Hanno raggiunto il portone di bronzo che introduce in Vaticano e hanno consegnato a un funzionario della segreteria di Stato una lettera per il papa, già invitata alla Cei, in cui si chiede un'applicazione severa delle linee guida contro la pedofilia nel clero e in cui si richiede una serie di misure per contrastare il fenomeno e per aiutare le vittime. Francesco Zanardi e Alberto Sala, che guidano rispettivamente le due associazioni 'L' Abuso' e 'Piccolo Alan', sono arrivati nella mattina dell' 11 ottobre di fronte a piazza San Pietro.
MARCIA SU ROMA PER LA VERITÀ. Zanardi, che ha subito abusi quando aveva 10 anni, ha terminato una marcia di 571 chilometri iniziata il 22 settembre. I due uomini hanno indossato una maglietta con la scritta 'Pellegrinaggio per la verità. Basta omertà nella Chiesa, basta indifferenza'. Dalla piazza passando sotto il colonnato, hanno raggiunto il primo sbarramento di polizia. Hanno spiegato agli agenti il motivo della loro presenza lì e hanno parlato con un funzionario di polizia.
LA CONSEGNA DELLA LETTERA. «Dopo una decina di minuti» ha raccontato Zanardi «ci hanno fatto oltrepassare la transenna e ci hanno accompagnato al portone di bronzo dove abbiamo incontrato un funzionario della segreteria di Stato a cui abbiamo consegnatola nostra lettera e che ha preso il mio contatto telefonico».
I due attivisti anti-abusi hanno il desiderio di essere ricevuti dal papa «per parlare direttamente con lui: spero che questo avvenga», ha affermato Sala. Ma sapevano perfettamente che l'incontro, l' 11 ottobre, non sarebbe accaduto. «Il nostro era un gesto simbolico» ha spiegato Sala che ha aggiunto: «È andato tutto bene: abbiamo raggiunto il nostro obiettivo».
LINEE GUIDA SOLO SULLA CARTA. «Da parte della Chiesa ci sono state troppe coperture. Ora ci sono delle linee guida contro gli abusi, ma abbiamo l'impressione che, soprattutto in Italia, esistano solo sulla carta», ha detto Francesco Zanardi. «L' Italia» gli ha fatto eco Sala «è un Paese un po' anomalo. All'estero le vicende legate agli abusi hanno provocato una protesta civile nell'opinione pubblica, da noi no».
RICHIESTE: TRASPARENZA E LEGGE. La lettera che è stata consegnata in Vaticano presenta tutta una serie di richieste per affrontare il problema degli abusi su minori commessi da religiosi. In particolare: l'istituzione di una commissione mista formata da giuristi, operatori sanitari, dell'informazione, uomini di scienza, e vittime; l'apertura degli archivi della Congregazione della dottrina della fede e degli enti religiosi; l' obbligo di denuncia della notizie di reato da parte delle autorità ecclesiastiche; la rimozione dallo stato clericale dei religiosi colpevoli; un valido sistema di aiuti alle vittime, che spesso, hanno detto i due attivisti «sono abbandonate a loro stesse».
DALLA DENUNCIA ALL' INCHIESTA. Zanardi, che oggi ha 41 anni e vive a Savona, ha subito abusi all'età di 10 anni. «Nel 2007» ha detto «trovai il coraggio di presentarmi ai carabinieri per fare denuncia, ma dissero che era passato troppo tempo e il reato era prescritto. Nel 2010 fu la magistratura a chiamarmi perché aveva ripreso in mano la mia segnalazione. Ne è nata un'inchiesta a Savona che è tuttora in corso».
http://www.lettera43.it/attualita/28197/pedofilia-due-attivisti-anti-abusi-dal-papa.htm
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