giovedì 9 dicembre 2010

Suora scomunicata per aver autorizzato un aborto


Il caso di una suora cattolica scomunicata per aver autorizzato un aborto terapeutico scatena polemiche nel mondo cattolico. 

Suor Margaret McBride, membro della commissione etica del St. Joseph Hospital, è stata estromessa dalla Chiesa per un atto che il suo vescovo ha giudicato «inammissibile». L'aborto risale all'anno scorso ma solo in questi giorni il caso è emerso sui media americani. È la seconda polemica in pochi giorni che investe l'Arizona dopo l'approvazione di una legge statale che autorizza la polizia a fermare, ed eventualmente mandare in prigione, persone sospettate di essere immigrati illegali. La paziente del St. Joseph soffriva di ipertensione polmonare, una rara malattia potenzialmente letale e che spesso viene aggravata dalla gravidanza, ha scritto il giornale cattolico indipendente National Catholic Reporter. Con suor McBride sono stati scomunicati anche i medici dell'ospedale coinvolti nell'aborto e la stessa madre. La religiosa - ha spiegato la diocesi - è stata scomunicata perchè «aveva una posizione di autorità nell'ospedale ed era frequentemente consultata su questioni etiche». Suor McBride «aveva dato il suo consenso» sostenendo «che l'aborto era in questo caso moralmente accettabile secondo la dottrina della Chiesa, un fatto che lei stessa ha personalmente ammesso con il vescovo Olmsted».
L'ospedale di St. Joseph è il più antico e uno dei più importanti di Phoenix. La paziente era incinta all'undicesima settimana e le sue condizioni si erano improvvisamente aggravate al punto che i medici temevano per la sua sopravvivenza se la gravidanza fosse andata avanti. La malattia limita la capacità del cuore e dei polmoni di funzionare normalmente. Il comitato etico dell'ospedale, di cui faceva parte la suora aveva giudicato necessario ricorrere all'aborto: altrimenti la donna sarebbe quasi certamente morta. «È stato un caso tragico, per salvare la vita della madre è stato necessario interrompere la gravidanzà, ha dichiarato Suzanne Pfister, vice-presidente di St. Joseph. Una posizione che al vescovo Olmsed non è andata a genio: »Un bambino non nato non è una malattia. Se è certamente vero che i medici devono tentare di salvare la vita di una donna incinta, il mezzo non può essere quello di uccidere un'altra creatura«, ha proclamato il vescovo. Suor McBride era la superiora dell'ordine delle Sisters of Mercy a St. Joseph: dopo la scomunica è stata assegnata ad altri incarichi. »Era la coscienza morale del nostro ospedale«, le ha reso omaggio John Garvie, il primario gastroenterologo: »Nessuno dovrebbe criticare la difficile decisione che ha preso«.

FONTI




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