lunedì 20 giugno 2011

La controinchiesta su Woytila.Woytila Segreto,analisi critica di un Papa Beato

1- WOJTYLA SEGRETO - UNA CONTROINCHIESTA UNICA, FONDATA SU DOCUMENTI ESCLUSIVI
E' stato un papa più simile ai Borgia che a San Francesco d'Assisi; un pontefice che ha fatto sua la massima di Machiavelli «Il fine giustifica i mezzi», pur di perseguire il disegno di una Chiesa che doveva distruggere il comunismo.
WOJTYLA SEGRETO
Questo il ritratto di Giovanni Paolo II che emerge da «Wojtyla Segreto» (edito da Chiarelettere) la prima "contro-inchiesta" mai pubblicata in materia e scritta dal vaticanista della Stampa Giacomo Galeazzi e dallo scrittore di inchiesta Ferruccio Pinotti.
WOJTYLA- SAN PIETRO
Un lavoro che non fa sconti sulla figura del pontefice e che scava nelle contraddizioni di un uomo che è stato principalmente un «asset» politico. Attraverso documenti e interviste esclusive (il consigliere della Casa bianca Brzezinski, il leader di Solidarnosc Lech Walesa, l'ex primo ministro polacco Mazowiecki, il pm del processo Calvi-Ambrosiano Luca Tescaroli e molti altri), il libro restituisce la figura di un papa che la cronaca non ha raccontato e che il processo di beatificazione ha volutamente evitato di prendere in considerazione, mettendo a tacere ogni voce e testimonianza critica anche interna alla Curia vaticana.

WOJTYLA E MARCINKUS
WOJTYLA E L'UOMO DELLA CASA BIANCA
Di grande interesse l'intervista a Zbigniew Brzezinski, il potentissimo consigliere strategico della Casa Bianca di origine polacca che teorizzò l'uso della religione come strumento per distruggere l'impero sovietico, sostenendo a Est la resistenza polacca e la Chiesa del Silenzio; e a Sud i mujaeedin che in Afghanistan contrastavano i sovietici dando però in seguito ad Al Qaeda.
BREZINSKI
Brzezinski ammette che già nel '76, due anni prima della salita al soglio pontificio, lui e l'arcivescovo Wojtyla ebbero un incontro riservato ad Harvard e che da lì nasce un'amicizia «calda e affettuosa» mai interrottasi.
Sarebbe stato Brezinski stesso, attraverso il cardinale Krol di origine polacca, a mobilitare la conferenza episcopale americana per sostenere l'elezione di Wojtyla due anni dopo.
SOLIDARNOSC E I SOLDI DI ROBERTO CALVI
A confermare l'appoggio di Giovanni Paolo II al movimento polacco Solidarnosc è nel libro lo stesso Lech Walesa. Nel biennio 1980-1981 il Banco Ambrosiano, tramite il suo presidente Roberto Calvi inizia a versare capitali enormi al sindacato di Wałesa. Tutto è avviato nella più assoluta segretezza. La cittadella di Solidarnosc ha bisogno di aiuto; la battaglia di resistenza in Polonia è solo una tappa nel più impegnativo confronto con l'impero sovietico.
BEATIFICAZIONE GIOVANNI PAOLO IIKAROL WOJTYLA
Insieme a Roberto Calvi, deus ex machina dell'intera operazione è Marcinkus, l'anima nera dello Ior, la banca del Vaticano. Marcinkus sarà la figura chiave della politica di papa Wojtyla contro il comunismo. Una battaglia da vincere con ogni mezzo. Anche soldi sporchi, passando per i paradisi fiscali.
Con Roberto Calvi, Marcinkus imbastisce una rete di società fantasma nei paradisi fiscali di mezzo mondo, dove arrivano fiumi di soldi. Forte della benedizione vaticana, Calvi allaccia relazioni pericolose con Michele Sindona e il giro della Loggia P2, di cui è affiliato.
CARTER E BREZINSKIROBERTO CALVI
Giacomo Botta, dirigente del settore esteso del Banco Ambrosiano racconterà ai magistrati: «Già nel 1977-1978, quando divenni consigliere [del Banco ambrosiano di Managua], Calvi mi disse che il gruppo che controllava il pacchetto di controllo dell'Ambrosiano era lo Ior, che deteneva all'estero una consistente partecipazione del Banco. Seppi anche che le società che a quell'epoca l'Ambrosiano di Managua finanziava erano del Vaticano. Calvi probabilmente intendeva mettermi al corrente di questi segreti che lui tutelava gelosamente e intendeva altresì giustificare i finanziamenti, dicendo che erano imposti dal Vaticano, che era in sostanza il padrone del Banco ambrosiano».
