Dopo sei mesi di indagini, i primi risultati degli scienziati
"Non ci sono certezze, ma non appartengono alla santa"
Giovanna d' Arco è stata bruciata viva, sorte riservata alle presunte streghe, il 30 maggio del 1431 sulla piazza di Rouen e le ceneri furono disperse nella Senna. Dei frammenti di ossa, oggi sappiamo che alcuni di essi appartengono a un gatto, misti a tessuto, furono comunque trovati nel 1867.
La Chiesa, che canonizzò l'eroina francese nel 1920 è stata sempre prudente, cosi l' Arcivescovado di Tours donò i resti di cui era proprietario all' associazione degli amici del Vecchio Chinon che ancora custodisce i frammenti nell' omonima cittadina del centro della Francia. Quest'ultima decise di affidarsi agli esperti già nel 1979, ma la perizia non ebbe risultati.
I nuovi metodi forensi usati dal team del dottor Carlier stanno probabilmente mettendo la parola fine sulla storia: "Le possibilità che si tratti dell'eroina francese diminuiscono", ha detto il medico legale che aggiunge. "I risultati degli studi non permettono di dare una risposta con certezza."
"Quei resti non erano stati bruciati e la sostanza nerastra sui frammenti non era di resti organici carbonizzati, corrispondono a pezzi vegetali e minerali" osserva Carlier che conclude dicendo che si tratta di "risultati preliminari".
Per quanto riguarda i frammenti di ossa di gatto, la cui natura era già stata rivelata dalle ricerche del 1979, Carlier nota che dividono gli storici, in quanto: "Per certi storici la presenza di gatti nei roghi o di altri animali associati al diavolo è credibile."
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