Il Vangelo di Giuda può essere considerato come uno dei documenti più sconvolgenti e, allo stesso tempo, più affascinante per l’intero mondo cattolico.
Emerso dalle sabbie desertiche dell’Egitto nel 1977, ha dovuto attendere la NationalGeografic per vedere la pubblicazione nel 2006, quasi trent’anni dopo il ritrovamento. In tale ritardo erano coinvolti personaggi di ogni tipo, utilizzando metodi legali e meno. Gli interessi economici e religiosi si contrapposero fortemente a quelli puramente scientifici. Il Vaticano, dal suo canto, non ha mai riconosciuto la veridicità di tale testo, affermando, però, che non era in grado di cambiare una virgola sulla “verità” delle Sacre Scritture. Papa Ratzinger ha affermato, oltre tutto, che la Chiesa era già a conoscenza di quanto scritto in tale Vangelo, e che per tale motivo non occorreva dargli particolare peso (quanto materiale inedito contengono gli archivi segreti vaticani? Ndr).
Il Vangelo di Giuda ha comunque seguito la stessa sorte della “biblioteca” di Nag Hammadi e con i Rotoli del Mar Morto. Varie correnti ecclesiastiche hanno, in ogni occasione, cercato di ostacolare la divulgazione, anche solo negli ambienti puramente scientifici (esemplare fu l’allontanamento del noto studioso Eisenman, elemento laico, da parte di padre De Vaux, legato al Vaticano, nella questione di Qumran).
Il Vangelo di Giuda riguarda un personaggio tra i più odiati e disprezzati dall’intera cristianità (fedeli e clero).Il traditore di Gesù, colui che, consegnando il Signore ai suoi nemici, ne aveva provocato la morte, ed artefice, almeno in parte, del millenario antisemitismo.
Giuda, il cui appellativo non era certo Iscariota, bensì Sicariota, sulla base del gruppo ebraico di appartenenza (i sicari, noti per il pugnale – il sica - che usavano per effettuare le missioni affidate), non fu mai il traditore descritto dal Nuovo Testamento. E’ certo che fosse un sicario, appartenente ad uno dei gruppi rivoluzionari ebraici che aspiravano alla liberazione della propria terra. Ma anche altri apostoli erano dei rivoluzionari: Simone lo zelota.
Tali gruppi o sette erano costituite da uomini che avevano sempre osteggiato l’invasore straniero, mossi da un profondo fervore politico e religioso, un “patriottismo” che vedeva come nemici anche le caste dei sadducei e dei farisei, troppo accondiscendenti con le norme e regole dei Kittim (romani), pur di non perdere il potere fin allora acquisito.
Sicari, zelati, nazareni ed esseni, erano, secondo numerose ricerche storiche, molto legati tra di loro da un obiettivo comune: l’eliminazione o allontanamento dell’invasore, una riforma religiosa lontana dal mellifluo fariseismo semi – ortodosso, e l’attesa di un Messia, diretto discendente della linea di sangue Davidica, capace di condurre il “popolo eletto” alla vittoria finale (armagheddon!).
Giuda faceva parte integrante dei 12 scelti da Gesù. Era sempre al fianco del suo Maestro, uno dei pochi, se non proprio il solo a comprendere la realtà dei fatti: gli insegnamenti del Signore rimanevano oscuri ai più!
Alcuni storici propendono per la teoria che, l’apostolo prediletto, fosse proprio Giuda Sicariota. La questione è ancora ampliamente discussa, anche se, leggendo lo stesso Vangelo di Giuda, emergono dati essenziali per un’ampia rivalutazione dei Vangeli e degli Atti degli Apostoli.
Secondo il testo di cui siamo recentemente venuti a conoscenza (si tratta comunque di un Vangelo dalla forte impronta gnostica!), è lo stesso Gesù a dire a Giuda che è l’unico tra gli apostoli ad aver compreso realmente la sua natura e la missione affidatagli dal Padre: Giuda è l’unico, secondo la tradizione gnostica, ad aver raggiunto la consapevolezza.
In tale Vangelo Gesù tratta il suo apostolo da pari, e non più come un maestro con il proprio discepolo, ed è sempre Lui che chiede al fedele Giuda di compiere quanto necessario affinché possa lasciare “questo vestito” terrestre, come stabilito dall’inizio dei tempi.
Non c’è mai stato alcun tradimento! L’azione di Giuda era voluta dallo stesso Gesù, che gli chiede “di fare quanto deve in fretta”, manifestando sentimenti puramente umani: paura, angoscia, dolore.
Giuda, da parte sua, non era minimamente disponibile ad un atto del genere: condannare alla morte certa il proprio amato Maestro.
“Perché proprio io?” chiese Giuda al Signore.
E Gesù rispose che quel compito poteva assolverlo solo lui perché era l’unico ad aver capito…! Lo considerava il più grande tra gli apostoli. Fece quello che il Maestro gli aveva chiesto, sebbene gli fosse stato detto che l’odio ed il disprezzo lo avrebbero accompagnato per lungo tempo, perché “non avrebbero capito”.
Giuda fece quello che la Chiesa cattolica chiama ancora tradimento, e che per Giuda era un segno dell’infinito amore che lo legava a Gesù, tanto da sacrificare il suo Maestro e se stesso.
Riferimenti bibliografici:
- National Geografic: “Il Vangelo di Giuda”
- F. De Carli: “ Il Vangelo secondo Giuda Iscariota”
- J. Robinson: “I segreti del Vangelo di Giuda”
- T Wright: “Giuda e il Vangelo di Gesù”
- M. Meyer: “I Vangeli gnostici di Gesù”
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