KAROL WOJTYLA LECH WALESA
Panama, Bahamas, Lima, Managua. Arriva da lì il tesoro per sostenere Solidarnosc. Roberto Calvi fugge all'estero, braccato dai creditori. Finirà la sua corsa il 17 giugno 1982 sotto un ponte di Londra, appeso a una corda con dei mattoni nelle tasche. Solo pochi giorni prima scriverà una lettera drammatica, indirizzata a sua santità Giovanni Paolo II. Una lettera che fotografa un pezzo importante di storia italiana e ci dice anche che Wojtyla non poteva non sapere.
ROBERTO CALVI
LA LETTERA DI ROBERTO CALVI AL PAPA
"Santità, Ho pensato molto, molto, in questi giorni. E ho capito che c'è una sola speranza per cercare di salvare la spaventosa situazione che mi vede coinvolto con lo Ior in una serie di tragiche vicende che vanno sempre più deteriorandosi e che finirebbero per travolgerci irreversibilmente.
Ho pensato molto, Santità, e ho concluso che Lei è l'ultima speranza, l'ultima. Da molti mesi, ormai, mi vado dibattendo a destra e a manca, alla disperata ricerca di trovare chi responsabilmente possa rendersi conto della gravità di quanto è accaduto e di quanto più gravemente accadrà se non intervengono efficaci e tempestivi provvedimenti, essenziali per respingere gli attacchi concentrici che hanno come principale bersaglio la Chiesa e, conseguentemente, la mia persona e il gruppo a me facente capo.
1 CARDINALE WYSZYNKY KAROL WOJTYLA LAPRESSE
La politica dello struzzo, l'assurda negligenza, l'ostinata intransigenza e non pochi altri incredibili atteggiamenti di alcuni responsabili del Vaticano, mi danno la certezza che Sua Santità sia poco e male informata di tutto quanto ha per lunghi anni caratterizzato i rapporti intercorsi tra me, il mio gruppo e il Vaticano.
Santità, sono stato io ad addossarmi il pesante fardello degli errori nonché delle colpe commesse dagli attuali e precedenti rappresentanti dello Ior, comprese le malefatte di Sindona, di cui ancora subisco le conseguenze; sono stato io che, su preciso incarico dei Suoi autorevoli rappresentanti, ho disposto cospicui finanziamenti in favore di molti paesi e associazioni politico-religiose dell'Est e dell'Ovest;
GELLI-CALVI-SINDONA-MARCINKUS
sono stato io che, di concerto con autorità vaticane, ho coordinato in tutto il Centro-Sudamerica la creazione di numerose entità bancarie, soprattutto allo scopo di contrastare la penetrazione e l'espandersi di ideologie filomarxiste; e sono io infine che oggi vengo tradito e abbandonato proprio da queste stesse autorità a cui ho rivolto sempre il massimo rispetto e obbedienza.
Santità, la domanda che mi pongo è questa: «Ma a chi giova un tale atteggiamento? Certo non a me o al mio gruppo, ma anche più certamente non giova agli interessi morali ed economici della Chiesa. E allora, Santità, mi convinco sempre di più che chi vuole male alla Chiesa (e non sono in pochi) trova, all'interno di essa, numerosi e autorevoli alleati.
Ora si tratta di stabilire quanti di questi alleati sono in buona fede e quanti non lo sono.
ROBERTO CALVI
Dunque, le ipotesi sono due: per quelli che sono coscienti del male che hanno fatto e che potrebbero ancora fare, non c'è alcun dubbio: Lei, Santità, è l'obiettivo! Per quelli che invece sono in buona fede (ed è l'ipotesi meno credibile), Santità, non indugi un secondo, li allontani urgentemente dal loro incarico prima che sia troppo tardi!
MARCINKUS
Certo, occorre molta buona volontà, per non dire che bisogna essere ciechi, per non vedere che si sta preparando una grande congiura contro la Chiesa e la Persona di Sua Santità. E ciò è facile dedurlo dalle assurde risposte che si continua a dare alle mie disperate grida di pericolo e ai miei reiterati inviti di chiarimento.
