase è ad personam: il confessore o il vescovo alleviano le penitenze di questa o quella persona ben precisa a fronte del compiere questa o quella azione.
Successivamente si iniziò ad alleggerire il carico della penitenza per i peccati confessati, o in quanto a gravosità o in quanto a lunghezza, chiedendo al peccatore di compiere un'opera meritevole, come un pellegrinaggio, la visita ad un luogo santo, o altre opere di mortificazione come digiunare o dormire su un letto di ortiche.Le indulgenze vennero concesse per la prima volta nell'anno 850 da papa Leone IV a coloro che salivano la « Scala Santa sulle loro ginocchia. La vendita delle indulgenze iniziò nell'anno 1190 e continuò fino all'epoca della Riforma. Nel XI secolo i Papi e Vescovi iniziarono a rimettere una parte della Pena Temporale indistintamente a tutti coloro che avessero compiuto un'opera meritoria come la visita ad un monastero appena consacrato o un'elemosina ai poveri.
L'opera sarebbe servita a educare il peccatore ad una maggior santità o a riparare le conseguenze pratiche e sociali del suo peccato: ad un ladro, per esempio, si chiedeva di restituire la refurtiva o di fare una donazione in beneficenza. La pena alleviata, invece, sarebbe stata ripagata a Dio attingendo al cosiddetto tesoro della Chiesa, che consiste nel "valore infinito ed inesauribile che presso Dio hanno le espiazioni ed i meriti di Cristo Signore.Appartiene inoltre a questo tesoro il valore veramente immenso, incommensurabile e sempre nuovo che presso Dio hanno le preghiere e le buone opere della beata Vergine Maria e di tutti i santi". Questi meriti, in forza della "comunione dei santi", possono supplire all'esiguità di quelli del peccatore contrito, proprio in virtù dell'amore verso chi, sulla terra, ancora si trova a sperimentare la caduta di fronte alle tentazioni.
Opere considerate particolarmente importanti come la partecipazione ad una crociata meritavano la remissione totale della penitenza, che i Papi accordarono largamente. Nel 1300 papa Bonifacio VIII indice il primo Giubileo. Sul modello della Perdonanza , viene offerta l’indulgenza ai pellegrini che si fossero recati a Roma e avessero visitato le basiliche papali. Circa 2 milioni di persone accettarono e depositarono un tale tesoro di fronte alla supposta tomba di San Pietro che due monaci con un rastrello, raccoglievano il denaro, giorno e notte. ( Durant - The Story of Civilization- The Age of Faith - pag 753 ).Molto di quel denaro fu adoperato dal Papa per arricchire i suoi parenti, I Gaetani, che acquistarono numerose proprietà e castelli nel Lazio, cosa che non piacque al popolo di Roma.
Altre opere di minore importanza meritavano uno "sconto" di Purgatorio quantificato in anni o in giorni, prassi che rimase in vigore fino al 1967, quando papa Paolo VI, nellacostituzione apostolica Indulgentiarum doctrina abolì tale quantificazione, lasciando solo la distinzione fra indulgenza plenaria e parziale e fissando nuove norme (semplificatrici) in materia. Esse, in estrema sintesi, centrano il beneficio dell'indulgenza concessa dalla Chiesa sull'azione del fedele e sul fervore con cui egli si dispone alla conversione, cioè al radicale cambiamento di vita richiesto dal Vangelo e attuato per la grazia del Battesimo.
COSA DICE LA BIBBIA RIGUARDO ALL'ESPIAZIONE DEI PECCATI?
Le Sacre Scritture insegnano che l'uomo non può salvarsi da sé, e per questo Gesù stesso si è sacrificato al suo posto, donandogli i suoi incommensurabili meriti: è per questo che Gesù è venuto fra noi, è morto, risorto e asceso al cielo, per essere l'unico mediatore fra Dio e gli uomini e il nostro avvocato difensore.Ne parla,esplicitamente. l'apostolo Giovanni che in un brano scrive:
Giovanni 3,16-18
16 Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna.
17 Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo di lui.
18 Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell'unigenito Figlio di Dio.
Sempre Giovanni ci ricorda come solo Cristo purifichi i nostri peccati.I nostri e quelli di tutto il mondo.Lo si evince benissimo leggendo i prossimi due brani:
1Giovanni 1:7Ma se camminiamo nella luce, come egli è nella luce, siamo in comunione gli uni con gli altri, e il sangue di Gesù, suo Figlio, ci purifica da ogni peccato.
1Giovanni 2:2
Egli è vittima di espiazione per i nostri peccati; non soltanto per i nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo.
La Bibbia dunque non affida il perdono dei peccati agli uomini ed al denaro, ma direttamente a Cristo e solo a Cristo.
E Questo è un tema ricorrente nella Bibbia,non c'è possibilità di sbagliarsi nè di avere.Tra i tanti passi che ne parlano,ricordiamo anche Efesini 2:4-10; Colossesi 1:8-23; 1 Timoteo 2:3-6; Ebrei 7:26-28, 10:16-18.
Ma allora come si concilia il tema delle indulgenze con l'insegnamento biblico?Come abbiamo letto,non c'è minima possibilità di conciliazione tra le cose.La rendenzione dei peccati offerta in cambio di denaro,è sommamente contraria alle sacre scritture.Paradossalmente la stessa Catholic Encyclopedia ( The Catholic Encyclopedia, vol. 7 , pag. 786,787 , Indulgenze ) afferma che :“Questa pratica divenne frode e fonte di pericolo, divenendo improvvisamente sorgente del male … un mezzo per far soldi ….. Le indulgenze vennero usate da gente di chiesa amante del denaro allo scopo di guadagno … gli abusi erano dappertutto . “
Ma non finisce qui.
