7 marzo 2011 - La storia di Genesio Petrucci, insegnante di religione licenziato perché esortava i ragazzi a proteggersi dalle malattie.
Dopo le anticipazioni dei giorni scorsi, tocca all’ Unità in un lungo articolo pubblicato oggi sul quotidiano raccontare la storia completa di Genesio Petrucci, cacciato da scuola perché un professore di religione non può consigliare l’uso dei preservativi:
Professore di religione cattolica, insegnante da 8 anni a tempo determinato, alla fine dello scorso anno scolastico non si vede rinnovato il contratto. Perché? Chi lo sostiene ritiene che il motivo vada ricercato nell’adesione dell’ insegnante a un progetto della scuola dove insegnava, il liceo scientifico Keplero di Roma, sull’ educazione sessuale. Il progetto esortava i ragazzi all’ uso del preservativo per evitare malattie trasmissibili.L’Unità racconta la solidarietà dei colleghi e quella del Gay Center:
Gli insegnanti intervengono, con la portavoce Cristiana Carissimi, non fanno ipotesi ma vogliono chiarimenti: «Il nostro ruolo è quello di intervenire, giovedì 10 faremo un’ assemblea per chiedere al Ministro Gelmini perchéunnostro competente collega è stato allontanato. Esigiamo di conoscere i motivi». Al via un appello pubblico e unarichiesta d’incontro inoltrata al ministro Gelmini. Queste le iniziative del Gay Center , sostenute da Fabrizio Marrazzo, dal rappresentante legale di GayHelp Line e avvocato dell’insegnante, Daniele Stoppello e dallo stesso Genesio Petrucci. Ancora. A sostegno del prof, in via Zabaglia nella sede di Gay Help, la scorsa settimana si sono incontrati i colleghi insegnanti e gli alunni del Keplero, genitori e amici. «La Gelmini deve spiegare perché Genesio non lavora più al Klepero. ha dichiarato Marrazzo – Il ministro deve esporsi e intervenire presso il Vicariato per il reintegro di Genesio ».
Tra le “colpe” di Petrucci, secondo lui, c’è anche la sua sessualità:
Le assunzioni dei professori di religione non entrati per concorso sono regolate dal nuovo concordato. Il contratto di lavoro è stipulato tra i professori che devono avere precisi requisiti e il ministero, ma il loro nominativo giunge su proposta del Vicariato. «Perdere il lavoro per un preservativo mi sembra comico – ha detto Petrucci –. Se fino ad ora nessuno è intervenuto è stato per una mia volontà. Sono stato spinto a parlare da una lettera degli studenti e dalla loro scelta di non avvalersi dell’ insegnamento della religione cattolica per il prossimo anno come forma di protesta». Il professore chiede di essere giudicato per il suo lavoro. «Sono cattolico, di sinistra e omosessuale. Non vedo la contraddizione, se c’è vorrei che me la spiegassero. Fa rabbia pensare di non lavorare perché sei quel che sei. Mi si dica che ho traviato gli studenti, che sonounpessimo insegnante ma lo si provi però. La cosa che mi ha ferito di più è stata quella di non aver mairicevuto nemmeno una telefonata dal Vicariato, ho chiesto un colloquio mi sarei aspettato un confronto».
La vicenda è rimasta sotto silenzio per sei mesi:
Perché l’adesione al progetto? «Oltre ad essere d’accordo ho espresso il mio parere con il voto favorevole perché sono consigliere di istituto. La mia urgenza è quella di dare ai ragazzi gli strumenti per evitare le malattie trasmissibili. Probabilmente non ci sarà un reintegro ma è importante che di questa storia se ne parli». Dalla sua ha gli alunni. «La lezione più grande che ho ricevuto da questa storia mi è venuta dai ragazzi». Gli studenti del Keplero hanno spinto per rendere nota l’intera vicenda rimasta celata per diversi mesi. «Siamo senza parole – ha detto uno dei rappresentanti degli studenti, Alberto Belloni – abbiamo espresso la nostra solidarietà e deciso di proclamare un’assemblea pubblica. Abbiamo scritto una lettera al vicario per il reintegro del nostro professore. Ci lascia basiti cheuna persona possa perdere il lavoro per questo». «Non c’è stata nessuna comunicazione ufficiale scritta – ha detto l’avvocato Stoppello – ora faremo una richiesta scritta al Vicariato».
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