giovedì 3 novembre 2011

COMUNIONE E LIBERAZIONE: ECCO COME E' ENTRATA NELLE COOP ROSSE

Il meeting è diventata un'industria. Ma la potenza vera di Comunione e liberazione sta negli affari: un impero che negli anni ha raggiunto i 70 miliardi di euro, la metà in Lombardia e una buona fetta nelle coop dell'Emilia Romagna
Qualche mese fa il convegno di Rimini. La manifestazione è costata 8 milioni 475 mila euro, di cui il 71 per cento coperto da sponsor e pubblicità, circa il 20 dai punti di ristoro del meeting, mentre il resto è stato coperto dagli incassi degli spettacoli e dalle donazioni di privati.Chiamatela “amicizia operativa” come ama definirla Roberto Formigoni, presidente della regione Lombardia e primo fra i Memores Domini di Cl, o se preferite “sussidiarietà dei favori”. Emma Bonino, vice-presidente del Senato usa invece la locuzione “parastatalizzazione del privato”. Vi starete sempre riferendo a quella rete di potere che è stata creata nei decenni da Comunione e liberazione e dalla Compagnia delle opere (CdO), il suo braccio finanziario, una rete di più di 34 mila imprese con un fatturato complessivo di almeno 70 miliardi di euro. Da tempo a questo sistema non sono estranei gli interessi delle cooperative emiliano-romagnole.
Valerio Federico, membro del comitato nazionale dei radicali italiani, nel suo scritto “La peste lombarda”, ha definito questa pratica di governo “lo strumento più efficace e rispondente agli obiettivi di CL di corporativizzazione e confessionalizzazione della società, a partire da quella lombarda, mediante la sistematica acquisizione e gestione del potere politico, religioso, economico, finanziario”.

Anche Cl alla sua maniera festeggia l’unità d’Italia. Il 21 agosto scorso, giorno di apertura del meeting riminese,si è tenuto un incontro dal titolo “150 anni di sussidiarietà”. Alla presenza del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano,dell'immancabile Enrico Letta, vicesegretario del Pd, Maurizio Lupi, vicepresidente della Camera dei deputati, Giorgio Vittadini, presidente della fondazione per la sussidiarietà che si occupa dell’attività scientifica e di ricerca a supporto dell’intergruppo parlamentare per la sussidiarietà, nato nel 2003 per volontà dello stesso Lupi, di cui fa parte anche il ministro della giustizia Angelino Alfano.

Ai meeting di Rimini e della ciellina Rete Italia l’unico ospite fisso rappresentante l’opposizione è stato Enrico Letta, membro assieme a Pier Luigi Bersani e a Ermete Realacci dell’intergruppo per la sussidiarietà.

Come sottolinea Federico: “Vi è un trend in corso da anni che vede l’espansione della presenza della CdO nel centro sud, regioni “rosse” comprese e, parallelamente, la penetrazione delle cooperative rosse al Nord, Lombardia in primis”.

Non sarà un caso allora che un altro immancabile del meeting sia Vincenzo Tassinari, presidente di Coop Italia dal 1988 e di Centrale Italiana (la centrale di marketing nata dall’alleanza tra Coop, Despar, Sigma e Il Gigante) dal 2005. Prima di ricoprire tali cariche Tassinari è stato dal 1975 al 1988 capo servizio amministrativo della Camst di Bologna e dal 2001 ha saltato solo un’edizione del meeting di Rimini.

Il libro “La lobby di Dio” del giornalista Ferruccio Pinotti raccoglie una dichiarazione illuminante di Tassinari, rilasciata all’edizione 2009 del meeting: “Le nostre cooperative e le imprese della CdO si muovono sulla base degli stessi valori. Stiamo creando un’unica grande realtà. Faremo grandi cose insieme”.

In questa direzione va anche l’operato del Ccc (consorzio cooperative costruzioni), quello del Civis di Bologna e del Cns (consorzio nazionale servizi), che si sono dati da fare per rappresentare le cooperative associate nel tentativo di aggiudicarsi le gare d’appalto lombarde.

Quanto siano stretti i rapporti tra le coop e la Compagnia delle opere lo evidenzia “La peste lombarda”: “Nel settore costruzioni -fronte rosso- in Lombardia la fanno da padrone le cooperativeCmb di Carpi e Cmc di Ravenna, mentre in quello dei servizi Manutencoop” di Zola Predosa.CMB e le imprese vicine a CL si sono divise recentemente la torta più appetitosa, quella del nuovo ospedale Niguarda di Milano. CMB ha realizzato inoltre il nuovo ospedale di circolo di Varese (100 milioni di euro), gli headquarters milanesi di Pirelli e Sole24Ore (30 milioni), il nuovo teatro Dal Verme per la Provincia di Milano (7 milioni) e l’inceneritore Silla II a Milano (20 milioni, committente Amsa, di A2A)”, una delle aziende sponsor del ventitreesimo meeting di Rimini.

Non da meno è Manutencoop che “ha nel suo consiglio di gestione il ciellino Massimo Ferlini, numero due di CdO nazionale e capo di CdO Milano, ex Pci e oggi uomo ponte tra CdO e coop rosse. Il presidente della holding è Claudio Levorato con trascorsi tra Pci e Legacoop e il consiglio di sorveglianza è presieduto da Fabio Carpanelli, ex numero uno di CCC”.

“Infine –prosegue Federico in “La peste lombarda”- la rossa Cmc (cooperativa muratori e cementisti di Ravenna) ha vinto recentemente il bando di Fiera Milano, in mano agli uomini CL-CdO, per un importo pari a 165 milioni di euro per dei nuovi padiglioni fieristici del Portello, 3 bandi di Metropolitana Milanese” per un totale di 168,3 milioni “e un bando da Sea per dei lavori a Malpensa per 26 milioni. Il totale corrisponde a 359,3 milioni di euro”.


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