San Pietro rifiutò danaro da Simon Mago che credeva di poter acquistare il dono di Dio con l'oro (Atti 8:20).
Atti 8:15-24
15 Essi discesero e pregarono per loro perché ricevessero lo Spirito Santo;
16 non era infatti ancora sceso sopra nessuno di loro, ma erano stati soltanto battezzati nel nome del Signore Gesù.
17 Allora imponevano loro le mani e quelli ricevevano lo Spirito Santo.
18 Simone, vedendo che lo Spirito veniva conferito con l'imposizione delle mani degli apostoli, offrì loro del denaro
19 dicendo: «Date anche a me questo potere perché a chiunque io imponga le mani, egli riceva lo Spirito Santo».
20 Ma Pietro gli rispose: «Il tuo denaro vada con te in perdizione, perché hai osato pensare di acquistare con denaro il dono di Dio.
21 Non v'è parte né sorte alcuna per te in questa cosa, perché il tuo cuore non è retto davanti a Dio.
22 Pentiti dunque di questa tua iniquità e prega il Signore che ti sia perdonato questo pensiero.
23 Ti vedo infatti chiuso in fiele amaro e in lacci d'iniquità».
24 Rispose Simone: «Pregate voi per me il Signore, perché non mi accada nulla di ciò che avete detto».
Il denaro non può comprare il dono di Dio,nè tantomeno il perdono.Ce lo ricorda ancora una volta un'epistola di Pietro:
1Pietro 1:13-19
13 Perciò, dopo aver preparato la vostra mente all'azione, siate vigilanti, fissate ogni speranza in quella grazia che vi sarà data quando Gesù Cristo si rivelerà.
14 Come figli obbedienti, non conformatevi ai desideri d'un tempo, quando eravate nell'ignoranza,
15 ma ad immagine del Santo che vi ha chiamati, diventate santi anche voi in tutta la vostra condotta;
16 poiché sta scritto: Voi sarete santi, perché io sono santo.
17 E se pregando chiamate Padre colui che senza riguardi personali giudica ciascuno secondo le sue opere, comportatevi con timore nel tempo del vostro pellegrinaggio.
18 Voi sapete che non a prezzo di cose corruttibili, come l'argento e l'oro, foste liberati dalla vostra vuota condotta ereditata dai vostri padri,
19 ma con il sangue prezioso di Cristo, come di agnello senza difetti e senza macchia.
IL TESORO DELLA CHIESA E L'ESPIAZIONE DEI PECCATI
Come si legge nel capitolo 9 dell'epistola agli Ebrei, Gesù Cristo ha pagato una volta per sempre il prezzo del peccato, per coloro che credono in Lui. Se si deve ricorrere anche ad altri oltre che a Cristo, significa che per i cattolici l'opera del Messia da sola non è sufficiente e necessaria: e ciò è l'antitesi più netta che vi possa essere col Vangelo.
L'espiazione dei peccati grazie alle indulgenze avverrebbe attingendo al cosiddetto tesoro della Chiesa, che consiste nel "valore infinito ed inesauribile che presso Dio hanno le espiazioni ed i meriti di Cristo Signore.Appartiene inoltre a questo tesoro il valore veramente immenso, incommensurabile e sempre nuovo che presso Dio hanno le preghiere e le buone opere della beata Vergine Maria e di tutti i santi". Come si legge nel capitolo 9 dell'epistola agli Ebrei, Gesù Cristo ha pagato una volta per sempre il prezzo del peccato, per coloro che credono in Lui. Se si deve ricorrere anche ad altri oltre che a Cristo, significa che per i cattolici l'opera del Messia da sola non è sufficiente e necessaria: e ciò è l'antitesi più netta che vi possa essere col Vangelo.
Nella Vangelo non c'è minima traccia di questo patrimonio nè della possibilità, per i vivi, di influire beneficamente sulla sorte dei trapassati, col fine di farli giungere più speditamente al Paradiso.La Parola di Dio parla sempre e solo di responsabilità personale (si leggano ad esempio: Salmo 49:7, 62:12; Ezechiele 18:30, 33:20; Matteo 16:27, 25:31 ss.; Atti 10:34; Romani 14:10; 2 Corinzi 5:10; Apocalisse 2:23, 20:12).
Senza contare che come ho detto in un altro
articolo,il Purgatorio non trova fondamenti biblici e rientra infatti tra le eresie della Chiesa.Le idee del Cattolicesimo Romano a riguardo dell’esistenza di un luogo di penitenza post mortem, dove l’anima del defunto soggiornerebbe in sofferenza fino ad essere purificata per poter poi accedere al Paradiso, non è di origine Cristiana.L'acquisizione delle indulgenze per le anime del Purgatorio,di conseguenza,rappresenta una doppia violazione dei principi evangelici.
Non è concepibile, quindi, che semplici uomini (non Gesù Cristo) abbiano acquisito con le loro opere meriti talmente grandi, da salvarsi e poter salvare anche altri, quando la Scrittura insegna che nessuno riuscirà mai a fare abbastanza neppure per se stesso, e che possiamo essere salvati, dunque, solo per la grazia di Cristo(vedi, ad esempio: Matteo 19:17; Romani 3:23-24; 1 Corinzi 1:30; Efesini 2:9; 2 Timoteo 1:9; Tito 3:5).
FONTI
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