IL SAN RAFFAELE – La storia del San Raffaele è esplosa dopo il suicidio di Mario Cal. Sono emersi importanti intrecci con il sistema di potere della Lombardia,e in particolare i legami con Roberto Formigoni. L’ ordinanza di custodia cautelare che stamani ha portato in carcere l’ ex direttore finanziario del San Raffaele Valsecchi e’ stata firmata dal gip Vincenzo Tutinelli su richiesta del pm Luigi Orsi, Laura Pedio e Gaetano Ruta. Gli inquirenti hanno contestato, oltre alla bancarotta, il reato di associazione per delinquere. Ipotesi per la quale il giudice ha firmato un nuovo provvedimento notificato in carcere a Pierangelo Dacco’, l’intermediario in rapporti d’affari con il gruppo fermato a meta’ novembre.
SUICIDIO E DEBITI – Nelle intercettazioni Don Verzé si confida con l’amministratore del suo ospedale, Mario Cal, che a luglio si è tolto la vita appena si è saputo del crack del San Raffaele. In questo momento si sta cercando di evitarne il fallimento, ma nelle indagini sul prete si è palesato un rapporto tanto intimo quanto inquietante con il potere lombardo.
Mario Cal, il manager del San Raffaele morto suicida il 18 luglio, si capisce al volo con don Luigi Verzé e lo informa del piano per risolvere una «grana» con la Regione che si è costituita parte civile nel processo su presunti ricoveri fantasma dell’ospedale. La conversazione è intercettata dalle microspie nascoste nell’ufficio del sacerdote per un’inchiesta della magistratura non direttamente rivolta a indagare sul polo sanitario. È il 13 gennaio 2006. Lo stesso giorno in cui – come scritto ieri dal Corriere – don Verzé chiede aiuto all’allora direttore dei servizi segreti militari (Sismi), Nicolò Pollari, per mandare la Guardia di finanza da un vicino che non intende liberare un terreno. L’ex direttore del Sismi, tuttavia, ha chiarito ieri di non aver mai pensato di poter dar seguito alla richiesta. «Cal – si legge ancora nei brogliacci delle intercettazioni ambientali – dice che prima deve andare da Sanese (Nicolamaria, segretario generale della Regione e fedelissimo del governatore , ndr ), e poi da lui (Formigoni) in merito a un ricorso». L’obiettivo è evitare che la Regione sia parte civile nel processo su 15 mila rimborsi controversi per 4 milioni di euro. Ma tutto cadrà in prescrizione. Don Verzé e Cal, quel 13 gennaio 2006, non lo possono prevedere. È il motivo per cui pensano anche di farsi aiutare da Antonio Mobilia, allora potentissimo direttore generale dell’Asl di Milano. Dice Cal: «Il buon Antonio Mobilia fa una verifica … e va a trovare queste benedette pratiche … e mi fa la dichiarazione che per quanto riguarda lui … non risulta avere il quadro sul pagamento nei confronti del San Raffaele per questa attività…. con questa io poi vado da Sanese e dico… senti qui non c’è niente…». Chiede don Verzé: «Mobilia lo farà?». Risposta: «Sì … viene da me lunedì mattina alle nove e mezza…». Le relazioni con i vertici della politica e della sanità lombarda viaggiano su corsie preferenziali, tanto che più volte don Verzé invita Cal a prendere appuntamenti con Formigoni fissando lui stesso giorno e ora come se potesse disporre dell’agenda del governatore.
Una vicinanza politica strettissima, culminata in un viaggio di Formgoni sull’ aereo del San Raffaele verso l’isola di Saint Marteen, che si basa anche su reciproci interessi. Don Verzé ha bisogno delle convenzioni con la Regione per rendere più competitivo e profittevole il suo ospedale, il presidente della Regione sa che è proprio tra le corsie e le strutture ospedaliere che si annidano le migliori leve per mantenere il potere. La sanità è la corsia preferenziale per rapporti di affari e politica che consolidano un regno che si dirige verso il ventennio, nato nelle urla dei comizi di Bossi, rivelatosi all’Italia con la cassetta di Berlusconi e cristallizzatosi nella prima vittoria elettorale del Celeste, nell’ormai lontano 1995.
IL CAMORRISTA – E anche altre intercettazioni ambientali hanno disvelato la vera natura di Don Verzè. Parlando di un rogo per bruciare il terreno di un vicino che dà fastidio e di altre cosucce non necessariamente onorevoli. L’articolo di Mario Gerevini e Simona Ravizza sul Corriere della Sera pubblicato qualche giorno fa:
È dicembre 2005 e don Luigi Verzé, il gran capo dell’ospedale San Raffaele, ha le microspie nel suo ufficio. Non sa che un’inchiesta della magistratura sta legalmente violando la sua privacy. Non si era mai saputo finora. Non lo samentre parla con Nicolò Pollari, l’allora direttore dei servizi segreti militari (Sismi), delle difficoltà politiche dell’amico comune Silvio Berlusconi, della scalata alla Bnl e dei controlli fatti su Stefano Ricucci a favore di Sergio Billè. È ignaro, don Verzé, che qualcuno lo sta ascoltando quando accoglie Cesare Geronzi per parlare di politica o quando risponde alla telefonata dell’«eminenza» vaticana che gli chiede un favore. Con Mario Cal, il manager suicida, conversa di una «grana» giuridica da sistemare con Roberto Formigoni e la Regione Lombardia. E certo il prete che si ispira a San Matteo apostolo («Guarite gli infermi ») non immagina che le cimici elettroniche stiano captando il suo piano diabolico per fiaccare la resistenza di un vicino che non intende liberare un terreno.
Ed ecco la frase incriminata:
Il sacerdote nato nel 1920 da un latifondista e da una nobildonna veneta, ex segretario del Santo don Giovani Calabria e prediletto del Beato Cardinale Ildefonso Schuster, vuole cacciare il Lomazzi, quello del centro sportivo. «Don Verzé — rilevano le microspie — dice (all’ingegner Roma, ndr) di fare un sabotaggio e di stare attento ai cavalli e all’asilo», che sono del San Raffaele. «L’ing. Roma specifica di aver individuato il generatore …sarà sabotato il quadro elettrico … quindi i campi non potranno essere illuminati e quando gli amici dell’ing. Roma andranno da Lomazzi a fargli la proposta di acquisto (per conto del San Raffaele) “sarà in ginocchio…”». Qualche giorno dopo l’ingegner Roma bussa alla presidenza. Imicrofoni nascosti afferrano la conversazione, così riassunta: «Roma dice a don Verzé che quando lui sarà in Brasile ci sarà del fuoco, facendo riferimento ai fili del quadro elettrico degli impianti sportivi di Lomazzi che verranno liquefatti». Metodo don Verzé: il bastone e il vangelo.
http://www.giornalettismo.com/archives/177975/la-grande-retata-del-san-raffaele/
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