martedì 10 maggio 2011

PEDOFILIA, GLI USA FICCANO IL NASO IN VATICANO


Vaticano, basta abusi10 maggio 2011 - Una corte degli Stati Uniti: “La Chiesa è il datore di lavoro del sacerdote che commette gli abusi”.
Per la prima volta il Vaticano dovrà fornire documenti interni alla giustizia degli Stati Uniti, che sta facendo luce sulla natura del rapporto di “lavoro” tra un prete pedofilo e la Santa Sede.
MOMENTO STORICO – La richiesta è stata avanzata da un tribunale civile dell’ Oregon, nel nord ovest degli Usa, che ha deciso di citare in giudizio la Santa Sede in qualità di testimone in questa vicenda degli Anni ’60. “Si tratta di una decisione storica”, ha dichiarato Jeff Anderson, avvocato della vittima che sostiene di aver subito aggressioni sessuali da parte di Andrew Ronan, un sacerdote che era stato coinvolto in vicende di pedofilia in Irlanda e poi a Chicago.
“La decisione cambia il panorama giuridico”, ha spiegato Anderson. “Una breccia è stata aperta: il Vaticano potrebbe essere ritenuto responsabile e dovrà rendere conto come mai prima”.
NIENTE IMMUNITA’ - La vittima ha accusato il Vaticano di non aver costretto il sacerdote a lasciare l’abito talare e di non averlo punito dopo le prime aggressioni. Un primo giudice di Portland, nell’Oregon, incaricato del caso, ha stabilito che la Santa Sede deve essere considerata responsabile, in qualità di “datore di lavoro”, per il trasferimento del sacerdote, deciso dalla diocesi. Il Vaticano ha presentato appello alla Corte Suprema contro questa decisione. Ma nel giugno scorso, la più alta istanza americana, ha dato ragione al giudice di Portland non riconoscendo l’immunità diplomatica del Vaticano e dando il via libera a un eventuale processo contro la Santa Sede.
LA DECISIONE – In forza del pronunciamento della Corte suprema, il giudice Michael Mosman ha chiesto alla Santa Sede di produrre entro il 20 giugno un certo numero di documenti sulle regole interne della Chiesa relative alla gestione del clero, la loro nomina, i loro trasferimenti, le loro responsabilità, le loro scomuniche in caso di denunce per violenze sessuali. Secondo il legale del Vaticano, l’avvocato statunitense Jeffrey Lena, “la questione principale di questa vicenda è di capire se la Chiesa deve essere considerata come datore di lavoro dell’uomo: per noi non è questo il caso”.(Tmnews)
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