Il caso di una suora cattolica scomunicata per aver autorizzato un aborto terapeutico scatena polemiche nel mondo cattolico.
giovedì 9 dicembre 2010
Suora scomunicata per aver autorizzato un aborto
Il caso di una suora cattolica scomunicata per aver autorizzato un aborto terapeutico scatena polemiche nel mondo cattolico.
L'ospedale di St. Joseph è il più antico e uno dei più importanti di Phoenix. La paziente era incinta all'undicesima settimana e le sue condizioni si erano improvvisamente aggravate al punto che i medici temevano per la sua sopravvivenza se la gravidanza fosse andata avanti. La malattia limita la capacità del cuore e dei polmoni di funzionare normalmente. Il comitato etico dell'ospedale, di cui faceva parte la suora aveva giudicato necessario ricorrere all'aborto: altrimenti la donna sarebbe quasi certamente morta. «È stato un caso tragico, per salvare la vita della madre è stato necessario interrompere la gravidanzà, ha dichiarato Suzanne Pfister, vice-presidente di St. Joseph. Una posizione che al vescovo Olmsed non è andata a genio: »Un bambino non nato non è una malattia. Se è certamente vero che i medici devono tentare di salvare la vita di una donna incinta, il mezzo non può essere quello di uccidere un'altra creatura«, ha proclamato il vescovo. Suor McBride era la superiora dell'ordine delle Sisters of Mercy a St. Joseph: dopo la scomunica è stata assegnata ad altri incarichi. »Era la coscienza morale del nostro ospedale«, le ha reso omaggio John Garvie, il primario gastroenterologo: »Nessuno dovrebbe criticare la difficile decisione che ha preso«.
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