di Massimo Teodori in “Corriere della Sera” del 17 dicembre 2010-
sabato 18 dicembre 2010
UN RUOLO POLITICO DELLA CHIESA? SÌ, MA LO ASSUMA APERTAMENTE
svolgessero apertamente un ruolo esplicito da attori politici nella società italiana. È quel che accade negli Stati Uniti in cui molte chiese, in regime pluralistico, partecipano come tali alla vita pubblica anche nelle contese elettorali. Ma da noi, in Italia, i rapporti tra Stato e Chiesa sono regolati, nel bene e nel male, da un regime particolare che non può essere ignorato né dal governo, né dalle forze politiche, né dalle gerarchie ecclesiastiche, né dal variegato mondo cattolico. Siamo, secondo Costituzione, in regime concordatario che stabilisce l’ incompatibilità tra la Chiesa come protagonista politica e il Vaticano quale contraente dei Patti lateranensi da cui ricava notevoli vantaggi materiali, oltre che la garanzia della libertà religiosa. Una Chiesa che fa il doppio gioco — libertà d’azione politica e vantaggi concordatari — e uno Stato che chiude gli occhi, anzi diviene cliente dei favori ecclesiastici, è qualcosa che non dovrebbe avere posto in una democrazia liberale.
di Massimo Teodori in “Corriere della Sera” del 17 dicembre 2010-
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