“WOJTYLA? NON MERITAVA LA BEATIFICAZIONE”

Wikio

30 aprile 2011 - Il teologo Hans Kung intervistato dalla Frankfurter Rundschau ricorda il percorso “autoritario” di Giovanni Paolo II.
Su queste pagine, in questi giorni, abbiamo parlato a più riprese di Papa Giovanni Paolo II, in una serie di approfondimenti proprio sui lati controversi del suo pontificato. Di questo parla oggi Hans Kung, teologo dissidente cattolico, in un’intervista ai media tedeschi tradotta e ripresa da Repubblica. Secondo il pensatore svizzero, una delle più importanti voci nella critica cattolica di tutto il mondo, il percorso di beatificazione di Karol Wojtyla è completamente da rivedere. L’uomo, il sacerdote, non meriterebbe di essere visto come esempio.

«Giovanni Paolo II è stato globalmente lodato come un combattente per la pace e per i diritti umani.

 Ma quello che ha predicato all’esterno è in totale opposizione con la sua politica all’interno della Chiesa, dove ha esercitato un pontificato autoritario, opprimendo i diritti delle donne e dei teologi. Per questo non merita di essere presentato ai fedeli come un esempio.
Kung, dice, ha qualcosa da raccontare di personalissimo.
INQUISIZIONE – Si tratta del primo “atto di inquisizione” che Papa Wojtyla avrebbe compiuto proprio ai suoi danni, ritirandogli ogni idoneità nell’insegnamento della teologia cattolica. Troppo eretiche le posizioni del teologo che invoca l’ abolizione del celibato ecclesiastico e il sacerdozio femminile. Non mi ha dato la possibilità di difendere le mie posizioni teologiche, per le quali mi è stata ritirata la cattedra di teologo cattolico ufficiale nel Natale del 1979. Eppure era palese che papa Wojtyla non avesse letto neanche uno dei miei libri. Ma questo non lo frenava a condannarli. Di qui si evince come questo Papa sia stato intollerante e contrario al dialogo
Proprio su questi temi si sviluppa il pensiero e l’ accusa di Hans Kung, ampiamente anticipati nell’intervista che abbiamo pubblicato anche su queste pagine.

IMPOSIZIONI – Il celibato ecclesiastico? Una pratica tutta mondana che è stata inventata dalla Chiesa nel Medioevo.

L’obbligo del celibato nasce da un abuso di potere pontificio nel Medioevo. È stato introdotto solo nell’XI secolo, infrange la tradizione della Chiesa e, ancora peggio, il Vangelo. Gesù ha consigliato, non imposto, il celibato. Perciò questo dogma deve essere abolito

Le donne prete? Questione delicata, ma nella Chiesa delle origini c’erano di certo, e quindi non si capisce perchè mai non possano essere ordinate anche oggi. E per quanto riguarda la beatificazione in sé, ovvero questo tipo di beatificazione, imposta dall’alto e non promossa dal popolo della Chiesa, le idee sono chiare: è una questione di potere, per Kung.

In origine erano i fedeli, per mezzo della loro inflessibile devozione, a decidere se qualcuno meritasse di diventare santo. Ad esempio, Francesco di Assisi è stato canonizzato dal popolo. Di questo processo, dal 1200 in poi, la curia romana ne ha fatto un privilegio papale. Ciò ha spesso trasformato un buon uso in abuso».

Secondo lei questo si verifica anche oggi?
«Mi sembra logico. Il successore canonizza il Papa precedente, una pratica già vista a Roma in epoca imperiale, quando sistematicamente gli imperatori paragonavano il loro predecessore a Dio. I processi di beatificazione e canonizzazione servono al Papa per mettersi in mostra. Come un sovrano assolutista, Benedetto XVI ha infranto il diritto canonico per poter beatificare alla spiccia Giovanni Paolo II mediante l’aggiramento dei termini temporali stabiliti e l’approvazione di una delle più dubbie guarigioni miracolose».

Gli striscioni Papa Giovanni Santo Subito, secondo Kung, spuntati fuori dal nulla dopo la morte del pontefice, sono stati una abile manovra di propaganda da parte di gruppi della destra religiosa.

 http://www.giornalettismo.com/

Ti è piaciuto l’articolo? Offrici un caffé! Sostieni Tutti Gli Scandali Del Vaticano! (È sufficiente essere iscritti a Paypal o avere una carta di credito, anche Postepay)

Diventa un Fan