Cronaca dell’occupazione neomodernista della Chiesa Cattolica
Nel 1962, con il concilio Vaticano II entra nella Chiesa la rivoluzione. Si tratta di un libro, nel quale l'Autore ha il coraggio di dire pane al pane e di denunziare il gravissimo stato di degrado dottrinale e morale della chiesa conciliare. Questo libro in sé è la prova che N.S. Gesù Cristo non ha abbandonato la Sua Chiesa: quando la viltà di un pecorismo generalizzato pare dominare, ecco potente la voce di chi non si arrende, non cede e grida forte la Verità.
Crediamo che la maniera migliore di presentare il prezioso libro del coraggioso Sacerdote, Don Andrea Mancinella, sia quello di usare le sue stesse parole, tratte dalla sua Premessa, invitando chi volesse approfondire gli argomenti a leggere il testo integrale: il nostro è un estratto.
E ci piace cominciare con il perché del suo libro: Perché «Clero e fedeli non si lascino trascinare, per nessun specioso motivo, nell’abisso dallo “spirito del Concilio” e dalle sue nuove dottrine, anche se propagate dall’attuale Successore di Pietro».
Notiamo:
* Il Grande Oriente d'Italia ha dichiarato «che gli ideali promossi da quel Papa[Giovanni Paolo II] sono gli stessi della Massoneria»
* e che «la chiesa [massonicamente in minuscolo] era certamente in errore[quando ci scomunicava], se è vero che il 27 di ottobre del 1986 l’attuale Pontefice[Giovanni Paolo II] ha riunito ad Assisi uomini di tutte le confessioni religiose per pregare assieme per la pace»;
* Il card. Ratzinger ha ammesso apertamente e spudoratamente che le famose “novità” del Vaticano II e dell’attuale Magistero pontificio sono in aperta opposizione con il Magistero dei Papi “preconciliari”, Magistero che egli ha dichiarato ormai “superato”.
* L'ascesa al Soglio di Pietro di Papi impregnati di una teologia erronea, già condannata dalla Chiesa (cosa che Dio può benissimo permettere, a punizione dei nostri peccati: tanto che l’ha permessa...): (...) sarà la catastrofe, per la stragrande maggioranza delle anime, ciò che appunto si è verificato e continua a verificarsi a partire dal Concilio Vaticano II.
Da quasi quattro decenni il mondo cattolico sta assistendo ad
una serie apparentemente inarrestabile di cambiamenti nella Chiesa.
I cattolici hanno visto non poche verità di fede venir dissolte una dopo l’altra, nei fuochi d’artificio di aggiornamento conciliare, pronto a barattare anche la Verità rivelata con il miraggio di un falso ecumenismo e di una falsa pace mondiale.
* Hanno assistito alla sovversione del Rito Romano della Messa, sostituito con quello attuale, talmente ambiguo ed “ecumenico” da essere gradito dagli stessi protestanti.
E poi, progressivamente e secondo un piano prestabilito, alle messe-kermesse, alla Comunione sulla mano con inevitabili sacrilegi, al gentil sesso sull’altare (in qualità di “chierichette”, almeno per ora).
* Hanno visto Paolo VI consegnare il suo anello,simbolo della suprema autorità pontificia, all’impenitente eretico e scismatico “arcivescovo” anglicano di Canterbury.
* hanno visto un Giovanni Paolo II invitare i rappresentanti delle principali false religioni del mondo ad Assisi (1986), nonchè una statua del Budda posta sull’altare maggiore di una chiesa cattolica.
* Hanno sentito lo stesso Giovanni Paolo II dichiarareuna proposta di vero e proprio svuotamento pratico del dogma del Primato di giurisdizione (cfr. Enciclica “Ut unum sint”).
* Hanno visto l’allora Cardinale Ratzinger, Prefetto dell’ex Sant’Uffizio, approvare e firmare un documento che nega di fatto il dogma di fede per cui “fuori della Chiesa non c’è alcuna salvezza”...
* Hanno sentito Giovanni Paolo II affermare che “la dannazione rimane una reale possibilità, ma non ci è dato di conoscere… se e quali esseri umani vi siano effettivamente coinvolti”, ossia che l’Inferno potrebbe anche essere vuoto.
