25 gennaio 2011 - Si scalda la campagna elettorale per le presidenziali in Peru. Sul tavolo della discussione le nozze omosessuali; la Chiesa schieratissima sul fronte del no.
Dopo la sentenza del tribunale di Città del Messico che ha concesso alle coppie omosessuali il riconoscimento degli effetti civili del matrimonio; dopo la sentenza del tribunale centrale messicano che ha imposto l’estensione della pronuncia a tutto il territorio della repubblica federale, assicurando così l’ uniforme attuazione della pronuncia, e dopo la legalizzazione delle nozze gay in Argentina, potrebbe toccare al Perù.
CAMPAGNA ELETTORALE – Il paese è in piena campagna elettorale per le elezioni presidenziali, e il tema del riconoscimento delle coppie di fatto anche omosessuali tiene banco nella discussione pubblica.
L’ anno scorso il legislatore in Peru ha tentato di introdurre un provvedimento che avrebbe garantito alle coppie gay l’ unione civile. La Chiesa cattolica si è schierata contro la legge,
sostenendo che si sarebbe trattato di un trucco demagogico. Il tema è tornato in prima linea la scorsa settimana quando il candidato alla carica di vicepresidente Carlos Bruce, del partito Peru Possibile, ha detto al quotidiano El Comercio che le unioni gay “sono parte del nostro programma”. Bruce ha in ogni caso accennato alle unioni civili, dicendo che il matrimonio rimane fuori portata.
Il tema, dunque, è tornato di grande attualità.
“FINOCCHI!” – E prevedibilmente la Chiesa cattolica del paese non ha cambiato la sua opinione: accanto a chi si è espresso in maniera generica contro l’ ipotesi legislativa, c’è anche chi è sceso in campo a toni molto decisi, col chiaro intento di scaldare gli animi.
Pur non menzionando direttamente Bruce, il cardinale Juan Luis Cipriani Thorne di Lima ha sollecitato i cattolici affinchè rigettino le nozze gay. “Il matrimonio è l’ unione inscindibile tra un uomo e una donna, nonostante i tentativi di alcuni di proporre altre versioni”, ha detto durante una Messa in commemorazione della fondazione di Lima.
Diversi, e davvero più radicali, i toni di un altro prelato.
L’ arcivescovo Luis Bambaren ha detto ai reporter che i politici “stanno solo cercando voti proponendo cose inutili tipo il matrimonio gay. E poi non ho capito perchè si parli di gay. Parliamo in Creolo, o in Castigliano: sono finocchi. Si dice così, no?” ha aggiunto.
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