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Forse, senza forse, la grande popolarità e simpatia di cui Lei, Santità, gode in molte parti del mondo e l'espandersi di essa, preoccupano, e non poco, i Suoi avversari interni ed esterni, sino al punto da far pensare a quelli interni, si capisce, il tanto peggio, tanto meglio!

Gli avversari esterni lo sappiamo chi sono e Lei, Santità, lo sa meglio di tutti e li combatte meglio di tutti; ma quelli interni, interni alla Chiesa voglio dire, e quelli affini, come alcuni democristiani, Lei, Santità, li conosce? Io credo proprio di no! Non sono un pettegolo e neanche uno che accusa per dispetto o per vendetta.
E non mi interessa, perciò, soffermarmi sulle tante chiacchiere che si fanno su alcuni prelati e in particolare sulla vita privata del segretario di Stato cardinale Casaroli (si sa, questo genere di chiacchiere non giova mai alla dignità e al buon nome della Chiesa), ma mi interessa moltissimo segnalarLe il buon rapporto che lega quest'ultimo ad ambienti e a personaggi notoriamente anticlericali, comunisti e filocomunisti, come quello con il ministro democristiano Nino Andreatta col quale, sembra, abbia trovato l'accordo per la distruzione e spartizione del Gruppo ambrosiano.
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Ma a quale disegno vuole o deve obbedire il segretario di Stato del Vaticano? A quale ricatto? Santità, un eventuale crollo del Banco Ambrosiano provocherebbe una catastrofe di inimmaginabili proporzioni in cui la Chiesa ne subirebbe i danni più gravi! Bisogna evitarla a ogni costo!
PAUL MARCINKUS
Molti sono coloro che mi fanno allettanti promesse di aiuto a condizione che io parli delle attività da me svolte nell'interesse della Chiesa; sono proprio molti coloro che vorrebbero sapere da me se ho fornito armi o altri mezzi ad alcuni regimi di paesi del Sudamerica per aiutarli a combattere i nostri comuni nemici, e se ho fornito mezzi economici a Solidarnosc o anche armi e finanziamenti ad altre organizzazioni di paesi dell'Est; ma io non mi faccio e non voglio ricattare; io ho sempre scelto la strada della coerenza e della lealtà anche a costo di gravi rischi!
Santità, a Lei mi rivolgo perché solo attraverso il Suo alto intervento è ancora possibile raggiungere un accordo tra le parti interessate e respingere il terribile spettro di una immane sciagura. Ora, altro non mi rimane che sperare in una Sua sollecita chiamata che mi consenta di mettere a Sua disposizione importanti documenti in mio possesso e di spiegarLe a viva voce tutto quanto è accaduto e sta accadendo, certamente a Sua insaputa. Grato e nel bacio del Sacro Anello, mi confermo della Santità Vostra.
Roberto Calvi
LA P2 E I SOLDI DELLA MAFIA
Anche la Loggia P2 approvava i finanziamenti «anticomunisti» al sindacato polacco. Ricorda Licio Gelli: «Nel settembre 1980 Calvi mi confidò di essere preoccupato perché doveva pagare una somma di 80 milioni di dollari al movimento sindacale polacco Solidarnosc, e aveva solo una settimana di tempo per versare il denaro».
BREZINSKIPAUL MARCINKUS STAMPA1
Perfino la mafia sarebbe coinvolta nel progetto del papa di fare a pezzi il blocco comunista. Dagli atti giudiziari del processo Calvi emerge infatti che nella lotta al comunismo sarebbero stati investiti anche soldi frutto delle speculazioni edilizie della mafia in Sardegna.
Il pm Luca Tescaroli - intervistato da Pinotti e Galeazzi - ha maturato nel corso degli anni una conoscenza unica del complesso mondo delle finanze vaticane e dei rapporti malati che in quegli anni il papato non disdegnò di intrattenere. Tescaroli è stato il primo magistrato che, con il suo lavoro, è riuscito a evidenziare come la banca di riferimento del Vaticano, strettamente legata allo Ior, fosse divenuta negli anni Settanta e Ottanta strumento del riciclaggio di denaro mafioso. Soldi utilizzati dal papato per contrastare il comunismo nell'Est europeo e in America Latina.