* Hanno sentito. Giovanni Paolo II affermare placidamente: “…le diverse religioni. Non di rado troviamo dei fondatori, che hanno realizzato, con l’aiuto dello Spirito di Dio, una più profonda esperienza religiosa”, per cui Buddha, Lao-Tse, Zoroastro, Maometto e compagni sarebbero dei veri profeti ispirati da Dio.
* Hanno visto una Gerarchia ecclesiastica tutta intenta a diffondere con zelo quegli stessi falsi principi che per tre secoli erano stati il vessillo di battaglia dell’illuminismo e del naturalismo massonico contro la Chiesa, vale a dire:
a) il liberalismo, che sostiene la laicizzazione degli Stati, secondo la quale lo Stato non avrebbe alcun dovere di aderire ufficialmente a Cristo e alla Chiesa Cattolica unica vera Religione, nonché la promulgazione del presunto diritto degli individui a non essere impediti di diffondere pubblicamente ogni ideologia e religione, anche la più perversa.
b) l’ecumenismo, ovvero il miraggio di una fratellanza tra gli uomini di diverse religioni e ideologie, intesa in senso naturalistico, così da dispensarli dall’obbligo della conversione alla Chiesa Cattolica, giacché (secondo Papi, vescovi e preti conciliari) altrettanto salvifiche sarebbero le varie comunità eretiche e scismatiche, e anzi perfino le religioni non cristiane.
c) la democrazia antropocentrica, introdotta nella prospettiva di dissolvere l’antiecumenico Primato papale di giurisdizione, con la cosiddetta collegialità episcopaleche oggi “parlamentarizza” la Chiesa, democratizzandola mediante l’istituzione del Sinodo dei vescovi, delleConferenze episcopali nazionali, dei vari Consigli - presbiterali, pastorali, ecc. con l’enorme decentramento di poteri operato col nuovo Codice di Diritto canonico.
***
I cattolici hanno visto, insomma, una resa totale e senza condizioni al liberalismo, all’ecumenismo e alla democrazia -di cui si era sempre fatta portabandiera la Massoneria internazionale-, alla pax oecumenica, alla “pace mondiale” dell’Anticristo, nell’amalgama del Nuovo Ordine Mondiale.
Un cedimento che spiega anche perché il Grande Oriente d'Italia abbia voluto assegnare il premio massonico nazionale “Galileo Galilei” a Giovanni Paolo II, affermando che gli ideali promossi da quel Papa sono gli stessi della Massoneria.
Un cedimento totale, come si ricava infine dalle seguenti considerazioni di un altro Gran Maestro del medesimoGrande Oriente, Armando Corona:
“Al nostro interconfessionalismo si deve la scomunica da noi subita nel 1738 ad opera di Clemente XII. Ma la chiesa era certamente in errore, se è vero che il 27 di ottobre del 1986 l’attuale Pontefice ha riunito ad Assisi uomini di tutte le confessioni religiose per pregare assieme per la pace."
Tenendo presente che la Massoneria aveva collezionato, in soli due secoli e mezzo d’esistenza, quasi 600 (seicento!)condanne ufficiali da parte della Chiesa, c’è veramente di che restare allibiti.
Lo Spirito Santo, insomma, avrebbe abbandonato la Chiesa per la bellezza di quasi duemila anni, fino cioè al fatidicoSuperconcilio, il Vaticano II, che avrebbe visto la nascita di una una nuova “figura di Chiesa” - così l’ha chiamata Giovanni Paolo II - rimasta, secondo lui, nascosta per due millenni in quella “preconciliare”.
L’allora card. Ratzinger aveva spiegato: Ci sono infatti dei valori che, anche se nati fuori della Chiesa, sono i “valori migliori espressi da due secoli di cultura liberale”, i quali sono “valori” illuministi e massonici.
Lo stesso card. Ratzinger successivamente, ha ammesso apertamente e spudoratamente che le famose “novità” del Vaticano II e dell’attuale Magistero pontificio sono in aperta opposizione con il Magistero dei Papi “preconciliari”, Magistero che egli ha dichiarato ormai“superato”
L’attuale Gerarchia “riabilita”, uno dopo l’altro, i modernisti, i liberali, gli eresiarchi tipo Lutero (definito daGiovanni Paolo II nientemeno che un uomo di “profonda religiosità”; gli Ebrei tuttora ostinati rinnegatori di Gesù Cristo (ma per Giovanni Paolo II diventati all’improvviso, chissà come, nostri“fratelli maggiori”); gli “ideali” di libertà- uguaglianza-fraternità dell’anticristiana Rivoluzione Francese, ecc.
