lunedì 7 novembre 2011

UMBRIA,PRETE PEDOFILO MOLESTA I RAGAZZI DELLA COMUNITA': LA DENUNCIA DI RADICALI E IENE

Mentre in Irlanda il Vaticano è costretto a chiudere le sue ambasciate, in Italia vige ancora un atteggiamento omertoso rispetto ai presunti abusi di un religioso. Ecco la storia: il 19 ottobre scorso le Iene mandano in onda la prima parte di una video inchiesta sui presunti abusi di un prete che gestisce una comunità umbra. Lo scandalo deriva dal fatto che il religioso avrebbe molestato sessualmente alcuni dei ragazzi sotto la sua tutela. A denunciare il caso una volontaria della comunità che aveva già senza successo sottoposto la sua testimonianza all'attenzione sia del vecchio Vescovo della diocesi sia del nuovo, senza ottenere alcun tipo di reazione.Guarda il video andato in onda il 19 ottobre »
Ad una settimana dalla gravissima denuncia noi Radicali avevamo pubblicato un primo comunicato, sollecitando una risposta dalla Curia perugina, dalla Caritas umbra e dallo stesso Vaticano. Soprattutto riguardo ad alcuni punti oscuri della vicenda. Ad esempio, è vero o no che intorno a quelle comunità c’è stato un numero anomalo di suicidi negli ultimi anni?Alla Presidente della Regione Umbria invece era stata posta un'altra domanda: le strutture della Caritas sono convenzionate con la ASL per le attività sociosanitarie, terapeutiche, assistenziali e riabilitative che sembrerebbero svolgere? E inoltre sono in regola con le autorizzazioni amministrative e ricevono contributi pubblici?

Nessuna risposta, nessuna reazione. Ma solo apparentemente, perchè durante la puntata successiva le Iene non mandano in onda la seconda parte dell' inchiesta: il papa è in visita ad Assisi il 27 ottobre, tutto si blocca.Poi mercoledì 2 novembre le Iene mandano in onda la seconda parte del servizio: scatta la bufera legale. Il video viene censurato e diventa impubblicabile sul web. I Radicali continuano a chiedere delle risposte (leggi il secondo comunicato») e continuano ad essere ignorati. Ma sulla pagina facebook di vaticano paga tu ecco la conclusione dell'inchiesta che vi riproponiamo qui accanto»
Ultima tappa della storia? Un comunicato della diocesi, pervenuto tutt'altro che prontamente, afferma che è stata istituita una Commissione d'indagine e dichiara: “È ferma intenzione dell'arcivescovo e della Curia diocesana, salvaguardata l'onorabilità dei sacerdoti, appurare sempre e comunque la verità e tutelare tutte le persone che eventualmente abbiano subito offese nella propria dignità.Le persone che intendano essere ascoltate dalla Commissione possono farne richiesta scritta, allegando una fotocopia del proprio documento di identità e inviando il tutto a: Curia arcivescovile - Commissione diocesana d'indagine. Piazza IV Novembre, 6 - 06123 Perugia”.

Ma la Commissione aperta dalla Diocesi di Perugia è solo un tentativo di insabbiamento: come può il vescovo Bassetti organizzare una Commissione di indagine se è lui stesso ad essere oggetto di indagine? Nel primo video delle Iene, infatti, si sente monsignor Bassetti confessare di essere a conoscenza delle accuse e di non aver fatto praticamente nulla: non solo non sembra aver coinvolto la magistratura, ma non ha neanche voluto chiamare le vittime delle presunte molestie perché aspettava si facessero avanti da sole.

Come è possibile che anche questa volta la Commissione pretenda che i molestati scrivano allegando la carta di identità nonostante le persone intervistate dalle Iene sono a volto scoperto e comunque note alla Curia? Ad essere sotto accusa debbono essere anche il Vescovo Bassetti ed il suo predecessore. Come mai nessun intervento diretto del Vaticano?


http://www.radicali.it/primopiano/20111104/nuovo-caso-esplosivo-omert-sui-presunti-abusi-di-un-religioso

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