MARCINKUS-WOJTYLAAGOSTINO CASAROLI
Nel libro il pm ha raccontato aspetti inediti in merito: «Roberto Calvi, nel subentrare a Michele Sindona, risultò svolgere una funzione di volano tra i vecchi e i nuovi equilibri strategici avvicendatisi in seno a Cosa nostra, a seguito della cosiddetta ultima guerra di mafia. Se Calvi avesse messo in atto il manifestato proposito di riferire quanto a sua conoscenza, avrebbe svelato il canale di alimentazione del Banco Ambrosiano, rappresentato dalle risorse finanziarie provenienti da Cosa nostra, e la destinazione dei flussi di quel denaro, ivi compresa quella del finanziamento del sindacato Solidarnosc (di cui ha parlato Salvatore Lanzalaco), e ai regimi totalitari sudamericani (ai quali fece espresso riferimento Calvi in alcune lettere dallo stesso sottoscritte).
FERRUCCIO PINOTTIDINO BOFFO GIACOMO GALEAZZI
Finanziamento attuato nell'interesse di una più ampia strategia del Vaticano, volta a penetrare nei paesi comunisti dell'Est europeo e a congelare l'avanzata comunista nell'America Latina. Cosa nostra e, certamente, Calò non potevano accettare che emergesse e venisse rivelata agli inquirenti quella tipologia di attività illecita, volta a far convogliare flussi di denaro mafiosi in quelle direzioni, e l'attività di riciclaggio che attraverso il Banco Ambrosiano veniva espletata.»
ALTRO CHE FONDAZIONE DI BENEFICENZA
Pinotti e Galeazzi ricostruiscono anche, sempre sulla base di documento che hanno scelto di pubblicare in appendice al libro, il rapporto segreto che legava papa Wojtyla al vescovo 007 monsignor Pavel Hnilica. Una figura leggendaria, al punto che nel 1951 dovette fuggire a Roma, dove negli anni '60 fondò la misteriosa Fondazione Pro Fratribus, dedita all'assistenza dei profughi dell'Est ma in realtà strumento per convogliare aiuti alla resistenza anticomunista in tutta l'Europa orientale.
GIOVANNI PAOLO II E CASAROLI
Pinotti e Galeazzi pubblicano scannerizzati tutti gli assegni della Pro Fratribus, che documentano il vorticoso giro di denaro messo in piedi dal vescovo 007 amico di Wojtyla sin dal dopoguerra.
MACIEL
Gli autori pubblicano poi l'assegno da 1,5 miliardi con il quale Hnilica - certamente con il consenso di Wojtyla - cerca di comprare da Flavio Carboni la valigetta di Calvi contenente i documenti con cui intendeva ricattare il Papa. Un assegno non onorato dallo Ior solo per l'intervento del cardinale Casaroli.
Ma l'appoggio del Papa al discusso padre Hnilica, condannato per ricettazione insieme a Carboni e al falsario Giulio Lena (se la caveranno solo nei successivi gradi di giudizio) è acclarato, come testimonia la missione affidata da Wojtyla a Hnilica di una messa segreta a Mosca nel 1984 che consacrasse la Russia al cuore immacolato di Maria.
BENIAMINO ANDREATTA
UNA DECISIONE POLITICA
Nell'inchiesta di Pinotti e Galeazzi sono raccontati con dovizia di particolari molti altri capitoli oscuri, come la copertura offerta al movimento dei Legionari di Cristo, guidato Marcial Maciel, così come l'appoggio indiscriminato a lobby di potere come Opus Dei, Cl, Focolarini, Neocatecumenali. Movimenti integralisti che sono ormai vere e proprie «chiese nella chiesa».
GIOVANNI BAZZOLI ANDREATTA JR
Per tutte queste ragioni Pinotti e Galeazzi ritengono inopportuna la beatificazione lampo di Wojtyla ed ancor più rischiosa la probabile canonizzazione, come sostenuto da un altro documento pubblicato in appendice: la testimonianza prodotta dal teologo Giovanni Franzoni al processo di beatificazione.
Un documento nel quale il coraggioso sacerdote esplicita le ragioni per le quali Wojtyla non può e non deve diventare santo. Così Franzoni: "E' mio dovere elencare i gravi dubbi che non si possono tacere. Mi rendo conto che alcune mie affermazioni sembreranno inaudite. L'ansia con cui molti ambienti lavorano alla beatificazione ha poco di evangelico. Chiedo che Wojtyla sia lasciato al giudizio della Storia".
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