Al contrario, con la ferrea logica del “nessuna libertà per i nemici della Libertà”, ecco che la Gerarchia“scomunica” inesorabilmente, ma anche del tutto invalidamente, Vescovi fedeli e benemeriti, come un Mons Marcel Lefebvre e un Mons Antonio De Castro-Mayer, rei di non aver voluto allinearsi al Concilio Vaticano II.
Mons. Marcel Lefebvre aveva ricordato: “Ho fatto ciò che tutti i vescovi hanno fatto per secoli e secoli. Se avessi allora insegnato il catechismo che si insegna oggi, sarei stato definito eretico. E se avessi detto la Messa come la si dice ora, sarei stato sospettato di eresia, sarei stato anche dichiarato fuori della Chiesa".
***
Normalmente si sentono espressioni del tipo: “il Papa non può sbagliare”, “è assistito dallo Spirito Santo”, oppure: “bisogna comunque e anzitutto obbedire” perché “l’obbedienza è la prima virtù” e“chi obbedisce non sbaglia mai”, per finire con quelle del tipo: “ma lo Spirito Santo nel Concilio (il Vaticano II, ovviamente) ha stabilito che ... ecc. ecc.”.
Di qui la necessità di esaminare, una volta per tutte, questi argomenti alla luce della dottrina cattolica.
Le obiezioni che abbiamo appena accennato si possono ridurre sostanzialmente a tre:
1) l’infallibilità papale;
2) l’obbedienza dovuta al Vicario di Cristo;
3) l’autorità dei decreti del Vaticano II che, si sottolinea, essendo stati emanati da un Concilio Ecumenico, sono vincolanti per ogni cattolico.
Si tratta, però, di obiezioni totalmente prive di fondamento.
Infatti:
1) Secondo la dottrina cattolica, i casi in cui il Magistero del Papa è infallibile si riducono a due:
a) Quando egli definisce solennemente ex cathedra una verità di fede o di morale (Magistero straordinario sempre infallibile);
b) Quando egli enuncia una verità che è stata “sempre creduta e ammessa nella Chiesa”.
Ora, a questo proposito:
a) Né Giovanni XXIII, né Paolo VI, né Giovanni Paolo II, né, a tutt’oggi, Benedetto XVI, hanno mai definito alcun dogma di Fede, nemmeno riguardo alle “nuove idee” del Vaticano II.
b) Le nuove idee promosse dal loro Magistero -ecumenismo, liberalismo, collegialità democratica- non fanno parte del Magistero costante ed universale della Chiesa, non sono, cioè, dottrine “sempre credute e ammesse nella Chiesa” (si parla, per l’appunto, di novità): si tratta dunque, in questo caso, di Magistero solo autentico, cioè non garantito dall’infallibilità.
Ne deriva che non ci si può appellare in nessun modo al dogma dell’infallibilità del Papa per reclamare un’adesione alle nuove dottrine del Magistero papale postconciliare.
2) Ancor meno ci si può appellare al dovere dell’obbedienza. Le suddette novità del Magistero dei Papi “conciliari”, infatti, sono dottrine già esplicitamente e ripetutamente condannate dal precedente e costante Magistero della Chiesa.
E neppure il Papa o un Concilio ecumenico non possono legittimamente ordinare ai fedeli di accettare ciò che la Chiesa stessa, per bocca di una lunga serie di Papi e di Concili, ha già giudicato e condannato ufficialmente come errore e male.
Ecco un Dizionario di Teologia Morale:
«È chiaro che non è mai lecito obbedire a un Superiore, che comandi una cosa contraria alle leggi divine o ecclesiastiche. Si pecca contro l’obbedienza per eccesso, obbedendo in cose contrarie a una legge o a un precetto superiore».
