Taglia corto Dina Paludetto, dirigente dell’ istituto scolastico comprensivo di Cardano (un asilo, due elementari e una media), che non riesce proprio a capire il perché del clamore suscitato dalla decisione del consiglio d’ istituto che, a sorpresa, ha deciso di non consentire più la benedizione natalizia all’ interno della scuola.
Quella riunione era iniziata con una diatriba sull’orario in cui far accedere, come di consueto, il parroco don Bruno Perego nei corridoi della scuola. Poi, all’improvviso, un genitore aveva detto di non essere d’accordo tout court sulla benedizione e si era passati subito alla votazione: 9 tra insegnanti e genitori avevano detto basta al rito, due avevano votato contro (3 gli astenuti). La decisione, per ora non motivata, ha però scatenato l’ ira di molti genitori che sono arrivati a chiedere le dimissioni del consiglio.
Dice il sindaco, Mario Anastasio Aspesi (Pd) che due consiglieri di minoranza (Pdl) hanno addirittura scritto al ministro Gelmini per chiedere la rimozione della dirigente. Ma la risposta, nella sostanza, è stata: «La decisione è del consiglio d’istituto, che c’entra la dirigente?» . Commenta il primo cittadino (secondo il quale il divieto è assurdo) che «anche duemila anni fa qualcuno non aveva trovato posto in albergo» e che la prassi adottata sino all’anno scorso nelle scuole di Cardano era un «buon compromesso»: il parroco passava per i corridoi e chi voleva essere benedetto usciva un attimo dalla classe.
Don Bruno racconta che il paese è in subbuglio e che c’è un «dissenso diffuso» dei genitori. «Lo stesso consiglio— spiega il sacerdote — sino a prima che arrivasse la nuova dirigente non aveva avuto niente da dire» .
Aggiunge don Bruno che quest’anno anche la tradizionale festa di Natale delle elementari non si terrà a scuola. Il comitato dei genitori ha prima chiesto la disponibilità del palazzetto dello sport, subito autorizzata dal sindaco, ma poi ha optato per l’oratorio. Si chiamerà «Festa d’inverno» e— dicono gli organizzatori— non ci sarà nessun canto religioso. Il «no» alla benedizione pare comunque eccessivo anche al dirigente scolastico provinciale, Claudio Merletti. «C’è qualche vecchia legge — spiega — che parla di divieto di atto di culto nelle scuole, ma poi non c’è una codifica precisa e forse è meglio così. Bisogna usare il buon senso: garantire sì la libertà di tutti, ma anche salvaguardare la prosecuzione di usi, costumi e tradizioni che fanno parte della nostra storia e di cui siamo orgogliosi» .
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