Qualora poi, per di più, fossero in pericolo la conservazione della Fede, la salvezza delle anime e la sussistenza stessa della Chiesa, bisognerebbe anche reagire apertamente, come insegna San Tommaso d’Aquino:
“Qualora ci fosse imminente pericolo per la fede, i prelati dovrebbero essere rimproverati dai sudditi anche pubblicamente". E “lo stesso Pietro offrì un esempio ai superiori, affinché non disdegnassero di essere rimproverati dagli inferiori”.
E, nel suo Commento alla Lettera ai Galati, lo stessoSan Tommaso ribadisce: “Nella prima Lettera a Timoteo leggiamo: “Chi sbaglia, rimproveralo davanti a tutti”. Questo deve intendersi delle colpe manifeste, e non di quelle occulte”.
3) Il Concilio Vaticano II, precisò lo stesso Paolo VI, “ha evitato di dare definizioni dogmatiche solenni, impegnanti l’infallibilità del magistero ecclesiastico”.
Realtà che anche l’allora card. Ratzinger è stato costretto ad ammettere: “Lo stesso Concilio (Vaticano II) non ha definito nessun dogma ed ha voluto in modo cosciente esprimersi ad un livello più modesto, meramente come Concilio pastorale”.
Riassumendo:
a) non è assolutamente in questione il dogma dell’infallibilità papale;
b) non si può obbedire a direttive che vogliono farci approvare ciò che il Magistero della Chiesa ha sempre condannato;
c) non ci si può appellare in alcun modo all’autorità del Vaticano II, il quale non ha definito nessun dogma, e meno che mai lo ha fatto a riguardo delle novità ( l’ecumenismo, la collegialità episcopale e la democrazia nella Chiesa, la libertà religiosa e la laicità degli Stati).
***
Questa “Breve cronaca” sarà, soprattutto, una cronaca dei progressivi cedimenti dei Papi “conciliari” e dei loro più stretti collaboratori a livello di Curia Romana.
Non si poteva fare diversamente, perché il Papa non è un Vescovo qualsiasi, bensì il Vicario di Cristo.
È lui a guidare l’intera Chiesa militante, con le parole e ancor più con l’esempio; e nella Chiesa, tutti, clero, religiosi e semplici fedeli, sono giustamente abituati a “seguire Pietro”, vedendo in lui il loro Pastore terreno e una guida spirituale sicura.
Si pensi a cosa potrebbe provocare un’eventuale ascesa al Soglio di Pietro di Papi impregnati di una teologia erronea, già condannata dalla Chiesa (cosa che Dio può benissimo permettere, a punizione dei nostri peccati: tanto che l’ha permessa...): ebbene, sarà la catastrofe, per la stragrande maggioranza delle anime, ciò che appunto si è verificato e continua a verificarsi a partire dal Concilio Vaticano II.
Clero e fedeli non si lascino trascinare, per nessun specioso motivo, nell’abisso dallo “spirito del Concilio” e dalle sue nuove dottrine, anche se propagate dall’attuale Successore di Pietro.
Al primo Papa e ai suoi Successori “lo Spirito Santo non è stato promesso perché manifestassero una nuova dottrina, ma perché con la sua assistenza custodissero santamente ed esponessero fedelmente la rivelazione trasmessa agli Apostoli, cioè il deposito della fede”.
Non è questa certamente la prima volta nella storia che dei Papi mettono a rischio la conservazione della Fede e la stessa sussistenza della Chiesa.
Si pensi, tanto per fare un solo esempio, al noto caso diPapa Liberio (IV secolo) il quale, per cercare a tutti i costiun impossibile ed illecito accordo ecumenico con gli eretici ariani, accettò ambigui compromessi dottrinali, arrivando addirittura al punto di proibire ai cattolici rimasti fedeli di lottare contro l’eresia, scomunicando -del tutto invalidamente, è ovvio - il grande vescovo Sant’Atanasio di Alessandria, che non voleva scendere a compromessi a danno della Fede.
È, infine, alla Santissima Madre di Dio sempre Vergine che affido queste pagine, a Lei che ha sempre schiacciato il capo di tutte le eresie: Gaude, Maria Virgo: cunctas haereses sola interemisti in universo mundo!
don Andrea Mancinella
http://www.salpan.org/SCANDALI/Rivoluz_nella_Chiesa.html
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